ISTANTE

Poi arriva un giorno, stai facendo una cosa semplice o stupida, il pensiero ti lambisce. Tempo. Il tuo che se ne va.

Ti rendi conto che non sei stato così bravo, che non hai seguito il consiglio del professor John Keating, tu non hai colto quasi mai, e solo ora ti sei reso conto che “Aspettiamo la battaglia mentre in realtà stiamo già combattendo“.

E’ a questo punto che diventi insofferente alle rotture di cazzo, da chiunque vengano. Al lavoro che ti occupa spazio, ai perditempo emotivi, ai succhiatori di energia, a quelli che non sanno che vogliono e non intendono scoprirlo ancora a lungo, ai tentennatori, agli egocentrici, a chi si appoggia sul tuo tempo, a chi te lo usa a mo’ di carta igienica perché preserva il suo.

Ti annoi nei soliti discorsi, nei ritrovi fotocopia, nel far e rifare le stesse cose. Cadi nel silenzio nel veder svolgersi davanti a te dinamiche che riconosci a occhi chiusi. Ti rammarichi del tuo esser così, non è colpa loro è tua e del tuo poco tempo, che reclama respiri di nuovo o di te, o meglio ancora di te con il nuovo.

Non che tu debba far chissà cosa del tuo tempo. Non hai progetti di grandi palazzi da sviluppare, ne hai la capacità di creare opere artistiche, non sei un genio e neppure un grande medico che salva vite, tantomeno un innovatore che cambierà il corso della storia. Non detieni nemmeno il potere di svelarlo ad altri, ma è il tuo tempo e se proprio qualcuno deve sprecarlo, quello sei tu, non altri.
Chapel of Thanksgiving Dallas
Chiunque tu sia, se vuoi condividere il tuo con me, sappi che il mio è una spirale e non una linea retta, semplice e complicato son aspetti dello stesso momento.

16 pensieri riguardo “ISTANTE

      1. Beh, sentite. Sono le 22.20, ho un paio di linee di febbre, sto crollando dal sonno…eppure mi son fatta una risata che ho svegliato il cane della vicina…

      1. al contrario….i suoi film mi piaccioni invece e comunque se vuoi ho il link della scena della sedia a dondolo….(però sappi che ti farà schizzare il numero dei contatti nel tuo blog…)

  1. Poi arriva un giorno… E senti una fitta e fai finta di non averla sentita: ti rendi conto all’improvviso che il tempo non è infinito.
    A volte, nel silenzio, questa fitta mi ritorna e, sempre, per la sua verità quasi insopportabile, faccio finta di non capirla.
    Mi hai fatto sentire la fitta 🙂

  2. “ritrovi fotocopia, fare e rifare le stesse cose” .. e la socialità bellezza, fa parte di un tempo che non ti appartiene a meno che non ci si ritiri su un’isola deserta. Il mio sogno. Cast away dei poveri.

    1. No non è la socialità, io son una persona sociale, ma quella è un’altra cosa è la spasmodica ricerca di non rimaner soli.

      Quella è paura ricoperta di ipocrisia. E’ il terrore di rimaner da soli perchè vorrebbe dire rimanere con se stessi. E non è che siano brutte persone, solo che non si conoscono e non sanno come prendersi, hanno timore di ritrovarsi davanti qualcosa che non piace. Non son brutte persone… ma proprio per nascondersi a se stessi lo diventano.

  3. Scusa l’assenza prolungata … è un momento così, potrei dire che sono nella fase R.E.M. No, non “quel” R.E.M. Semplicemente
    R … rotti
    E … entrambi
    M … maroni
    sì, un po’ approssimativamente ma è così. Sono così insopportabile che quando mi guardo allo specchio la mia immagine mi volta le spalle.

    1. Ci mancherebbe e di cosa ti devi scusare con me?!?! Che hai preso i tuoi spazi!? Stai parlando con una che è non solo se li prende ma queando è nella fase REM da te citata litiga da sola 🙂

      In ogni caso ben tormnata :*

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