SAUDATE

Mi sembra di parlare una lingua estinta. Come se parlassi latino, mentre tutti gli altri si esprimono attraverso il loro dialetto, qualcuno pure quello stretto.

Immaginatevi, per un attimo questa situazione, la problematicità di relazionarsi con gli altri. Ordinare uno spritz al rabarbaro al bar, diventa un’impresa. e dopo un pò, smetti di provarci. Ti compri il prosecco e il rabarbaro, lo spritz te lo fai da sola.

Non ne imputo la “colpa” agli altri sia ben chiaro, ma stante ciò, in ogni caso il 95% delle situazioni e delle persone mi risulta “particolare”, in questo periodo di vita.

Loki, uno dei miei coinquilini, esterna per me, dove il 95% mi sta
(con due opzioni a vostra scelta)

Preferisco il silenzio, il parlar poco o quando parlo tanto, parlar di niente. In questo silenzio mi faccio un sacco di domande. Su di me riesco spesso a rispondermi. Sugli “altri” vado molto meno bene. Di alcuni mi domando il perché, di altri mi rammarico, e tutto è avvolto da una sensazione che lega il tutto.  Quella sensazione che non so definire se non usando un termine portoghese: Saudade.

Si son intrisa, inzuppata, gocciolante di saudate in questo periodo. Non triste, non malinconia, è qualcosa di diverso. Wikipedia la cita come “In molti casi una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro. Spesso tale termine viene utilizzato per esprimere la “malinconia per qualcosa che non si è vissuto” o “nostalgia del futuro“.

Io questa definizione di “nostalgia del futuro” la sento nella carne. Tutte le possibilità viste e mai nate di cui è piena la mia vita, con la consapevolezza che ciò che non è nato non è neppure morto. Quindi è ancora lì, potenzialmente pronto, ad emettere il primo vagito.
Ecco per me, l’accettazione del passato è la fede nel futuro. Guardo avanti, in piena nostalgia del mio futuro, ma come posso parlarne con chi non volge lo sguardo nella mia stessa direzione?

23 pensieri riguardo “SAUDATE

  1. A me, la nostalgia del futuro intristisce. parecchio. Ma proprio tanto.
    Colpa di quel potenzialmente pronto, seguito dalla consapevolezza che non lo emetterà mai, il primo vagito.

      1. Ma a lui quel “mai” dà fa da contenitore…tanto possiamo parlarne, non ci ascolta. ;P
        Capisco. Eccome se capisco il cuore che batte per ciò che potrebbe (potrà) essere.

  2. Si diceva ieri in un altro blog del passato che si fa presente nella memoria, del presente che diventerà ricordo, del futuro che diventerà presente e destinato poi a entrare nella memoria, in un circolo che, per me almeno, è virtuoso. Certo, c’è il pensiero che alcune cose pronte a nascere non nasceranno di fatto mai, ma le infinite possibilità sono già una piccola meraviglia. E qualche meraviglia c’è anche tra quelle che si realizzano, e forse persino nella nostalgia per quelle che non si sono mai realizzate (io ci vivo, di quelle).

    1. A volte ho la sensazione che il tempo sia un chicco di riso concentrato. Tutto sta lì, presente, passato e futuro. E noi ci facciamno milioni di seghe (sul mio blog si può dire seghe 😛 )per niente….

      le infinite possibilità INFRANGONO il concetto “ose pronte a nascere non nasceranno di fatto mai”, quella è la mente che lo dice 😉 e noi di conseguenza se non crediamo che si avvereranno mai. mai se faremmo avvenire

      Oh non ho detto che sia facile, ma solo che è possibile 😉

      1. Beh, non tutte tutte, credo. Ma sicuramente, col cuore e con la mente sì (la mente non è poi cattiva, dai: certo che è tutto nella tua testa, ma chi ti dice che non sia reale? cit.). Bellissima l’immagine del chicco di riso concentrato, e mi ritrovo in buona parte in quello che dici. Il mio preferito comunque è il presente, proprio perché trovo che sia quello che meglio concentra in sé passato e futuro, ricordi e desideri… immagino che siano un po’ seghe anche queste, ma io le adoro 😀

      2. La mente non è il nemico (come non lo è il cuore) ma tende a riempire i buchi che non comprende, come se non esistessero… e questo non è bene…

    1. :)) vai tranquillo, la vita media si è allungata, se poi fai un avita non sana, ma non proprio dissoluta, hai grandi speranze

      io non vivo il futuro, ma il presente, comincia a pensare che il tuo futuro è oggi, perché quello che fai oggi ti si presenta domani…

      (son stata abbastanza contorta?!)

      1. Invece sono riuscito a capirti. Data l’ora è già un successo, per me.

        Sto imparando a vedere le cose con un’ottica diversa, tipo evitando di procrastinare idee da mettere in pratica, e facendo maggiore attenzione alle priorità.

  3. Capisco perfettamente il problema a relazionarsi con gli altri, tanto che sono diventata una perfetta asociale da anni (ma di certo non lo auguro a te!)
    Ma quello che volevo davvero dirti è: 😂😂😂 per la foto!!!

    1. Io son un asociale sociale 😉 vado a periodi. Momento in cui anelo solo a casetta e ai miei amori pelosi, e altre invece che amo anche il “fuori”.
      Certo con l’età che avanza, il sociale perde terreno

      La foto, si Loki ❤ mi aiuta 😉 nei post

  4. Mia madre sta morendo, quindi puoi immaginarti di come il futuro non sia molto roseo per me e mio padre…. ma ti posso dire una cosa, un trucco che con me a funzionato: la vita ci da molte cose di cui essere tristi ma se ti sforzi di cercare qualcosa di buono in cui poter aver fede, la trovi generalmente.
    Tempo fa, la donna che amavo come una mamma (un’altra persona) morì di tumore alla pancia, e io mi ritrovai immensamente solo ma Dio mi diede un motivo per cui potevo essere felice: stavo andando via, stavo tornando nella mia amata Lombardia e quindi era un nuovo inizio per me. Posso dire che in quella occasione la “alternativa” mi fu quasi servita in un piatto d’argento (anche se la morte di questa persona è una cosa che pesa lo stesso), ma la vita non è solo sofferenza.

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