OSAKA BY NIGHT (tra odore di fritto e neko)

Ho preso quattro aerei in due giorni, di cui uno intercontinentale, uno da uno stato all’altro e due voli interni, per ritrovarmi verso sera ancora a Osaka.

Avevamo appuntamento per cena con due amici di Paola, anche loro in transito a Osaka, nel loro viaggio in Giappone, ma prima, avendo un’amica otaku fino al midollo ed essendo l’ultimo giorno della Given exhibition a Osaka, vuoi che lei non sia andata di corsa (stava per chiudere) a vederla?

Io sinceramente no, io anelavo alla doccia della camera d’albergo, così ci siamo separate, ci saremmo ritrovate dopo per andare a cena con i suoi amici.

Paola è andata alla Given exhibition, ma mancando meno di dieci minuti alla chiusura, non volevano farla entrare. Questo fino a quando, visti i lucciconi (e suppongo la sua insistenza), non si sono mossi a pietà e l’hanno fatta entrare (con il suo massimo godimento, anche se ha dovuto vederla un po’ di corsa) e di cui abbiamo prova, grazie alla regia che ci manda diapositiva.

Given exhibition presso Animate Osakanipponbashi

Nel frattempo io ero nel bagno dell’albergo che litigavo con la doccia, non capendo come funzionava… finendo per fare il bagno, al suo posto, per disperazione (il giorno dopo ci siamo fatte dire come funzionava, e quindi mi sono sentita molto baka*, dopo la spiegazione da parte degli addetti).

In qualche modo siano arrivate all’appuntamento stabilito, sotto il Glico a Namba. Fino a quel momento io non sapevo che cosa fosse il Glico, e cosa rappresentava.
Il “Glico man” è un’insegna luminosa rappresentante un corridore con le braccia alzate che torreggia a Dotonbori, l’aerea commerciale di Namba, è divenuto il simbolo stesso della città.

In questo caso la foto non è mia, non sono riuscita a scattarla per la marea di gente, era per farvi vedere di cosa stavo parlando.

Osaka è una città molto viva e giovane, leggevo che a molti non era piaciuta, non “diceva molto”, io invece l’ho amata (lo so, mi direte ma tu cosa non hai amato del Giappone?!).
Ho amato la sua confusione ma con lo spazio vitale, ho amato tutte le sue luci, ho amato la popolazione così giovane e viva, ho amato tutte le sue biciclette, quei fili della corrente aggrovigliati e la puzza di fritto che aleggia la sera a Dotonbori, quella che t’impregna i vestiti anche se sei all’aria aperta.
L’ho amata. Punto.

Dotonbori – il “naviglio” di Osaka

Abbiamo passeggiato alla ricerca di un posto dove cenare, praticamente ogni metro c’è un locale dove mangiare. Mentre scegli sei circondato dagli odori del cibo e dalle luci colorate, insomma un luna park “mangiogodereccio”.

Dopo cena ci siamo incamminate verso l’albergo, incrociando anche un neko* che, da una via laterale accanto a un tempietto, osservala la città e le persone, facendosi coccolare da quest’ultime (chiaramente l’ho coccolato anche io).

Io amo i gatti (ne ho cinque), amo gli animali in genere, e ho notato che, diversamente da noi, il micio in piena città con la folla, non aveva paura degli umani.

La seconda serata a Osaka, ma effettivamente la prima, si concludeva così, con il cominciare a rendermi conto effettivamente, che sì, ero davvero in Giappone e non stavo sognando.

Il giorno dopo ci aspettava Nara, i suoi cervi e i suoi templi, ma quello è un altro post.

*baka = stupido, idiota
*neko = gatto

5 pensieri riguardo “OSAKA BY NIGHT (tra odore di fritto e neko)

  1. a proposito di cibo, mi faceva sbragare James May nel suo viaggio in Giappone (è su Prime Video), quando andava in quei specie di ristorantini minuscoli, dove si mangia ad un tavolo in comune, a conduzione familiare.

    credo potrei morire di ramen 🙂

    p.s. Ok la doccia complicata, ma invece del resto dei servizi igienici? Nessun automatismo diabolico ma utilissimo? 🙂

    1. Non ho visto questo May, prima o poi lo farò.
      I tavoli in comune, quelli con il bancone lungo per inteNderci è una loro prerogativa, di quelli che usano post lavoro, e più di una volta sono andata a mangiare anche in quelli, sentendomi subito come in un dorama 😀 , tipo questo:

      Il ramen che ho mangiato io era vegan ed era più che buono 😛

      ps: guarda per non saper ne leggere ne scrivere, quando ho capito come tirare l’acqua, mi sono sentita più che sodisfatta e non ho cercato di capire (e utilizzare) tutti quegli altri pulsantini….

  2. James May è questo qui (diventato famoso grazie alla trasmissione Top Gear)

    youtu.be/SPfijTQXZ0I?feature=shared

    (mettendo https:// prima di youtu, ovviamente. Mi tocca fare così altrimenti non me lo fa linkare al commento)

  3. Stupendo questo racconto. Ma anche tutti gli altri lo sonoPenso che dovresti scrivere un libroUn bacione immensoInviato dal mio Galaxy

    1. Non sono così brava da scrivere un libro.
      Raccontare un pezzetto di vita, o delle emozioni, in poche righe è diverso che costruire il canovaccio di un libro.
      Ma grazie davvero della tua fiducia ❤

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