KUMANO KODO – Kumano-Shi (Keicar e bambole)

La mattina mi sono svegliata presto, Paola dormiva ancora. Mi sono preparata una tazza di caffè (il caffè liofilizzato mi ha salvato la vita in Giappone), ho preso il mio libro (elettronico) e mi sono seduta fronte oceano, sul terrazzino, a leggere e gustarmi il momento.
Se non fosse che avevamo appuntamento alla stazione di Kumano-Shi con Matsu per andare alle risaie di Maruyama Senmaida, sarei rimasta così tutto il giorno, un silenzio assoluto, infranto solo dal rumore dell’oceano. Amo Atashika.

La giornata non era bellissima, ma questo non ci avrebbe fermato.
Quando Paola si è svegliata, era ancora presto, e dopo aver fatto colazione, abbiamo deciso di far un giro per Atashika, e poi di andare alla stazione.

Il Kumano Kodo è una zona dove i Santuari sono massicciamente presenti, a differenza della zona di Kyoto, dove si trovano più Templi. Personalmente amo di più i Santuari legati alla natura. Di questa vacanza ho un unico rimpianto, aver avuto poco tempo da passare nel Kumano, zona bellissima, montagna e oceano. Non escludo, che prima o poi, faccia il “Cammino del Kumano Kodo”, una specie di cammino di Santiago Giapponese.

Giunte in stazione abbiamo visto Matsu e con lei c’era anche Erez, il ragazzo scozzese di origini marocchine. Matsu e la sua famiglia lo avevano ospitato per la notte.

Matsu, persona splendida, era arrivata con la sua auto, dicendo che ci avrebbe accompagnato lei direttamente, senza usare i mezzi. Mi si riempie ancora il cuore di gratitudine al pensiero di Matsu.

L’auto di Matsu è un’auto che in Italia non esiste, l’auto dei “cartoni animati” (ne ho già parlato in un post precedente) e che io voglio avere assolutamente! Aveva anche la televisione. Sapete come è possibile averla in Italia? (senza vendere i due reni di questa vita, e ipotecarne uno della prossima)

Prima di avviarci verso le risaie, Matsu ci avvisa che dobbiamo far un salto a casa sua e ci porta dove abita. Arrivate, ci fa scendere, ci fa entrare in casa, dove ci sono i figli che ancora si stanno lavando i denti, con nostro grande imbarazzo (ci sembrava di entrare e disturbare), ma lei era tranquilla (credo i figli e il marito siano abituati) e ci porta in una stanza particolare.

Foto di Paola

Nella stanza, unica interdetta ai suoi due cani, c’erano esposte le bambole giapponesi, che rappresentano la corte imperiale di un periodo storico. Sono bambole particolari, di un certo valore. Lei aveva il set completo, detto hina-ningyo. Ha detto che alla sua morte le avrebbe regalate alla città.

Momento cultura. Inizio.
Queste bambole sono esposte il giorno della “Festa delle bambole” o “Festa delle bambine”, festa che cade il terzo giorno del terzo mese (3 marzo). E’ una tradizione giapponese, in cui le bambole raffiguranti l’imperatore, l’imperatrice e il loro seguito sono oggetto di preghiera. Si prega perché la sfortuna delle bambine passi alle bambole.
Questa tradizione è molto antica. Pensavano che le bambole potessero “contenere” gli spiriti maligni, allontanandoli dalle bambine.
Momento cultura. Fine

foto di Paola

Inoltre alla parete vi era uno stupendo kimono da nozze, che ha fatto provare sia a me, sia a Paola. Dopo questo siamo partite alla volta delle risaie di montagna.

Arrivate alle risaie, mentre Matsu si è fermata in un punto strategico per fare le prime foto, si ferma un’auto, scendono dall’auto alcune persone e parlano con lei. Il gruppo parla in giapponese (chiaramente) fino a che non percepisco un “Itarijin”, un italiane. Dopo un minuto Matsu arriva da noi e dice che sono un gruppo che viene da Osaka e chiedevano se potevano far una foto con noi (abbiano così scoperto di essere esotiche).

Dopo aver fatto parte dell’esotic time, siamo ripartite per le vicine risaie.

Ho fatto millanta foto quella mattina, anche se la giornata grigia non ha valorizzato il luogo, rimane lo stesso di una bellezza particolare, ma al solito, questo è un altro post.

2 pensieri riguardo “KUMANO KODO – Kumano-Shi (Keicar e bambole)

  1. Tutto figo e tutto bello e, come al solito, con annessa voglia di partire.

    Però…

    però dai su, il caffè americano è senz’altro meglio di quello liofilizzato. Lo dico con cognizione di causa, esperienza pluriennale con ambedue le tipologie. Non puoi preferire il liofilizzato ad un americano fresco.

    Il caffè, intendo.

    1. L’americano è brodo colorato di scuro, sa di niente ed è tanto (troppo, se avevo sete bevevo acqua).

      Liofilizzato di buona marca tutta la vita fuori dall’italia! 😛

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