Il mio corpo sta invecchiando, e anche la mia mente. È una cosa normalissima che, seppur inconsapevolmente nei primi anni di vita, sappiamo già. Cominciamo a invecchiare nel momento stesso in cui siamo concepiti. Non è questo il problema.
Il problema è che il mio corpo invecchia molto più velocemente della mia mente.
Mi ritrovo quindi a guardare i progetti che il mio cervellino sforna, ad aprire cassetti in cui sogni ancora dormienti aspettano il loro turno, e a domandarmi se quei cassetti riuscirò mai a svuotarli. Domanda un po’ inutile, perché, per esperienza, quando creo spazio vuoto, è solo l’anticamera per riempirlo nuovamente. Come l’universo, tendo al caos.
Non so voi, ma io di progetti ne faccio a millanta. Solo che la maggior parte non prende il volo, altri li lascio volare lontano da me, solo pochi continuano a rimanermi fedeli.
Per i sogni è un’altra questione: devono trovare il modo di uscire dai cassetti e, una volta fatto, devono trovare il modo di realizzarsi. Una volta trovato il modo, devo sperare che non sia passato troppo tempo, tanto da non renderli più sogni.
In tutto questo turbinio di progetti e sogni trasportati dal vento, come soffioni con i loro acheni, cercando una stella su cui mettere radici, ci sono io, con i piedi ancorati a terra. Valuto se, a questo punto della mia vita, ho la forza necessaria per seguirli e curarli.
Tutto ciò senza avere la certezza di una “scala abbastanza lunga” per riuscire a raggiungerli e vederli nascere.
Io, da “giovane”, ho sprecato un sacco di tempo nel “non fare”, e ora un po’ me lo dico che potevo impiegarlo meglio. Ma mi perdono: a imparare che cosa volevo veramente, ci ho messo una vita quasi intera.
Di tutti questi piccoli cuccioli di dente di leone che sono i miei progetti e i miei sogni, qualcuno riuscirò a prenderlo, forse non a completarlo, o forse sì, o forse l’adolescente mai sopita che è in me continuerà a dirmi: “Sti cazzi, fai e vai” (ho un’adolescente sboccata).
Quindi allunghiamo la mano e via, a prenderli, per portarli a terra quei cuccioli di dente di leone.
Un mega mi piace potrei verlo scritto io, talmente mi ci ritrovo praticamente in ogni singola parola. E questi ultimi tempi ci rifletto tanto anche io.
Quest’anno a giugno sono i fatidici 50! E mi sento una 2oenne con 30anni di esperienza; inconsce, ribelle, un po’ stramba e folle. Che preferirebbe rimorsi piuttosto che rimpianti.
Gli anni comunque sono solo un numero 😘😅
Consoliamoci con un “bè almeno noi abbiano voglia di vita, viviamo, con tutti i nostri sogni e progetti”
Vedo spesso persone che non hanno neppure questo e cadono nella depressione, meglio noi che arranchiamo dietro ai nostri progetti, ma siamo felici di arrancare 🙂
Ti dirò, la depressione ormai è diventata una cara amica e rendendola tale, quando viene a trovarmi e mi propone di convivere riesco con sempre più fermezza e serenità a declinare educatamente la proposta. Concedendogli giusto qualche giorno di visita. Ci ho messo anni per imparare, ma oggi finalmente posso dire che “comando” io😊✌️
Parlo per me chiaramente, ci sono periodi meno solari e quindi mi incupisco anche io e vedo grigio dove ci sono colori, oppure ho periodi in un cui una mia caratteristica prende il sopravvento, parlo della malinconia.
E’ una malinconia senza soggetto, sono solo malinconica.
Ma entrambe sono lontane anni luce dalla “depressione”, o almeno da quello che io reputo depressione.
In ogni caso, sia per te, che per me, accettare le parti di se anche non perfette è un inizio di “guarigione” interiore. :*
Non ne faccio una questione di età, come tu stessa dici, ci vuole una vita a capire cosa si vuol fare nella vita. Credo l’importante sia continuare a fare progetti, perché anche solo idearli è vita.
Lo penso anche io, o forse è l’adolescente in me, solo che a volte… mannaggia il fisico non regge
(vogliamo parlare che ora vado a letto quando una volta era l’orario in cui uscivo di casa!? 😛 )
Ecco, questo avrei potuto scriverlo io. Paro paro. Meno male, non sono solo in questa valle di lacrime 🙂
Ci ho pensato moltissimo domenica, quando passeggiando sotto la pioggia abbiamo incrociato una vecchina minutissima, praticamente poco più di uno scheletro ambulante. Non riusciva a fare un passo e procedeva “vibrando”. Non staccava i piedi da terra. Teneva l’ombrello e una busta con la spesa, dentro pasta fresca e una vaschetta di pesto.
“Signora, tutto bene? Ha bisogno di aiuto?”.
E’ esplosa, letteralmente esplosa in un sorrisone. E ha cominciato a parlare. Un fiume in piena che esonda. Ma con una lucidità, una proprietà di linguaggio e soprattutto una voce talmente limpida e cristallina che la mascella ci ha contattato la panza.
No, non aveva bisogno, era solo stanca. La sua casa era a pochi metri, poi è stata circondata dai nipoti e siamo andati via a cuor leggero.
Si lallero. Leggero sto cacchio. Ci ha lasciato la terribile consapevolezza di una mente brillante in un corpo quasi mummificato.
Fai, finché si può. Facciamo. Progetta, traccia percorsi, mira ad obiettivi. Uno, dieci, cento, mille… sticazzi. Viviamo finché si può.
Io ci provo, solo che a volte proprio per questo mi intaso di cose da fare, e la mia giornata negli anni si è accorciata (vado a letto prima e non faccio più le ore piccole… nun reggo!).
In fondo questo post è nato dal pensiero di inserire un’altro progetto nella mia vita, solo che non ho “spazio” e temo appunto di ingolfarmi e poi abbandonarlo. Odio abbandonare le cose a metà.
Sto valutando, ma chissà quell’adolescente dentro me dice lo stesso che dici tu “Fai!”.
Detto questo… permettimi di dirtelo, per quel poco che conosco di te, anche tu dovresti “fai!”
Il mio “fai” sarebbe giocare senza pensieri. Giocare a qualunque cosa, ma soprattutto ruspe e camion nella sabbia 🙂
E invece mi tocca essere adulto e responsabile come il sessantenne che sono 😦
Uhm… il tuo giocare sei sicuro che sia un fare o forse non è un “evadere”?
Può essere.
Quello scritto prima era quasi un urlo che rivolgevo a me stesso.
Ma devo sempre fare i conti con i sensi di colpa…
Comincia a metter sul tavolo anche i sensi di colpa anche verso te stesso, per averti tradito, non ascoltato, messo in disparte. Poi valuta
Sto dando ragione a Tom Waits 😀
Quelli nei miei confronti comunque non sono sensi di colpa. E’ consapevolezza. So di essere un coglione e semplicemente avrei dovuto seguire il cuore, senza timore di sbatterci il muso. Ed in più, essendo coglione, pago sempre tutto molto salato, sia economicamente che sentimentalmente. Non ho il diritto di lamentela, perché ho scelto tutto io, cannando quasi tutte le scelte nei momenti nevralgici.
E adesso il domandone: è più giusto reprimersi tentando di non far soffrire chi mi sta attorno, che comunque ogni tanto soffre subendo queste paturnie (che però direi sia un problema suo, in realtà), oppure mollare tutto, dare libero sfogo alle paturnie, vivere inseguendo la felicità dando un’ultima e definitiva botta di sofferenza?
(me lo sto chiedendo in questo momento di sfogo, scusa 😉
((lo so, dovrei aprire un blog mio))
All my friends are married
Every Tom and Dick and Harry
You must be strong
To go it alone
Here’s to the bachelors
And the bowery bums
And those who feel that they’re the ones
Who are better off without a wife
I like to sleep until the crack of noon
Midnight howlin’ at the moon
Goin’ out when I wanto, comin’ home when I please
I don’t have to ask permission
If I want to go out fishing
And I never have to ask for the keys
Never been no Valentino
Had a girl who lived in Reno
Left me for a trumpet player
Didn’t get me down
He was wanted for assault
Though he said it weren’t his fault
Well the coppers rode him right
Out of town
(chorus) selfish about my privacy
As long as I can be with me
We get along so well I can’t believe
I love to chew the fat with folks
And listen to all your dirty jokes
I’m so thankful for these friends
I do receive
(Tom Waits, Better Off Without a Wife)
(comunque sono peggio dell’edera. arrivo e mi prendo tutto lo spazio… scusa :*)
Ma scherzi!? A me fa piacere discorrere con te! ❤
Sicuramente ci avresti sbattuto il naso, sono poche le persone a cui non succede, io per esempio il naso me lo sono fratturato! 😛
La verità e che non esiste situazione o scelta che non abbia controindicazioni. Noi dovremmo solo scegliere, e no sempre ci riesce, quella che a meno controindicazioni per noi.
PS: smetti di dirti male parole, se te le ripeti finirai per pensare che è la verità
Anche a me è capitato di non portare a termine dei progetti ai quali tenevo tantissimo. Talvolta perché non c’erano le condizioni per mandarli in porto, talvolta perché sono stato io a smettere di tenerci, e a capire che stavo desiderando qualcosa che mi avrebbe fatto più male che bene.
Quando desideriamo una cosa che ci fa più male che bene forse non è un progetto o un sogno, è solo (come scrivi tu) un desiderio.
Spesso i desideri non nascono dal cuore, o meglio nascono sempre dal cuore, da un punto in cui manca qualcosa e cerchiamo di riempirlo. Per farlo, lo facciamo compulsivamente e inconsciamente, senza vedere che forse non è quello che vogliamo veramente, ma solo un cerotto per coprire quel “buco”.
Non sto enunciando la verità, sia ben chiaro, ma solo ragionando a tastiera attiva con te.
anche io ho capito troppo avanti che cosa voglio fare nella vita. ma non è “troppo tardi” per poterlo iniziare a fare. tanto tempo sprecato prima, questo sì…
Infatti è il tempo sprecato che da fastidio….