The Match è un film coreano uscito nel 2025 che trovate su Netflix Italia, la quale ha cambiato il titolo, non si sa per quale motivo, in “L’ultima partita di go”.
La narrazione è ambientata tra gli anni ’80 e ’90. Racconta la storia (un po’ romanzata nel film, ma comunque vera, perché autobiografica) di Cho Hun Hyeon, un campione di Go che scopre Lee Chang Ho, un giovane ragazzo dotato per questo gioco, durante una gara amatoriale.
Cho Hun Hyeon, colpito dalle potenzialità di Lee Chang Ho, gli dice che giocherà una partita con lui solo se riuscirà a risolvere un problema irrisolto del Go.
Alla fine i due giocheranno. Dopo quella partita, Cho Hun Hyeon prenderà il giovane sotto la sua ala protettrice per crescerlo e trasformarlo in un giocatore professionista.
I problemi inizieranno quando il ragazzo, ormai cresciuto, vorrà cambiare il suo stile di gioco, entrando in conflitto con quello del maestro.
La trama è tutta qui, e potrebbe sembrare scarna, ma in realtà è densa. Il pathos è lo stesso de “La regina degli scacchi” una storia inventata, ma in cui la scalata ai vertici è simile.
Solo che in questo Korean movie, forse perché basato su una storia vera, entrano in gioco emozioni che bucano davvero lo schermo.
È un film al maschile, in cui la figura femminile (una sola, tra l’altro) è marginale se non assente, ma sono rimasta coinvolta ugualmente.
Le emozioni non hanno sesso.
Cho Hun Hyeon è interpretato da Lee Byung Hun (Mr. Sunshine, The Squid Game) e, come sempre, incanta con la sua bravura.
Lee Chang Ho è interpretato da Yoo Ah In (Hellbound, Chicago Typewriter), rimasto fermo per un paio d’anni a causa di uno scandalo¹. La sua bravura è pari a quella del collega: regge il confronto con un mostro sacro della cinematografia come Lee Byung Hun.
La fotografia del film ci trasporta davvero negli anni ’80 e ’90. Con la patina dei suoi colori, mi sono ritrovata indietro nel tempo.
La regia, con le sue inquadrature, ha saputo cogliere le emozioni e portarle fuori dallo schermo, dritte nei nostri occhi.
Le due ore del film sono scorse velocemente, tanto mi hanno tenuta incollata alla visione, e quindi lo consiglio. Anzi vi dirò di più, alla fine del film, mi è rimasta una gran voglia di imparare a giocare a Go².
Qualcuno di voi lo sa giocare? O sa dove si possono imparare le basi?
¹ Scandalo che, da noi, avrebbe fatto notizia per una settimana. Con la mentalità coreana e i suoi netizen, ha invece portato al massacro della sua persona, tanto che, a causa della sua partecipazione nel film, quest’ultimo è uscito nelle sale e su Netflix solo nel 2025, con due anni di ritardo. Purtroppo, la Corea del Sud non è nuova a questo tipo di atteggiamento verso le persone famose, alle quali non è concesso il minimo errore.
² Il Go è un gioco da tavolo strategico, di origine cinese, per due giocatori, che usano alternativamente pedine bianche e nere. Lo scopo è controllare un’area più vasta di quella dell’avversario. Per farlo, i giocatori cercano di disporre le proprie pietre in modo che non possano essere catturate, ritagliandosi allo stesso tempo territori che l’avversario non possa invadere.
Ha origini antichissime, risalenti ad almeno 2500 anni fa.
Dalla Cina è stato esportato in Giappone e poi in Corea.
L’ho intravisto nelle novità e stavo quasi per: “toh, chissà se stavolta suggerisco io un quaccheccosa…” ma non ho fatto in tempo 😉
Dev’essere tipo “Il colore dei soldi” in salsa coreana, neh?
Non ho visto il colore dei soldi e quindi non so dirti… so che è basato su una storia e che i protagonisti Cho Hun Hyeon e Lee Chang Ho sono ancora vivi e giocano ancora a Go
Non conosco il gioco, però la trama del film mi ha incuriosito, anche se di solito non sono un amante delle pellicole orientali
Ti avviso che non so se doppiato.
Io i film asiatici li vedo rigorosamente in lingua originale con i sub italiani.
Questo perché il labiale loro con la nostra lingua (il movimento delle labbra deve muoversi insieme alle parole sentite) è bruttissimo e perde davvero tanto.
Se sei abituato a a vedere il film con i sub non avrai difficoltà.
PS: gli unici che io vedo doppiati sono quelli in lingua inglese. Non amo molto quella lingua, che è necessaria come lingua di interscambio, ma non amo il suono
eh beh, però se ci sono attori di colore perdi tanto eh… la loro parlata è sublime.
Ogni lingua ha una sua melodia intrinseca, mi piace il francese (nonostante i francesi…. scherzo… 😛 ), mi piace lo spagnolo, il coreano mi prende piacevolmente di pancia, mi piace anche il tedesco, il cinese ha una musicalità sua, mi piace anche il thailandese (dopo il primo impatto 😛 ) e il sui parlare nasale, poi amo profondamente il giapponese ❤ ma… l'inglese no!
Nonostante sia la lingua di interscambio mondiale (o quasi), nonostante stia cercando di impararla (appartengo alla generazione che a scuola imparava il francese) perché è il modo di comunicare con le persone nel mondo, non mi piace il suono delle parole inglesi (ancor di meno mi piace l'americano), specialmente quando parlano veloce, alle mie orecchie arriva solo un suono tipo il borbottio di un vecchio iroso incazzato.
E' un problema mio, lo so.
E’ roba soggettiva, è un problema di tutti 🙂 io per esempio ho una innata ritrosia per il tedesco, lo spagnolo mi fa ghignare e i francesi… beh appunto: so’ francesi, è come dire che so’ laziali 😉
L’inglese devo usarlo per forza, è comodo e più semplice per dire cose semplici (o tecniche, come nel mio caso). Però mi piace lo slang tipo cowboy o quello dei neri americani. L’inglese oxfordiano è terribilmente pomposo. Poi se ti parlano in cockney londinese o dialetto di Manchester stai fresco, fine dei giochi.
Quando vado in giro mi piacerebbe parlare la lingua locale. Rosico se non mi posso esprimere come loro. Al momento gli sforzi si limitano allo spagnolo e al francese (memorie delle medie) e vorrei tanto masticare l’arabo. Sono stato per un po’ in Arabia una decina d’anni fa e qualcosina ina ina stavo cominciando a sillabarla, ma ora giusto tre parole e due numeri in croce…
Me lo segno. Non ho idea di come si giochi a Go, ma compare in molti film e serie TV.
Secondo me, da quello che ho letto e soprattutto da quello che ho capito, il Go è il formato ludico de “L’arte della guerra” di Sun Tzu.
Non nel senso di trasposizione del libro, ma in quello di strategia.
Del resto sempre i cinesi lo hanno inventato…
Anche dalla tua spiegazione sembra possa essere così…