SHOOTING STARS


Se avete voglia di qualcosa di leggero, se vi piacciono i retroscena, se avete voglia di farvi qualche risata ma nel frattempo volete anche un po’ di sentimento, se amate tantissimo le commedie sentimentali classiche, se avete tutti questi se allora “Sh**ting Stars” (o Shooting Stars) è un kdrama del 2022 che fa per voi.

TRAMA
Un dietro le quinte del mondo dello spettacolo coreano, chiaramente essendo un drama sentimentale è una versione “rosa e fiori”.

Oh Han-Byeol è il capo di un team di pubbliche relazioni di una società di gestione di attori e attrici. Gong Tae-Sung è la stella della società. Famosissimo e amato in tutta la nazione come attore, per il suo aspetto e modi gentili, ma ha anche un lato del carattere che non mostra pubblicamente.

I due litigano praticamente per ogni cosa, La loro conoscenza ha radici dai tempi universitari, questo non impedisce ad entrambi di essere attratti uno dall’altro.

Prosegue così il loro rapporto tra fan, antifan, segreti nascosti, amici che li supportano, crisi d’immagine e di scandali, veri e falsi, che inseguono il team delle PR.

Intorno ai due protagonisti si sviluppano le storie degli altri attori e manager, da quelli esordienti a quelli più affermati.

GLI ATTORI

Lee Sung-Kyung interpreta Oh Han-Byeol, capo del team delle public relation della Star Force Entertainment.
E’ la prima volta che la vedo recitare, brava nel ruolo, anche se dal mio punto di vista ha dato un’interpretazione al personaggio troppo patinato. Ha iniziato la sua carriera come modella per poi debuttare come attrice in seguito.

Kim Young-Dae interpreta Gong Tae-Sung, l’attore, la punta di diamante, la stella indiscussa della Star Force Entertainment.
Anche lui è la prima volta che lo vedo recitare, nonostante abbia al suo attivo molte produzioni tra cui (solo per citarne alcune) “The Penthouse” 1 e 2, un paio di apparizioni in “True Beauty”, un ruolo principale in “Extra-Ordinary You” (che sto visionando ora, dove mi è piace di più, nonostante abbia meno spazio).

Yoon Jong-Hoon è Kang Yu-Sung un manager da molti anni, molto gentile e di bell’aspetto.
Di lui mi sono “innamorata”, credo grazie anche al personaggio che interpreta. Una bellezza che non acceca ma che avvolge. Bravissimo nella recitazione sia verbale che attraverso gli occhi e il corpo. Anche lui ha al suo attivo, solo per citarne alcuni, “The Penthouse” 1 e 2, un ruolo di supporto in “Extra-Ordinary You” e un guest role in “Rookie Historian Goo Hae Ryung”.

Lee Jung-Shin è di Do Soo-Hyuk è un avvocato di società e consulente legale della Società.
Lo ammetto, mi sono “innamorata” anche di lui, anche per lui grazie (suppongo) al suo personaggio. Lee è un membro del gruppo di Kpop CNBlue, ma negli ultimi anni ha intrapreso una carriera d’attore di tutto rispetto.

Park So-Jin nei panni di Jo Ki-Bum giornalista per un giornale di intrattenimento on line e amica intima di Oh Han-Byul.
La sua recitazione, e il suo personaggio, mi sono piaciuti molto, molto più di quello della protagonista, più vero. Purtroppo negli ultimi anni le hanno dato solo ruoli di supporto, di cui l’ultimo appena uscito in “Alchemy oh Souls”. Credo perché lei non è solo attrice, ma è anche una cantante e compositrice e fa parte di un gruppo di ragazze della K-pop, le  “Girl’s Day”, questo le lascia meno tempo per la recitazione.

Kim Yoon-Hye nel ruolo di Park Ho-Young anche lei amica di Oh e manager della società Star Force Entertainment.
Ha iniziato la sua carriera come modella, poi è passata ai video musicali e infine al cinema e ai drama. E’ da molti anni presente sulla scena, alternando ruoli principali a ruoli di supporto.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
La frase finale della serie è: “La storia di coloro che riparano ai disastri delle star”.
Il kdrama è stato piacevole, scorrevole, ma sicuramente non è una serie di cui farei rewatch. Troppo edulcorato. Tutti si amano e tutti vanno d’accordo, le star amano i loro sottoposti e i loro sottoposti amano le loro star.

Sarei curiosa di intervistare dal vero “coloro che riparano i disastri delle star”, ma tenuto conto di questo, sì, è una leggerissima sbirciatina dietro le quinte.

Del resto stiamo parlando di un drama sentimentale e non di un film candidato al premio oscar.

Trovate questo drama con un titolo in due versioni “Sh**ting Stars” e “Shooting Stars”, la cosa è voluta perché in coreano il suono della frase “stella cadente” e simile a “cacca”, quindi questa doppia valenza è una punta d’ironia sull’ambiente lavorativo che ho molto apprezzato.

VISTO su Viki Rakuten, ma lo trovate anche su Rama.

VOTO 7,5

Rammento che quando io scrivo di un drama sono sempre le mie opinioni e ciò che il drama ha fatto nascere in me.

TOMORROW


Se le storie con i tristi mietitori vi solleticano sempre, se un pizzico di storico non vi dispiace, se i destini che si incrociano vi attirano, se appartenete alla categoria “E’ bellissimo! Ho pianto tanto” 😉 , ecco secondo me “Tomorrow” è un kdrama del 2022 che fa per voi.

Una piccola avvertenza che dicono all’inizio del primo episodio, e io ribadisco:
Tomorrow è una serie su tendenze al suicidio. Si sconsiglia la visione a chi lotta con il tema. Non guardate la serie, ma chiedete aiuto.

Questo perché chi è in quello stato mentale può essere influenzato dalle dinamiche dei tentativi di suicidio falsi dello schermo.

TRAMA
Una squadra speciale dei Tristi Mietitori, ovvero la squadra Gestione Rischi, è stata istituita dall’Imperatore di Giada per cercare di aiutare gli uomini che stanno per avvicinarsi sempre di più al suicidio. Questa squadra è anomala rispetto alle altre squadre di Tristi Mietitori, i quali devono solo certificare l’avvenuta morte e accompagnare l’anima nell’aldilà.
La squadra gestione rischi deve cercare di convincere i probabili suicidi a rinunciare al loro proposito, vivendo ancora tutto il loro tempo sulla terra al meglio delle loro possibilità.

Che accade se un umano cercando di salvar un suicida, incappa nella squadra gestione rischi e per questo ha un incidente che lo porta in coma, rimanendo quindi tra la vita e la morte? Come farà l’aldilà a risolvere questo incidente capitato a causa dei suoi impiegati?

Il drama si sviluppa al solito sui canonici 16 episodi, ed ogni episodio è a se stante, anche se un filo conduttore ci porta al finale, una trama che per l’idea merita un punteggio di nove.

GLI ATTORI
Un cast di tutto rispetto alcuni per me di nuova conoscenza, altri già visti e amati.

Kim Hee Sun che non ho mai visto recitare, interpreta Goo Ryeon, la Mietitrice dai capelli colorati. Bravissima in questo ruolo.
Lee Su Hyeok interpreta un Triste Mietitore serio e ligio alle regole, Park Joong Gil. Cosa posso dire di lui? Superbo, come sempre, del resto chi lo ha visto anche solo nella sua interpretazione del vampiro in “The Scholar Who Walks the Night “, sa di cosa parlo.
Rowoon è il giovane umano che nel cercare di salvare un possibile suicida si ritrova in coma. Credo che di Rowoon non debba dire nulla, conosciuto come membro della band kpop SF9 è venuto alla ribalta come attore con il drama “L’affetto reale”.
Yoon Ji On l’ho scoperto in questo drama, ma è stata una bellissima scoperta. Bravo, davvero bravo, mi ha fatto venire voglia di vedere altri film e/o drama con lui.

Infine voglio fare un piccolo cameo, solo una citazione per Kim Hae Sook, qui in un ruolo di supporto, ma lei lavora spesso in ruoli di supporto che sono quasi principali. Una grande attrice vista lavorare in tanti drama, (solo per citarne un paio: star-up, hospital play list). Dal mio punto di vista la sua sola presenza dà spessore al drama dove lei lavora.

A tutti loro come voto un bel 10 pieno.


CONSIDERAZIONI PERSONALI
Come già detto il drama si sviluppa su sedici episodi, ognuno con una storia diversa, e coglie aspetti sociali della vita coreana passata e presente di questo popolo, in cui la percentuale di suicidi (insieme al Giappone) è tra le più alte dell’Asia.

Personalmente ho amato molto quattro di queste storie, altre le ho trovate esagerate nell’espressione, in cui i cattivi erano troppo cattivi e in cui i personaggi sono diventati troppo patetici, tutto ciò fatto (per me palesemente) con la chiara intenzione di smuovere lacrime ed emozioni a tutti i costi. Durante la visione questo un po’ mi ha destabilizzato nel dare una mia opinione, perché a un episodio avrei dato dieci ed a un’altro avrei dato sei. Non capivo.

Ho capito guardando la scheda del drama.
Questo drama ha due registi e tre sceneggiatori e quindi ogni episodio ha un’impronta diversa a secondo di chi ha scritto la storia e di chi ha fatto la regia.

VISTO su Netflix, ma lo trovate anche su Rama.

VOTO impossibile (per me) dare un voto singolo a questo drama, come scritto nelle considerazioni personali due registri e tre sceneggiatori non mi permettono di dare un voto omogeneo, dovrei dare un voto a singolo episodio. Per questo ho dato un voto alla trama (9) e agli attori (10) separatamente.


Rammento che quando io scrivo di un drama sono sempre le mie opinioni e ciò che il drama ha fatto nascere in me.

SCRIPTING YOUR DESTINY


Se vi piacciono le commedie romantiche, se vi piacciono le commedie intrise di fantasy, se vi perdete come bambinə sorridenti con gli dei della mitologia coreana, se volete un kdrama con pochi episodi, se siete nel periodo che preferite episodi da mezz’ora, secondo me “Scripting Your Destiny”, un kdrama del 2021, fa per voi.

TRAMA
Il destino degli esseri umani è scritto da un dio, anzi da più di un dio. Questi “dio” scrivono la vita dei singoli individui. Devono diventare scrittori, anzi sceneggiatori, della vita degli umani che seguono.

Sono gli dei del destino, hanno libertà di sceneggiatura sull’umano che seguono. Ognuno di loro ha delle capacità e delle attitudini di scrittura. L’unico tabù e divieto che hanno dal “dio superiore” è “mantenere il distacco emotivo” dagli umani che seguono, ma scrivere solo al meglio la loro vita, senza provare nessuna delle emozioni umane per loro, pena il dissolvimento.

Che accade se un dio del destino incrocia continuamente il proprio destino con un’umana? Se questo dio, inconsciamente comincia a provare dei sentimenti? E se un altro dio del destino ci mette lo zampino?

GLI ATTORI
Ki Do Hoon interpreta il dio del destino chiamato Shin Ho Yoon, è tra i più bravi dei del destino, freddo, distaccato, riesce a scrivere al meglio il libro dei propri umani.
Ha recitato in molti film in ruoli di supporto, quali “Arthdal Chronicle”, “Once Again” e lo troviamo in un ruolo principale in “Catch the Ghost”.

Jeon So Nee è una giovane donna che sta scrivendo in segreto una drama che ha molto successivo televisivo.
Ha recitato come protagonista anche in “When My Love Bloons”.

Kim Woo Suk è un giovane produttore televisivo, aspirante regista, la cui vita viene scritta dal dio Shin Ho Yoon. Dio che considera la vita di questo umano il suo capolavoro e tale vuole che continui ad essere.
Ha recitato come attore protagonista anche in “Military Prosecutor Doberman”.

Park Seul Ma Ro (conosciuto anche con il nome di Park Sang Nam) è un altro dio del destino, molto bravo nel costruire storie sentimentali e amorose ai suoi umani, amico del dio Shin Ho Yoon.

 
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Amo quasi tutte le storie quando sono chiamati in causa gli dei e la mitologia coreana. Immergermi in quei mondi, non so come mai, mi rende felice, sorridente, curiosa di vedere l’iterazione dei e umani.

Ho solo una piccola riflessione finale. Non ho potuto fare a meno di notare che in pratica gli dei del destino sono sceneggiatori e anche la protagonista lo è. Quindi il pensiero successivo è stato: “In fondo tutti noi siamo sceneggiatori. A seconda delle scelte che decidiamo di fare, della volontà e della perseveranza che mettiamo nelle cose, costruiamo il nostro mondo. Il detto “aiutati che il ciel ti aiuta” è la base di questa costruzione.”.


VISTO su viki

VOTO 8

(altro titolo con cui trovarlo Writing Your Fate)

Rammento che quando io scrivo di un drama sono sempre le mie opinioni e ciò che il drama ha fatto nascere in me.

NAVILLERA


Un giovane con il futuro davanti a se con un progetto da portare avanti ma ancora in fase di crescita, e per questo, un vissuto tormentato. L’altro ormai anziano con un passato dietro se, la sensazione di aver perso qualcosa ma con la sicurezza che dà solo l’aver attraversato la vita.
La vita davanti a se e la vita dietro se.

Il fato, il destino, il caso o forse quel battito di ali della teoria del caos che tanto caos non è, li fa incontrare, e da lì inizia questo stupendo rapporto. Il più giovane Lee Chae Rok (interpretato da Song Kang) cambierà mettendo un piede nel mondo con più sicurezza e il più anziano Shim Deok Chul (interpretato da Park In Hwan) troverà ancora la forza del proprio sogno.

Questo kdrama ha messo a fuoco un timore che noi “cerebrali emotivi” abbiamo, e forse a causa di questo, i miei tempi di visione sono stati diversi.
Di solito quando “attacco” un drama, vengo presa da una passione smisurata, se potessi farei ogni volta delle maratone (ammetto che a volte ho fatto delle semi maratone). Con Navillera non mi è stato possibile. Dopo un episodio (al massimo uno e mezzo) dovevo staccare, dovevo prendere tempo e fiato per farlo diventare mio.
Avevo la sensazione che non avrei potuto reggere tutto il peso delle emozioni che trasmetteva oltre un episodio, anche se la storia e le immagini scorrevano leggere e delicate, ma erano leggere alla “Nabillera” fragili.

In questo kdrama nessuna storia d’amore, nessun retroscena che fa sobbalzare, nessun colpo di scena, solo un continuo scorrere, che con lentezza e grazia, (come i movimenti dei ballerini di danza classica) regala poesia fatta immagini.

Della trama non dico altro, se voleste vederla non vorrei anticipare (non volendo) situazioni o frasi che potrebbero spoilerare, ma qualche parola la spendo su altro.

Song Kang è il giovane ventitreenne, ballerino di danza classica, che interpreta davvero magistralmente. Durante la visione della serie mi chiedevo: “Ma sarà una controfigura, non è possibile che sia così bravo”. Al contempo la ripresa inquadrava anche il viso e quindi, rimanevo con il dubbio. Questo dubbio ha fatto si che facessi ricerca e scoprissi, “Sì, è lui che danza!”.
Sonk Kang per mesi ha studiato danza classica per poter interpretare questo ruolo. Questa cosa mi ha lasciato a bocca aperta per lo stupore e fatto amare ancora di più questo attore, (visto in Love Alarm).

Park In Hwan non lo conoscevo, è un attore settantasettenne, ha dato questa immagine al suo personaggio di uomo gentile con il mondo, che ha donato la sua vita al lavoro e alla famiglia e ora, sempre con gentilezza ma determinazione, vuole che il suo sogno tarpato in gioventù, diventi realtà.
Vederlo apprendere la danza ha dato a me il pensiero che “non è mai troppo tardi“.

Kim Tae Hun il maestro di danza Ki Seung-joo, altro attore coreano che non conoscevo. Ha vestito il suo personaggio di fascino, durezza, amore e tenerezza celata. Lo ha fatto così bene, che mi sono innamorata di lui.

Kim Kwon mette in scena il ruolo dell’ex amico di Chae Rok, che ora detesta e odia, imputandogli quello che gli è accaduto, tramite il padre. Ha avuto la capacità di farsi odiare all’inizio e comunque comprendere le sue motivazioni, senza approvarle, verso la fine. Quando un attore riesce a farmi cambiare idea sul personaggio una o più volte con la sua interpretazione, riconosco in lui la grande capacità di coinvolgere. E questo che fa grande un attore.

L’interprete femminile Na Moon Hee ovvero Choi Hae-nam, moglie dell’anziano Deok Chul. Sinceramente all’inizio degli episodi mi risultava un personaggio ai limiti della visione dell’occhio, messa lì come riempimento della storia, ed invece me la sono ritrovata con un pathos e un ruolo che mi ha fatto deglutire l’emozione.

Chiudo con qualche curiosità.

Cosa è Navillera? E’ un movimento leggiadro, un battito d’ali di farfalla, questo è ciò che regala il nome a questo kdrama, così diverso da quelli che siamo abituati di solito a vedere.

Vi è anche un riferimento a una poesia coreana. La danza di una monaca, di Cho Chi Hun. Questo scrittore ha menzionato per la prima volta la parola “Nabillera” a significare quel movimento delicato e fine, appunto come quello di una farfalla.

In tempi non recenti i coreani usavano questa parola per esprimere contemporaneamente qualcosa di delicato, bello e fragile. Oggi non è più usata, e quando lo è, ha modificato il suo senso, è rimasto il suo raro utilizzo come espressione di grande dubbio.

Esiste anche danza buddista coreana chiamata “Nabichum” ovvero “la danza della farfalla“.

Io ringrazio i drama coreani, grazie a loro la mia curiosità per il mondo è rinata, grazie a loro mi sono interessata ad altre culture, grazie a loro ho cercato la storia di altri paesi e sempre grazie a loro cerco e scopro sempre cose nuove, grazie a loro ho scoperto i drama di altri paesi che a loro volta mi hanno interessata (e continuano a farlo) alla loro cultura, scoprendo cose sempre nuove.

Io non ho mai amato la danza classica, questa serie me l’ha fatta amare un pò, amo la metafora che porta questa serie e che ho “traslato” sul mio vedere i drama (di qualsiasi nazione siano).
Possono sembrare leggeri, senza grandi pretese, ma dietro vi sono un lavoro e una conoscenza enorme. Quello che trovi, che scopri, dipende da te, da quanto vuoi approfondire, da quanto ami quella cosa.

Con i drama io ho scoperto la storia di altri popoli, i loro modi di vivere, ho comprato libri dei loro scrittori e ho cercato di capire perchè abbiamo pensieri diversi sul vivere, scoprendo che siamo diversi, ma non così tanto quanto potrebbe sembrare.

Non esiste nulla di stupido al mondo, esiste come tu vivi quella cosa.