PANE E GENTILEZZA


Il pezzetto che manca è stato il primo boccone che ho mangiato del MIO pane. Pane da me impastato, strapazzato, coccolato, accudito e infine assaggiato.

Cotto stanotte, tagliato a mezzogiorno pensando solo un pezzetto (quello che manca nella foto), un quarto d’ora dopo ne avevo fatto fuori un quarto.
Dopodiché ne ho tagliati altri due quarti li ho divisi a metà, li ho messi con cura in un paio di sacchettini e li ho portati in ufficio. Dal mio ingresso in ufficio allo spazzolamento dei due quarti, circa 9,36 minuti.

Ciò mi piace, non solo perché è il MIO pane, fatto con le mie mani e la mia energia, ma perché mi piace condividere. E mi piace farlo dando e ricevendo.

Uno degli spazzolatori è un mio boss, che ultimamente mi ha dato delle uova di oca, delle sue oche. Un giorno arriva in ufficio, le pulisce, le lava e con gentilezza mi chiede se le voglio. Nello stesso tempo, mi spiegava come e perché delle sue oche, che ocheggiavano libere per i prati e deponevano uova a caso in giro.

Ecco cosa mi piace della condivisione, una settimana fa tu hai regalato a me gentilezza e uova, e una settimana dopo io dono a te pane e gentilezza.

La vita dovrei imparare a prenderla sempre così, mangiando pane e gentilezza.