Per come sono fatta la cosa più faticosa è cominciare, figuratevi ricominciare!
E non pensate che nel mentre scriva io pensi a un uomo e a una storia d’amore. Specifico perché so moltissime persone pensano che se una donna è sofferente è colpa di un’amore putrescente e del relativo uomo (uomo vale per le etero e i gay, donna vale per le lesbo, entrambi per i bisex o a vostra scelta perchè tra gender e sottogender io mi perdo).
Ma non è così, io son bravissima a star male e autodistruggermi anche per altre cose. Ma non è una cosa di cui scriverò oggi dei miei ultimi cinque mesi. Oggi stavo scrivendo della faticosità del ricominciare. Ricominciare a sorridere, a lottare e soprattutto a credere. Fatto questo il resto viene da se.
Io mi accorgo quando questo accade perché guardo e osservo senza la patina di grigio; “sento” la bellezza delle cose attraverso gli occhi e nel contempo vedo la comicità della vita e di quello che abbiamo intorno.
Sabato pomeriggio, in una passeggiata nella Bergamo alta (e bassa) mi sono accorta che qualcosa si è mosso. Lo sguardo si posava e l’anima si emozionava

Lo sguardo cadeva, la mente sorrideva, l’ironia coglieva

Un embrione sta crescendo. Una parte di me sta rinascendo, ciò piace a tutte le mie personalità multiple.
PS: Clicca qui se vuoi vedere qualche altra immagine del mio sabato pomeriggio
PPS: Devo ringraziare Progenie e VB che mi hanno spinta ad andar con loro.