SUICIDI DI STATO


Il 17 giugno si “suicidò” la sua segretaria personale, Graziella Corrocher, “fece un volo” dal quarto piano della sede del banco ambrosiano.
Il 18 giugno lo trovarono impiccato sotto un ponte sul Tamigi, “suicidio” dissero, si chiamava Roberto Calvi.

Ma a onor del vero ci fu una epidemia di suicidi in quel periodo, un uomo dei servizi segreti su trovato impiccato al termosifone di casa, chiaramente un “suicido”. Michele Sindona fu avvelenato in carcere, con un caffè, qui non dissero “suicidio”, ma poco ci mancò.

Sullo sfondo, il crack del banco ambrosiano, a LoggiaP2 (leggasi Massoneria), lo Ior (leggasi Chiesa Vaticana), la mafia, i servizi segreti italiani, la politica e la finanza. Sei (dico sei) poteri messi insieme.

Potevano non esser “suicidi”? Potevano non esserlo, queste morti con questa associazione a… non so, mettete un aggettivo che vi sovviene.
Poteva essere che questi “suicidi”, questi avvelenamenti e queste morti successive accessorie, potessero essere risolti?

Bravi. Proprio così, tutte morti rimaste sospese, come fantasmi che non trovano pace e vagano tra il cielo e la terra.

Poi oggi leggo, che il gip, dopo 34 anni (dico trentaquattro anni) Simonetta D’Alessandro ha deciso l’archiviazione dell’ultima inchiesta sulla morte di Roberto Calvi, sottolineando l’impossibilità di stabilire cosa è veramente accaduto. Tutto ciò, anche grazie al fatto che tutte le rogatorie inoltrate alla Santa Sede sugli affari con lo Ior di Marcinkus “hanno avuto esiti pressoché inutili”. Ma che strano. Eppure era Gesù che diceva “La verità vi renderà liberi”.

Io so, che già allora, giovanissima dopo più che bambina, in cui lo scopo principale della vita era innamorarmi dell’amore, in un’epoca in cui non vi era informazione se non quella dei telegiornali di stato (solo due), senza sapere ne arte ne parte, di pancia io la verità la “percepivo”. Come percepisco oggi la dinamica e i traffici di 34 anni, per cui oggi è arrivata la chiusura dell’inchiesta e il verdetto “non è possibile trovare i colpevoli”.

Noi lo sappiamo, io e le mie mille me, e qualcuno di voi con i suoi mille se lo sa, quando non vi è nessun colpevole vuol dire che i colpevoli sono solo troppo potenti per esser puniti.
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