MI STATE, QUASI TUTTI, UN PO’ SUL CAZZO


Post ad alto contenuto offensivo generico, non adatto a occhi sensibili e/o persone permalose.
Scritto nel mio spazio a mio uso e consumo, dato successivamente in pasto alla rete. Io vi ho avvisato, se continuate a leggere e poi vi sentite vilipesi e mi trovate stronza, arrogante e pure un pò troia è un problema vostro non mio.

Non abbiatene a male, non credo neppure sia colpa vostra, ma la maggioranza di voi umani, mi sta un pò sul cazzo. Bada bene, non tutti, ma comunque una fetta così ampia e grande da farmi desiderare di non aver a che far con voi teste di cazzo.

Ritorti sulle piccolezze dei giorni, elemosinate attenzioni. Succhiate energia, con una tale bravura che presumo Monica Lewinsky sia venuta da voi ad apprendere. Lo fate continuamente perchè non avete voglia di alzar quel vostro enorme culone pieno di ciccia cerebrale ed emotiva e darvi da fare per migliorare voi stessi e la vostra vita. Vi piangete adosso, ma con la minchia se vi spostate di un millimetro. Chiedete aiuto, gentilezze, riguardi, premure e cortesia in maniera subdola e mai apertamente che si sai mai che alla centesima volta qualcuno a fanculo vi mandi.

Con occhi supplichevoli di cane bastonato implorate consigli, che puntualmente disattendete, perchè di seguirli non ve ne frega una beata cippa, non avete intenzione di uscire dalla merda in cui siete, volete solo sfiatare un pò e riversarla su di me o sul malcapitato di turno. In fondo, lo so, vedere gli schizzi che riuscite a fare sugli altri vi provoca momenti di godimento.

Piccole bocche maleodoranti e marcite, dalla cui labbre non riescono a uscire parole vere, ma solo putride cattiverie o manipolativo amore. Non vi sento parlare bene di una sola persona, dico di una, neppure per sbaglio, neppure del vostro “amore” con il quale condividete il letto e il corpo, e al quale celate la vostra vera natura indossando maschere e facendolo impazzire.

Sanguisughe energetiche, vampiri di luce, pigri emotivi, zecche dell’anima, infide zanzare delle aure, mollatemi! Anzi no, vi mollo io.

La verità che io ho bisogno di ampi spazi di tempo e luogo intorno a me.
La solitudine è uno spazio sacro, che amo, in cui mi rigenero e che puntualmente invadete come locuste affamate. E quando ciò accade, divento guerriera e mi difendo. Lo scrivere è la mia spada. Se oggi, con questa “mia spada”, ho allontanato almeno qualcuno di voi, sospiro grata all’universo.

Ora, scusate, torno al mio spazio sacroX photo by Marko Mastosaari

LA PERCEZIONE SOTTILE


Avrei potuto prevedere anche il mio futuro, ma è stato un bene non averlo fatto, non lo avrei mai affrontato.

Lo son sempre stata fin da piccola, attenta agli altri, ai loro bisogni e alle loro esigenze. Era il mio modo di dire “ti voglio bene”. Mi riusciva bene perché ero una bambina che il mondo lo osserva e lo ascoltava. E’ stato così che ho iniziato a sviluppare “l’empatia”, anche se a onor del vero, ad un certo punto sviluppare i sensi della percezione sottile è stata più una questione di sopravvivenza. Ma questo è un altro discorso. Stavo dicendo che il mio dimostrare amore erano la mia attenzione e il mio tempo su te, e mi aspettavo qualcosa di simile. Errato. Avrei dovuto capirlo da subito. E invece cominciai a pensare di non meritare di essere amata.

Il problema e che cominciai a pensarlo in maniera inconscia, mentre in maniera conscia cercavo di sopperire. Dovevo essere più brava, dovevo essere più obbediente, dovevo dare di più, dovevo amare di più, dovevo guadagnarmi l’amore. Ma l’amore non si guadagna e non si vende. L’amore è un regalo che accetti o doni.

Più crescevo più il problema affondava dentro di me, meno era visibile, più dovevo meritare di essere amata. Più cadevo in questa dinamica più le persone di guano mi cercavano. Come un predatore annusa il sangue nell’aria della sua preda, ci son merde che sentono questa vibrazione. Io li chiamo i vampiri energetici. Più hai energia e più sei disposta a condividerla più si attaccano come sanguisughe, ma anche questo è un altro discorso.

Il discorso di oggi è un non discorso. E un post non post e non è “tristo”. Mi son solo scoperta ad osservarmi nella foto qui sopra. Vedermi e ricordare perfettamente i pensieri di allora e scrivere a getto. Otto anni e quello sguardo, otto anni e già seria, otto anni e gli altri bambini giocavano ed io affrontavo cose più grandi di me. Lì ho sviluppato la percezione sottile del futuro. Avrei potuto prevedere anche il mio futuro, ma è stato un bene non averlo fatto, non lo avrei mai affrontato.