DALLA S ALLA T

SOLITUDINE
La solitudine è pericolosa. E’ dipendenza.
Una volta che ti rendi conto di quanta pace c’è in lei, non vuoi avere a che fare con le persone.

(Carl Gustav Jung)

So che vi sono persone che temono la solitudine, io la amo. Non è che sia un’asociale, mi piacciono le persone, molto, ma a dosi personalizzate. Poi ho bisogno dei miei spazi, amo le persone che sono presenti lasciandomeli.

Questo amore non è nato da adulta, forse sono un’adulta che la ama perché la conosce fin da piccola. Sono stata una bambina che ha vissuto molto in solitudine (se leggere libri significa stare in solitudine, o forse leggevo libri perché stavo in solitudine. Un pò il gioco del “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”). Timida e senza parole per gli altri (so che oggi pare un’eresia, me senza parole).

Quando sono sola, non mi sento mai sola. Ho percepito molto più la “solitudine” quando ero in mezzo alla folla.

TROIA
Me lo hanno detto, ma mai di persona. Perché il coraggio delle proprie azioni e parole è roba da pochi.
Di solito chi lo diceva non lo faceva perché in quel momento lo ero, ma perché, o non riusciva a farmelo fare con lui, o perché l’uomo che voleva lei, corteggiava me.
Non che non lo sia mai stata, ma quando lo sono stata, ho scelto di esserlo, con l’uomo che amavo. Ed è stato anche molto divertente.

L’ho anche io detto, riferito ad altri, in un paio di occasioni, ma ero da sola o in una situazione singola con un amico, in maniera di non colpire l’altra persona. Il mio dirlo era l’urlo di dolore che cercava una via d’uscita, una rabbia che cercava un varco per sfiatare e non fare danni peggiori. Non è stato bello comunque averlo detto, ma sono umana, faccio errori, molto più spesso di quello che vorrei.

23 pensieri riguardo “DALLA S ALLA T

  1. Io amo la solitudine. Perché in essa trovo me stesso, e nelle “mia” solitudine, non mi sento affatto solo.

    La mia solitudine non la vivo assolutamente come un momento di tristezza, piuttosto come uno spazio dedicato a me stesso.

      1. Ho imparato ad amarla da ragazzino.
        Io amo la compagnia, ma amo anche stare per conto mio.
        Magari un giorno ne avrò paura anch’io, chi lo sa? Magari da anziano.

      2. Non ci si improvvisa solitari da anziani.
        Se tuo padre non lo è stato da sempre (ovvero se non lo ha fatto come scelta dell’anima ad un certo punto della vita), ma ha riempito i vuoti continuamente, con gente, televisione, familiari, lavoro, senza lasciarsi spazi propri da solo, non puoi amare la solitudine. Non ti appartiene

        Non è un elogio alla solitudine, sia ben chiaro, sto dicendo che chi non l’ha coltivata per amore, non potrà convivere con essa

      3. Se non la ama, non si sta abituando, si sta rassegnando. E’ diverso.
        Per una persona (anziana) che non ama la solitudine, esserlo è un inizio di depressione.

        Dovrebbe trovare qualcosa che lo faccia sentire “partecipe”

        (Scusa, puoi anche rispondermi, fatti li cazzi tua 😛 )

      4. No, macché, io non sono il tipo da rispondere in questo modo.

        Il rischio di depressione c’è, ma esce di casa, ha alcuni hobbies, ha una nipotina piccola che lo adora… quindi ha anche ottimi motivi per guardare avanti.

  2. Vorrei che qualcuno da adolescente mi avesse obbligato ad uscire e divertirmi ,ma faceva troppo comodo avere almeno una figlia brava a scuola e a casa che al massimo stava delle mezze giornate in biblioteca. E così hanno alimentato la mia insicurezza in ogni modo. Mi rivedo in mia figlia ma io faccio di tutto per farle capire che essere capaci di stare da soli ed essere introspettivi è una dote ma esiste anche il mondo e le esperienze vanno fatte secondo l’età.
    Troia tutto sommato non è una così grave offesa tenendo conto che “l’animalità “sta in ognuno. Poi bisogna capire se al termine si applica una certa dose di volgarità, che allora boh quello io non so definirlo.
    Tornando alla solitudine ,ultimamente ci sono momenti in cui mi toglie il fiato,ma è un discorso lungo,e forse nemmeno io mi capisco più.

    1. Abbiamo in comune un’adolescenza solitaria (ma del resto lo ero anche da bambina). Il problema della solitudine in adolescenza è che è il momento di socializzare con il mondo e gli altri per farne parte…. ce lo porteremo dietro per tutta la vita (ma a volte non penso sia un male)
      Perchè ti togli il fiato la solitudine in questo periodo?
      (Puoi anche tu dirmi fatti i cazzi tuoi!)

      Troia quando lo dicevano a me senza dirlo a me, era per offendermi, e quindi non mi hanno offesa 😛 perchè ho visto la loro piccolezza in quel modo di offendermi, quindi, che vuoi farci, sopporti le mosche, non vuoi sopportare degli umani in fase di crescita?

  3. La Solitudine è una meraviglia ! Ma credo che forse sia il ‘circondario’ che mi rattrista ! Non sono un solitario per scelta, ma per bisogno !
    Mi sembra d’esser circondato da bestie aliene !

    1. Quello è un effetto della solitudine, quando la si ama, 😛 😀
      passare molto tempo con se stessi e quindi conoscersi, fa scoprire molto di se e quindi molto anche degli altri…. come è la frase che dico all’inizio di Jung ? “E’ dipendenza”.

      Abbiamo bisogno di quello spazio perchè l’attorno non ci assomiglia più

  4. Non trovo il nesso tra i 2 argomenti.
    Cmq invidio molto chi riesce ad amare la solitudine. Cioè amo quella ottenuta sporadicamente e anche faticosamente, ma non quella subìta per forza ogni dannato giorno.
    Io sto rischiando di finire nella solitudine di quest’ultima tipologia e l’idea non mi fa impazzire. Anzi mi terrorizza.

    1. Non c’è un nesso, Ho iniziato qualche post fa a scrivere per ogni lettera dell’alfabeto (se scorri indietro li vedi). Una parola con ogni iniziale dell’alfabeto, la prima che mi veniva in mente o quella che, per qualche motivo, era importante per me. L’unico nesso è questo

      Non so darti spiegazioni del perchè io la ami, forse perché attraverso di lei sono anche cresciuta e mi ha aiutato a comprendere aspetti di me e di vita.

      Vorrei poterti aiutare a vedere la solitudine in maniera diversa, in modo che tu non la temi o ne sei addirittura terrorizzato. Perchè più dai energia a una paura, più quella prende corpo….

      1. la conosci la storia del lupo bianco e del lupo nero? E’ una leggenda cherokee, che ti riassumo molto in breve:
        “Secondo un’antica leggenda Cherokee, all’interno della nostra anima dimorano due lupi: un lupo bianco, gentile e dall’animo nobile e un lupo nero, violento e scontroso. Il lupo bianco ama l’armonia e lotta solo per difendere il proprio branco; il lupo nero, invece, è dominato dalla rabbia e dall’odio. Questi due lupi lottano tra di loro dentro il nostro cuore: anche l’anima della persona più saggia del mondo nasconde il lupo bianco e il lupo nero.

        Ma quale dei due lupi vincerà la lotta? Quale alla fine controllerà l’anima? Secondo una versione popolare di questa storia, a vincere sarà il lupo che scegliamo di nutrire: se nutriamo pensieri pieni d’odio e di rabbia, li daremo in pasto al lupo nero. Al contrario, i pensieri di gratitudine e quelli altruistici diventeranno nutrimento per il lupo bianco.”

        Vale per tutto. Tu cosa nutri? Le tue paure e o le tue speranze?

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