GLI STIVALI DI GOMMA ROSSA


Vorrei infilarmi un paio di stivali di gomma rossi da pioggia.
Rossi come quelli che mi comprarono quando ero in terza elementare, li indossai, saltellavo felice in casa, pensavo domani li metto.
Per due mesi non piovve.

Vorrei metterli e uscire da qui, passeggiare con il mio cappello da pioggia, senza ombrello, lungo le sponde di questo lago in cui acqua e cielo, oggi, si confondono nello stesso colore.

Ho sempre detestato gli ombrelli, li perdo, li dimentico, non fanno parte di me. La pioggia mi piace addosso se leggera, o vederla, appoggiata con il naso alla finestra, se è forte.

Ma divago, dicevo vorrei uscire da qui, passeggiare con il mio cappello da pioggia, i piedi caldi nei miei stivali rossi. Ho “pensieriemozioni” che premono per uscire, e non vogliono farlo rinchiusi in quattro mura, pretendono ampio spazio intorno a loro. Chissà se è per questo che ho questo mal di testa latente.

I primi freddi portano sempre in superficie la malinconia di cui sono intrisa. Quella che sente la mancanza e i vuoti, quella fatta di rosa antico, carta da zucchero e un filo di perle.

Se uscissi da qua con i miei stivali, mi notereste subito. Puntini rossi nel grigio.

Adagio il mio umore sul tempo e questo si nutre di pioggia e piange. Io no.
rain