A VIRTUOUS BUSINESS


A VIRTUOUS BUSINESS
Anno 2024 – 12 episodi ~ 1h
Corea del Sud
Life, Commedia, Amicizia
Su Netflix

Attori:
Kim So Yeon è Han Jeong Suk
Kim Sung Ryung è O Geum Hui
Kim Sun Young è Seo Yeong Bok
Lee Se Hee è Lee Ju Ri
Yeon Woo Jin è Kim Do Hyeon
Kim Won Hae è Choi Won Bong

La serie è carina, iniziata benissimo, un pò si perde verso la fine, ma rimane un prodotto gradevole. Racconta di una grande amicizia al femminile di quattro donne, totalmente diverse tra di loro, amicizia che cresce piano piano e si consolida in breve tempo.

Donne che a causa delle difficoltà di vita economiche o solo alla ricerca di un riscatto intraprendono un’attività “difficile” per il periodo e il luogo. Donne che, a modo loro, sono in anticipo sui tempi, e per questo combattono per la loro indipendenza e la loro crescita, in una società che le vorrebbe relegate in un ruolo strettissimo.

Il kdrama è un remake di una serie televisiva inglese del 2016: “Brief Encounters”, che a sua volta è liberamente tratta e basata da un libro del 1995, sulle memorie di Jacqueline Gold, amministratore delegato della  Gold Group International, Good Vibrations.

L’influenza occidentale un po’ si nota (essendo tratta da una storia di donne occidentali) rispetto ai soliti cliché coreani, specialmente all’inizio, ma questo né ha aumentato la bellezza, peccato che poi siano ricaduti nei clichè classici dei kdrama. Clichè che (dal mio punto di vista) l’hanno fatto diventare un po’ noioso e irreale per certi aspetti, tipo la protagonista nonostante i suoi problemi di soldi, ogni giorno cambia vestito ed è sempre perfettamente truccata nonostante il luogo dove vivono e il tipo di vita che conducono.

Kdrama per chi ama le storie di amicizia al femminile e non disdegna anche un pizzico di storia d’amore e un pizzico di mistero.

TRAMA

La storia si svolge in una zona rurale nella Corea del Sud del 1992, quattro donne, diverse tra loro per carattere, stato sociale e vita, s’incontrano e iniziano a vendere lingerie sexy per donna e prodotti per adulti con il sistema della vendita in casa. Tutto ciò accade in un’epoca e in un luogo, dove la parola “sesso”, specialmente per le donne, era un rigido tabù.

Nel frattempo un ispettore proveniente da Seul, arriva nello stesso paese dove vivono le quattro donne, paese dove le sue capacità ed esperienze sembrano sprecate, ma l’uomo sta cercando qualcosa.

LOVE NEXT DOOR


LOVE NEXT DOOR
Anno 2024 – 16 episodi ~ 1.20h
Corea del Sud
Commedia, Romantico, Family
Su Netflix

Attori:
Jung Hae In è Choi Seung Hyo
Jung So Min è Bae Seok Ryu
Yun Ji On è Kang Dan Ho
Kim Ji Eun è Jung Mo Eum

Aspettavo da molto il ritorno di Jung Hae In in un ruolo da commedia sentimentale, forse perché lo avevo conosciuto (e me ne ero innamorata) in “Something in the rain”, poi in “One Spring Night” e a seguire in molti altri; anche se (dal mio punto di vista) la sua migliore performance è in un drama che di romantico non ha niente “D.P.”. 

Come dicevo lo aspettavo da molto e non sono rimasta delusa (però ammetto, che per me, “Something in the rain” svetta ancora rispetto a questo), anche se con il proseguimento del drama la seconda coppia (Yun Ji On e Kim Ji Eun) e le loro famiglie hanno cominciato ad avvicinarsi (come preferenza) e allinearsi a quella formata da Jung Hae In e Jung So Min. Molto più vere e meno “seghe mentali” (posso dire seghe mentali qua!?).

Hanno mantenuto le canoniche sedici puntate, e dal mio punto di vista almeno una in meno ci sarebbe voluta, inutile e allungamento del brodo come non mai, non dico quale per non spoilerare (e perché è la mia opinione, non legge).

Rimane un bel drama sentimentale, dove la recitazione degli attori protagonisti ci fa un po’ sognare. Gli sguardi e la recitazione di Jung Hae In colpisce e affonda come sempre, pari merito anche la recitazione di Jung So Min, tra le attrici coreane che amo di più.

Per chi ama il genere è imperdibile.

TRAMA

Seok Ryu Bae è stata una studentessa modello, sempre ai primi posti nella scuola, tanto che, alla fine dell’università, è stata assunta da un’importante società americana. Si trasferisce quindi negli Stati Uniti a lavorare in una posizione di prestigio.

Dopo anni, improvvisamente ritorna in Corea così facendo stravolgendo la sua vita e senza dare spiegazioni alla sua famiglia.  Ricomincia a vivere da disoccupata e a frequentare le sue amicizie da sempre: la sua amica Jung Mo Eum e il suo amico Choi Seung Hyo. Seung Hyo da piccolo viveva con Seok Ryu Bae, a causa del lavoro della mamma di Choi Seung Hyo, che lo affidava alla famiglia di Ryu Bae.

Il ritorno di Seok Ryu Bae, e soprattutto il suo non volere dire le vere motivazioni della sua decisione, allertano la famiglia e i suoi amici. Con il tempo, però, la situazione si calma. I tre amici ricominciano a frequentarsi mentre la vita si dipana davanti a loro con imprevisti, ex che ritornano, gelosia, nuovi amori con le rispettive famiglie sempre presenti e a volte assenti.

Che cosa accadrà alla vita di tutti e tre gli amici?

ROMANCE IN THE HOUSE


ROMANCE IN THE HOUSE
Anno 2024 – 12 episodi ~ 1h
Corea del Sud
Romantico, Famiglia, 
Su Netflix

Attori:

Ji Jin Hee è Byeon Mu Jin
Kim Jee Soo è Geum Ae Yeon
Son Na Eun è Byeon Mi Rae
Choi Min Ho è Nam Tae Pyeong
Yoon San Ha è Byeon Hyeon Jae
Jung Woong In è Nam Chi Yeol

Questo è un drama classico alla coreana per famiglie coreane, quindi se vi piace il genere, vi piacerà. Per i miei gusti è un pò troppo per “famiglie coreane”, ma rimane comunque carino, solo che alcuni parti mi hanno un pò annoiato.

E’ perfetto quando avete voglia di qualcosa che non vi metta tensione, ma anzi vi rilassi.

I due attori principali Ji Jin Hee e Kim Jee Soo, rispettivamente il padre e la madre, bravi, anche se i personaggi li hanno limitati. Per gli altri due protagonisti Son Na Eub e Choi Min Ho interpretazione senza lode e senza infamia. Bravissimo (come sempre anche se non è interpreta mai ruoli da protagonista) Jung Woong In. Trovo sia un attore eclettico.

TRAMA

Byun Mi Rae è figlia di Byun Moo Jin e Geum Ae Yeon. Quando lei è una liceale, i suoi genitori si separano dopo l’ennesima attività imprenditoriale fallita a causa del comportamento del padre. Padre e marito con cui, dopo quest’ultimo fallimento, non vogliono aver più a che fare. In primis la figlia Mi Rae, lo allontanano dalla famiglia.

Mi Rae e la madre Ae Yeom crescono da sole insieme Hyun Jae, il secondo figlio. 

Dopo poco tempo scoprono, attraverso la televisione, che il padre Moo Jin è morto. Passano gli anni in cui Mi Rae e la madre, con difficoltà vivono la loro vita, cercando di sopravvivere economicamente.

Dopo 11 anni Mi Rae lavora ed è diventata in pratica il capofamiglia, mentre Ae Yeon cresce i figli e lavora part time in un supermercato.

Un giorno, improvvisamente, si presenta alla loro porta il delegato del nuovo proprietario dell’intero stabile, che vuole sfrattare tutti. Da questo si svilupperanno degli avvenimenti che riguardano direttamente Mi Rae, Ae Yeon e Hyun Jae.

THE FROG – SE UN ALBERO CADE IN UNA FORESTA


THE FROG
SE UN ALBERO CADE IN UNA FORESTA

2024 – Corea del Sud
8 episodi da circa ~ 58m
Thriller, Mistero, Crime, Suspence, Noir, Psicologico
Su: Netflix

Attori:
Kim Yoon Seok è Jeon Yeong Ha
Go Min Si è Yoo Seong A
Lee Jung Eun è Yun Bo Min
Yoon Kye Sang è Koo Sang Jun

Ho iniziato a vedere questa serie, che avevo scartato, perché alcune persone che conosco ne parlavano benissimo. Miniserie diversa dai “soliti drama coreani” cui siamo abituati, ciò non sempre è un male, a volte si a volte no. Lo dico perché ho già visto dei drama che “escono dal seminato”, tipo “Somebody” che mi è piaciuto moltissimo, o “A Killer paradox” che ho droppato. Rimane sempre una questione di gusti personali.

Con questa serie mi sono ritrovata ad avere opinioni contrastanti, non la boccio ma non la promuovo del tutto. Ora vi spiego (dal mio punto di vista) i pro e i contro.

Da una parte faccio uno “standing ovation”.
* a tutti gli attori, dire bravi è dire poco, e lo penso veramente, comunicative le espressioni visive di Kim Yoon Seok, intensa la capacità di trasmettere la follia crescente di Go Min Si, senza parlare della caratterizzazione della poliziotta di Lee Jung Eu. Cito. Cito solo loro ma tutti gli attori sono stati più che bravi in questa miniserie. Sono stati tutti intensi nella capacità recitativa.

* ai tecnici della fotografia e ai cameraman grazie ai suggerimenti del regista hanno fatto un piccolo capolavoro. Le immagini delle scene e le inquadrature evocative e stupende.

* al regista per l’idea (per la furbata) di mescolare le carte in corso d’opera, di far capire e non far capire volutamente (tipo quel vedo non vedo).

* agli sceneggiatori (loro senza ovation) per la capacità di incollare al video con il pensiero: “E ora che cosa si inventeranno?”.

Dall’altra sono rimasta molto perplessa. 
° mi domando se gli sceneggiatori siano rimasti fedeli alla trasposizione dei personaggi o abbiano esagerato, rovinando la credibilità dei personaggi stessi, oppure già nel libro lo scrittore aveva dato questa impostazione.

° nel caso che al punto sopra, sia “colpa” degli sceneggiatori e non dello scrittore, mi chiedo se abbiamo preso spunto dagli sceneggiatori di “Lost” per certi voli pindarici che hanno adoperato nella sceneggiatura per rappresentare le dinamiche dei personaggi. Per chi non ha visto/o non ricorda “Lost” era/è quella serie americana, dove a un certo punto pensavi: “Ma davvero? Ma dai! Non ha senso quello che gli stai facendo fare!” 

° mi chiedo se un prodotto di questo livello può avere un montaggio con delle pecche, tipo “apre il frigo, sposta e mette a terra delle cose, chiude il frigo, inquadratura da lontano, a terra non c’è niente”.

Quindi fate voi, se vederlo o no. Sicuramente ci saranno persone che lo ameranno, gli ingredienti ci sono tutti per farlo. Altre come me daranno un “Ni”. Forse con questo, comunque, il regista ha fatto centro, alla Oscar Wilde: “Parlatene bene parlatene male l’importante è che se ne parli”.

Per quanto mi riguarda, la visione nel complesso mi è piaciuta, avrebbe potuto essere un piccolo capolavoro del thriller noir, peccato che qualcosa sia andato un po’ storto.

Piccole Curiosità:
La frase più volte ripetuta nella serie, fa riferimento a una frase detta da Berkeley per mettere in discussione alcuni principi della scienza. Berkeley fece una domanda molto complessa nella sua semplicità: “Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore?”. Per Berkeley la risposta era palese, l’albero non fa rumore, in quanto gli oggetti esistono solo se percepiti.

Il titolo internazionale è solo “The Frog”, come al solito in Italia lo hanno cambiato ed è diventato “Se un albero cade in una foresta”.

Il proverbio che viene citato nel film, è un  antico proverbio coreano e dice Una pietra lanciata con noncuranza può uccidere una rana”. 
La spiegazione viene data dal nuovo capo della polizia di Yun Bo Min, nel penultimo episodio, quindi non ve la spoilero.

TRAMA

Un uomo vedovo, ormai in pensione, gestisce ai margini di un bosco, una casa vacanze, quando nella sua vita entra un cliente, una donna molto strana. In pochissimo tempo il suo tranquillo tran tran va a e pezzi e la sua vita si sconvolge. Inizierà un periodo di paura e sopravvivenza, dove la follia sarà il leitmotiv del suo vivere quotidiano in un crescendo.

THE BOYFRIEND


THE BOYFRIEND
2024 – Giappone – 10 episodi
Genere:  Reality Dating show 
Su: Netflix

Non sono un’amante dei reality, di solito li evito, e a parte qualche rara eccezione li salto di pari passo. Questa volta un commento in rete mi ha incuriosito e ho iniziato a vederlo. Alla fine della prima puntata ero caduta in un gorgo emozionale dal quale non riuscivo a uscire.

E’ fuori gli schemi dai soliti reality dating. Non è eccessivo e volgare come il vecchio “Jersey Shore”, non è come l’attuale “L’inferno dei single” (già dalla parola “inferno” si capisce tutto).  

A parte la “novità televisiva” LGBTQ+, è proprio il reality diverso, più “vero”. Metto tra virgolette vero, perché per me le parole reality e realtà, un po’ fanno a pugni tra di loro. Chi partecipa è sempre sotto le telecamere consapevolmente, quindi la realtà diventa un po’ inquinata.

Lo trovo delicato, romantico, rispettoso, non fuori le righe ma allo stesso tempo con le emozioni (una parte) dei partecipanti che affiorano man mano e ti coinvolgono, chi più chi meno, facendoti percepire quello che sentono loro.

Sono arrivata all’ottava puntata, ne mancano due, quindi non so come andrà a finire, ma so che il canovaccio signorile è quello.

Io ho avuto un colpo di fulmine per tre di loro (tre personaggi totalmente diversi tra di loro) sin dal primo episodio; oserei dire sin dal loro primo fotogramma, insomma un triplo colpo di fulmine, anche se per motivi diversi.

Man mano che ho proseguito la visione, però, lo devo dire, li ho amati tutti. Alcune maschere si sono sgretolate (non tutte) e hanno fatto intravedere pezzetti di se. 

Da vedere, per chi come me, si fa coinvolgere dalle emozioni delle persone.

Vi faranno soffrire e gioire insieme a loro.

Ricordo che nel momento in cui scrivo, il reality è ancora in onda ma mancano solo due episodi.

Partecipanti (in ordine alfabetico):

1 Alan Takahashi  (29 anni)
Esperto di informatica, ama la tecnologia, di origini italo nipponiche brasiliane.

2 Dai Nakai (22 anni)
il più giovane del gruppo, è uno studente universitario. 

3 Gensei Azumai (34 anni)
Make up e hair stylist, viene da Taiwan. 

4 Ikou (22 anni)
Il secondo più giovane del gruppo, lavora nel settore della ristorazione. 

5 Kazuto (27 anni)
Chef specializzato in cucina giapponese.

6 Taeheon Kim (34 anni)
Un designer di origini coreane. 

7 Ryota (28 anni)
Fotomodello, lavora part-time come barista. 

8 Shun Nakanishi (23 anni)
Dj e artista, è il più introverso del gruppo.

9 Usak (36 anni)
E’ un go-go dancer

ANTI-HERO


ANTI-HERO
2024 – Giappone – 10 episodi ~ 50m
Genere: Legge, Giustizia, Thriller, Mistero
Su: Netflix

Attori: 
Hasegawa Hiroki è Akizumi Masaki
Kitamura Takumi è Akamine Shuto
Hotta Mayu è Shinomiya Asuka

Premetto subito, dorama della TBS ma rispetto a molti altri, nonostante gli stereotipi dei buoni buoni che combattono i cattivi cattivi, piacevole da vedere, con il suo pizzico di mistero. Gli ultimi episodi poi affrontano in modo serio un problema che in Giappone deve “sentirsi” molto, visto che non è la prima serie che ne parla e a lungo: il sistema giudiziario Giapponese con le sue dinamiche e mancanze di tutele.

E’ una miniserie di dieci episodi che scorrono veloci e tengono compagnia, risultando un momento di relax e di riflessione.

TRAMA

Il Giappone ha un sistema giudiziario che condanna il 99,9% degli imputati. In questo sistema, un ex procuratore, ora avvocato della difesa, Akizumi Masaki, cerca di combattere corruzione e collusione con i poteri, che il sistema giudiziario ha con la politica e la classe dirigente.

Mentre riesce a far assolvere i suoi clienti, ingiustamente accusati e incarcerati, cerca nel frattempo di far luce e giustizia su un mistero legato al suo passato. Ad aiutarlo in questo compito, l’intero suo staff legale. 

DRAGON SAKURA S2


DRAGON SAKURA S2
(Dragon Zakura S2)
2021 – Giappone – 10 episodi ~ 54m
Scuola, Motivante, Drama
Su: Netflix

Attori:
Abe Hiroshi è Sakuragi Kenji
Nagasawa Masami è Mizuno Naomi
Takahashi Kaito è Seto Akira
Hirate Yurina è Iwasaki Kaede
Minami Sara è Hayase Nao
Kato Seishiro è Amano Koichiro
Suzuka Ouji è Fujii Ryo
Shida Sara è Kosugi Mari
Hosoda Kanata è Hara Kenta

Questa stagione messa in programmazione da Netflix è la seconda del 2021, esiste la stagione 1 del 2005, che Netflix non ha considerato di inserire. Nonostante questo la serie non soffre di “buchi” di narrazione.

Ancora una volta un prodotto della TBS (sicuramente Netflix avrà stipulato un contratto con l’emittente televisiva giapponese per la programmazione nel suo palinsesto dei loro dorama), e come sempre adatto a un pubblico da 0 a 99 anni. 

Però questa volta, sono sincera, ha fatto un buon lavoro, rimane di base il bisogno di “buonismo” delle rete, ma il dorama prende l’attenzione. Forse grazie anche al fatto che la sceneggiatura è un adattamento del manga “Dragon Zakura” di Mita Norifusa.

Personalmente mi è piaciuto, nonostante l’ingenuità di narrazione su alcune dinamiche, ma che tratta tra cui l’accettazione del diverso, un accenno (proprio un accenno) al mondo lgbt+ e la spinta allo spirito di coesione (molto giapponese) e amicizia.

TRAMA

L’avvocato Sakuragi Kenji, riuscì, anni prima, a portare alcuni studenti di una scuola superiore di basso rango, alla prestigiosa università di Tokyo, alzando così il punteggio della scuola e aiutando gli studenti stessi.

A distanza di anni, un’altra scuola corre il rischio di essere declassata. Il vice direttore della scuola pensa di ripetere la stessa esperienza con lo stesso avvocato, presso di loro.

Grazie ad una ex alunna, ora avvocato a sua volta, di Sakuragi, il vice direttore riesce nell’intento. La situazione non sarà facile, sia per l’opposizione della direttrice, sia per l’atteggiamento degli studenti.

Riuscirà Sakuragi Kenji, con i suoi metodi non convenzionali, nell’intento?

A FAMILY


A FAMILY
(Yakuza To Kazoku)
Film giapponese del 2021 ~ 2.15m
Genere: Crime, Drammatico
Su: Netflix

Attori: 
Ayano Go è Yamamoto Kenji
Tachi Hiroshi è Shibasaki Hiroshi
Ono Machiko è Kudo Yuka

Vale la pena vederlo anche solo per l’intensa interpretazione di Go Ayano, fuori dai soliti clichè dei drama leggeri, risale in superficie tutta la sua bravura di attore. Spettacolare.

Per non parlare di Hiroshi Tachi, è talmente bravo, che mi risulta difficile staccarlo dal suo personaggio.

E’ un film che parla della Yakuza attraverso un arco di tempo di 20 anni dal 1999 al 2019, attraverso gli occhi di un ragazzo che man mano cresce all’interno della “famiglia”.

Se siete stanchi delle solite storie d’amore, se avete voglia di spaziare nei generi e se avete voglia di vedere un bel film e non temete alcune scene cruente, io lo consiglio caldamente.

TRAMA

Quando è ancora un ragazzo, Yamamoto Kenji perde il padre a causa della dipendenza di quest’ultimo dalle sostanze stupefacenti. La vita di Kenji entra, definitivamente, in un tunnel, questo fino a quando non si unisce a una famiglia della yakuza, dove con il capobanda, Shibasaki Hiroshi, instaura un legame padre/figlio.

Nel tempo Kenjii si farà apprezzare all’interno della famiglia, legandosi sempre più, anche emotivamente, a Shibasaki Hiroshi, del quale diventa in breve il braccio destro fedele.

La yakuza non è un ambiente in cui gli errori sono perdonati e, le emozioni, in quel contesto, non sono un aiuto. Ambiente in cui rivalse e desideri di vendetta spesso ne sono il canovaccio.

PUBLIC AFFAIRS OFFICE IN THE SKY


PUBLIC AFFAIRS OFFICE IN THE SKY
(Sora Tobu Kouhoushitsu)
2013 – Giappone – 11 episodi ~ 45m
Militare, Romantico, Drama
Su: Netflix

Attori:
Ayano Go è Sorai Daisuke
Aragaki Yui è Inaba Rika
Shibata Kyohei è Sagisaka Masashi
Mizuno Miki è Yuzuki Noriko 

Netflix ha fatto uscire da pochi giorni questo dorama, però è un lavoro della TBS datato 2013. Sono passati 9 anni. Nonostante questo rimane piacevole da vedere, grazie anche a un giovane Ayano Go che rallegra la vista.

Nella visione, sorge più volte il dubbio che sia stato commissionato dalla stessa JASDF (l’aeronautica militare di difesa Giapponese). Insomma che un po’ di propaganda ci sia sotto, accompagnata dalla visione molto giapponese, del bene superiore della collettività da parte del singolo individuo.

Rimane in ogni caso un dorama carino, e nello stesso tempo affronta temi seri quali: la parità dei diritti di genere, la perniciosità dei pregiudizi, oltre al potere dei media, non sempre controllabile. Inoltre, spinge alla metaforica osservazione che dai cocci di un sogno infranto, si possa trasformarlo in uno splendido Kintsugi*.

E’ un dorama della TBS, e sapete già la mia opinione sui dorama fatti da loro, vanno in prima visione nella loro tv, e quindi devono andare bene anche per i bambini di pochi anni, questo limita.

Se avete voglia di un drama non eccessivamente lungo, con bravi attori, e con degli input metaforici di vita, è un drama che va bene.

Una piccola curiosità, negli episodi 1 e 10 c’è un cameo di Kiritani Kenta.

*Kintsugi vuol dire “riparare con l’oro”. E’ un’antica tecnica giapponese di restauro della ceramica. I cocci della tazza rotta vengono riparati con una lacca particolare e lasciati visibili. Così facendo ogni tazza, o vaso, diventa un’unica e piccola opera d’arte. 
La pratica sfrutta un concetto di vita molto giapponese: una ferita e l’imperfezione che porta, può far nascere una cosa unica, assolutamente irripetibile e per questo preziosa.

TRAMA

Il sogno di Sorai Daisuke, fin da piccolo, era quello di pilotare un aereo, riesce nel suo intento entrando a far parte della scuola di aeronautica e prende il brevetto di pilota. Sta per entrare a far parte della squadra aeronautica Blue Impulse, quando un incidente lo porta a essere assegnato all’ufficio delle pubbliche relazione alla JASDF, la forza aerea di autodifesa giapponese.

Il sogno di Inaba Rika, fin da piccola, era di diventare una reporter e di portare la verità e le notizie alle persone ma a un certo punto la sua carriera è interrotta a causa della sua immaturità e dalle sue stesse ambizioni, si ritrova, quindi, a far la regista per un programma televisivo.

I due s’incontrano in occasione di una programmazione televisiva, che la società in cui lavora Inaba, vorrebbe fare sulla JASDF. Cosa gradita anche a quest’ultima che vuole farsi conoscere in maniera positiva dalle persone della nazione.

Sorai e Inaba devono affrontare i cocci dei loro sogni per andare avanti, riusciranno a farlo?

THE PARADES


THE PARADES
Film giapponese del 2024 durata  2h12m
Genere; Life, drama, soprannaturale
Su: Netflix

Attori: Nagasawa Masami è Kawakami Minako, Sakaguchi Kentaro è Akira, Lily Franky è Michael, Yokohama Ryusei è Kato Shori, Mori Nana è Date Nana, Terajima Shinobu è Kaori e Tanaka Tetsushi è Tanaka

Iniziato senza grandi aspettative, guardato i primi dieci minuti con lo stesso spirito, mi sono lentamente ricreduta, trovandomi a vedere un piccolo gioiellino alla giapponese.

Quel tipo di filmografia che io amo e che netflix, ultimamente, mette in programmazione raramente, mentre fa uscire decine di drama televisivi della TBS, carini ma che a me (personalmente) “lasciano” poco. Li trovo come una bella copertina di una rivista, dai contenuti quasi superficiali (del resto sono drama per la programmazione in prima serata televisiva e quindi adatti per un pubblico da 0 a 99 anni, non si può pretendere di più).

Questo film invece, se amate la poesia del cinema giapponese, la sua introspezione, i suoi sentimenti celati, ma che ti scendono in profondità, è imperdibile.

Difficilmente un film o un drama mi fa venire un nodo alla gola, questo ci è riuscito più di una volta, ma non lascia l’amaro in bocca, lascia spalancata la porta alla speranza.

Non so come riescano, ma lo fanno, senza esternare in grandi spettacolarità ed esagerazioni i sentimenti che provano i loro personaggi, riescono a scendere in profondità nell’animo dello spettatore e farlo partecipe, quasi fosse lui a provare quell’emozione.
Riescono, anche, a rendere romantici aspetti della vita che non diresti mai.

Questo fa il film, con una trama non scontata, una sceneggiatura che lega curiosità per il susseguirsi della trama e delicatezza con cui dipinge i personaggi, una fotografia che ti rapisce e con un finale degno di tutto il film.

Insomma, se come me siete delle amanti della cultura, del romanticismo e dello sguardo sulla vita giapponese, dovete vederlo.

L’ost del film, altro piccolo capolavoro, scritta e cantata da Yojiro Noda (un membro dei Radwimps, se non lo conoscete con questo nome o con quello di Illion).

TRAMA

Un giorno Minako si sveglia su una spiaggia disseminata di macerie. Preoccupata cerca suo figlio Ryo, nel mentre incontra un gruppetto di persone. Parlando con loro si rende conto di una verità che la sciocca: è morta.

Anche il gruppetto formato da Akira, Michael, Shori, Kaori e Tanaka sono morti come lei, e come lei bloccati tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Al gruppo si unisce, successivamente, Nana.

Minato, ha difficoltà ad accettare la nuova realtà ma si unisce a loro e con loro, mensilmente, va alla “parata”, un raduno particolare.