ISTANTE


Il tempo mi sta sfuggendo, mi avevano avvisato sarebbe accaduto.
Lo guardo scorrere come acqua che fugge da una falla nel terreno.
Pensare che a sedici anni sbuffavo nell’immobilità delle ore.

Da adulta ho capito che la teoria di Einstein si applicava in ogni singolo momento della vita quotidiana. I cinque minuti che mi sembravano ore, le notti che volano via lasciandomi il pensiero “Ma come spunta già il sole?”.

Ora la sensazione è quella del tempo che sfugge, come amante ritroso al cospetto di chi lo ama.

Mi sfugge negli obblighi, nel far le cose che devo, mi risultano sempre più pesanti e l’insofferenza cresce nel farle.
Mi sfugge nella stupidità umana, nel dover dire e ridere le stesse cose nelle medesime situazioni.
Mi sfugge davanti all’ascoltare storie di cui so già che accadrà dopo, che faranno i protagonisti e di che morte moriranno nel tempo, quasi una moderna Cassandra.

Mi ritrovo a condensare cose insieme per trovarmi a contare cosa mi rimane davvero per me, ma esser ormai così esausta, per aver corso così tanto prima, da sprecare questo mio tempo rubato, all’inutilità del nulla.

Invecchiare non è semplice perché l’anima rimane fanciullo immortale.

Three dimension by Daniel Arsham

«Dammi retta, Lucilio, dedicati un po’ a te stesso e tieni da conto, tutto per te, il tempo che finora ti lasciavi portar via, in un modo o nell’altro, o, comunque, perdevi. È proprio così, credimi: il tempo ci viene tolto o sottratto, quasi a nostra insaputa, oppure ci sfugge non si sa come.

E la cosa più indecorosa è perderlo per trascurata leggerezza. Prova a pensarci: gran parte della vita ci scappa via mentre agiamo in modo sbagliato, la maggior parte mentre stiamo senza far niente, e l’intera esistenza trascorre in occupazioni inutili e che non ci riguardano veramente. Trovami, se sei capace, uno che dia al tempo il giusto valore, che capisca quanto può essere importante una giornata, che si renda conto che noi moriamo un po’ ogni giorno! Perché questo è il punto: noi pensiamo alla morte come a qualcosa che sta davanti a noi, mentre in gran parte è già alle nostre spalle: tutta l’esistenza trascorsa è già in suo potere. Allora, caro Lucilio, fa’ come mi scrivi: tieni stretto il tuo tempo ora per ora; dipenderai meno dal futuro, se avrai in pugno il presente. Mentre rimandiamo le nostre scadenze, il tempo passa.

Tutto ci è estraneo, Lucilio, solo il tempo è veramente nostro: l’unica cosa di cui la natura ci ha fatto padroni; ma è passeggera e instabile, e chiunque può estrometterci da questa proprietà. Che sciocchi gli uomini! Quando ottengono da qualcuno delle inezie di nessun valore, facili da rimpiazzare, sono pronti a farsele mettere in conto; ma non c’è nessuno che si senta in debito, se gli si concede del tempo; eppure questa è l’unica cosa che non si può restituire, nemmeno se si prova grande riconoscenza

(Seneca)