Il mio corpo sta invecchiando, e anche la mia mente. È una cosa normalissima che, seppur inconsapevolmente nei primi anni di vita, sappiamo già. Cominciamo a invecchiare nel momento stesso in cui siamo concepiti. Non è questo il problema.
Il problema è che il mio corpo invecchia molto più velocemente della mia mente.
Mi ritrovo quindi a guardare i progetti che il mio cervellino sforna, ad aprire cassetti in cui sogni ancora dormienti aspettano il loro turno, e a domandarmi se quei cassetti riuscirò mai a svuotarli. Domanda un po’ inutile, perché, per esperienza, quando creo spazio vuoto, è solo l’anticamera per riempirlo nuovamente. Come l’universo, tendo al caos.
Non so voi, ma io di progetti ne faccio a millanta. Solo che la maggior parte non prende il volo, altri li lascio volare lontano da me, solo pochi continuano a rimanermi fedeli.
Per i sogni è un’altra questione: devono trovare il modo di uscire dai cassetti e, una volta fatto, devono trovare il modo di realizzarsi. Una volta trovato il modo, devo sperare che non sia passato troppo tempo, tanto da non renderli più sogni.
In tutto questo turbinio di progetti e sogni trasportati dal vento, come soffioni con i loro acheni, cercando una stella su cui mettere radici, ci sono io, con i piedi ancorati a terra. Valuto se, a questo punto della mia vita, ho la forza necessaria per seguirli e curarli.
Tutto ciò senza avere la certezza di una “scala abbastanza lunga” per riuscire a raggiungerli e vederli nascere.
Io, da “giovane”, ho sprecato un sacco di tempo nel “non fare”, e ora un po’ me lo dico che potevo impiegarlo meglio. Ma mi perdono: a imparare che cosa volevo veramente, ci ho messo una vita quasi intera.
Di tutti questi piccoli cuccioli di dente di leone che sono i miei progetti e i miei sogni, qualcuno riuscirò a prenderlo, forse non a completarlo, o forse sì, o forse l’adolescente mai sopita che è in me continuerà a dirmi: “Sti cazzi, fai e vai” (ho un’adolescente sboccata).
Quindi allunghiamo la mano e via, a prenderli, per portarli a terra quei cuccioli di dente di leone.
