DALLA S ALLA T


SOLITUDINE
La solitudine è pericolosa. E’ dipendenza.
Una volta che ti rendi conto di quanta pace c’è in lei, non vuoi avere a che fare con le persone.

(Carl Gustav Jung)

So che vi sono persone che temono la solitudine, io la amo. Non è che sia un’asociale, mi piacciono le persone, molto, ma a dosi personalizzate. Poi ho bisogno dei miei spazi, amo le persone che sono presenti lasciandomeli.

Questo amore non è nato da adulta, forse sono un’adulta che la ama perché la conosce fin da piccola. Sono stata una bambina che ha vissuto molto in solitudine (se leggere libri significa stare in solitudine, o forse leggevo libri perché stavo in solitudine. Un pò il gioco del “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”). Timida e senza parole per gli altri (so che oggi pare un’eresia, me senza parole).

Quando sono sola, non mi sento mai sola. Ho percepito molto più la “solitudine” quando ero in mezzo alla folla.

TROIA
Me lo hanno detto, ma mai di persona. Perché il coraggio delle proprie azioni e parole è roba da pochi.
Di solito chi lo diceva non lo faceva perché in quel momento lo ero, ma perché, o non riusciva a farmelo fare con lui, o perché l’uomo che voleva lei, corteggiava me.
Non che non lo sia mai stata, ma quando lo sono stata, ho scelto di esserlo, con l’uomo che amavo. Ed è stato anche molto divertente.

L’ho anche io detto, riferito ad altri, in un paio di occasioni, ma ero da sola o in una situazione singola con un amico, in maniera di non colpire l’altra persona. Il mio dirlo era l’urlo di dolore che cercava una via d’uscita, una rabbia che cercava un varco per sfiatare e non fare danni peggiori. Non è stato bello comunque averlo detto, ma sono umana, faccio errori, molto più spesso di quello che vorrei.