SOGNO DI UNA NOTTE DI INIZIO AUTUNNO

Percorrevo una strada in discesa e scrivevo il mio diario cartaceo. Un grande quaderno intonso, con la copertina color panna. Iniziavo a scrivere sulla pagina bianca con la matita morbida: “Sono rimasta prigioniera di questo amore è questa la causa di quello che è accaduto dopo”.

Sentivo il rumore di un paio di auto dietro me, timorosa mi giravo, ma poi vedevo che non ero in pericolo, anzi si incagliavano nel fango, mentre io proseguivo a piedi. Pensavo che quel quaderno era la mia agenda, se la lasciavo in ufficio avrebbero potuto leggerla, e non volevo ciò.

Uno strano timore detto da una che scrive su un blog pubblico anche il colore delle mutande.

La verità e che io dico meno di quello che sembra alla fine. Uso metafore e parlo a voi, ma in verità parlo a me stessa. Attraverso voi e i vostri occhi scopro parti del mondo esterno e qualcosa di me che altrimenti non avrei modo di vedere. Però alcuni pensieri che ispirano quello che scrivo, non arrivano ai tasti, rimangono lì, impigliati dietro le parole, le virgole e gli spazi bianchi. Celati in attesa di chi riesce a vedere oltre la tastiera.

E che dovevo scrivere questo sogno, perché ci son sogni che so essere importanti e questo è uno di loro. Dovevo fissarlo e osservalo, nella forma che le lettere gli davano, a prescindere da quello che poi a voi sarebbe riuscito a trasmettere.

Il dolore di dopo è figlio del dolore di prima.
Se non abbandoni il dolore nutrirai la sua prole.

Oh io non ho mai detto di esser normale!

24 pensieri riguardo “SOGNO DI UNA NOTTE DI INIZIO AUTUNNO

  1. cioè, tu te ne esci così il venerdì pomeriggio con una frase che sembra scritta semplicemente in neretto ma che invece assomiglia di più ad un impressione a fuoco sulla pelle???

    1. colpa dei miei sogni e dei miei “lo scrivo non lo scrivo lo scrivo non lo scrivo lo scrivo non lo scrivo” e del finale ma si scriviamolo tanto è venerdì pomeriggio lo leggono in pochi

  2. Il color panna della copertina, comunque, è peggio di qualsiasi di colore di mutanda tu abbia mai indossato.. pensieri impigliati nei tasti come auto inseguitrici nel fango, magari? Vorresti farti raggiungere nell’inconscio, ma stai nutrendo prole e post come, credo, meglio non potresti… vabbè, mo’ me vado a vede’ Lucy che è meglio… 😉

  3. Dovremmo imparare a coccolare e a nutrire il bello di noi.
    Alimentare il dolore porta solo all’autodistruzione.

    Tra il detto e il non detto… spesso arrivi allo stomaco… e mi lasci sottosopra…
    Grazie.

    1. anche io sogni i numeri spesso… sequenze lunghe che al mattino ricordo, ma non so mai come separarle per poterle giocare… mannaggia 🙂

      PS: e lo so che la normale anormalità ci lega :*

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