WINTER SEA

Sarà che stamattina il cielo era di quel grigio a metà tra la percezione del disastro e il colore di una coperta di lana d’un tempo, sarà che mentre guidavo, in sottofondo, alla radio passava la voce della Bertè che cantava “il mare d’inverno”.

Sarà per questo che mi arriva un ricordo antico di me.
Dicembre. I miei stivali a pochi centimetri dal mare. Chiazze di neve intorno. La sabbia bagnata. Un cielo plumbeo mentre scruto un orizzonte grigio. Sogno un rosa futuro che non è mai arrivato.

Winter Sea

Il tempo ti fugge a una velocità a cui non riesci star dietro, questa lotta persa per contenerlo. Cerchi di usare al meglio quello che ti rimane. Lo spreco dei secondi ti rende insofferente, se obbligata a viverlo fa di te un grumo a ph uno.

Credevi che avresti cambiato il mondo e sei arrivata a pensare meno male che il mondo non mi ha cambiato. La verità è che qualcosa, però, ha cambiato. Ampi pezzi di Utopia, ti son stati strappati e non fan più parte di te. I grandi ideali, i sogni di giustizia per gli uomini si son piegati, inginocchiati al dio Procrastino. Eppure hai creduto così tanto.

Sapete vorrei tornare ad accarezzare unicorni, abbracciandoli e appoggiando il viso sul loro collo. Chissà quando ho cominciato a perdere ampie parti di me?

Dio che spettacolo che ero dentro allora.

31 pensieri riguardo “WINTER SEA

  1. il “cielo a metà tra la percezione del disastro e il colore di una coperta di lana d’un tempo” è una meraviglia e io sono arrivata a pensare che il mondo no, ma la vita e i rapporti con chi ci sta intorno si cambiano anche scrivendo e prendendosi cura. Di sé, degli altri, della vita in genere, appunto. Forse è una cosa autoconsolatoria, ma penso anche che ci sia un’età per tutto. Che comunque si diventa più sé stessi ad ogni secondo che passa e che gli unicorni sono sempre lì, solo che adesso si imbizzarriscono più silenziosamente, senza parere, quasi con discrezione. Ma non meno di prima.

    1. Sai io non credo esista un’età per tutto, altrimenti io non avrei fatto il 65% delle cose che ho fatto nella vita… io sempre fuori tempo o in anticipo 😛

      Si, si diventa sempre più se stessi a ogni secondo che passa, il problema è che il sentiero di quelli che son sempre più “se stessi” mica è afoolatto come quello dei “cominciato ora”.

      Un sacco di gente si perde, un sacco di gente rinuncia.

      Non sto dicendo che vorrei esser altrove, io vorrei esser esattamente dove sono, ma vorrei esser qui con quella purezza che mi ha caraterizzato e che ora inq ualche modo ho sporcato… non so spiegarmi meglio, scusami 🙂

      1. Ma figurati! Non era una critica intendiamoci, e neanche la pretesa di dare consigli, semmai è che anche a me capitano quei momenti e penso che si possa trarre forza dalla consapevolezza di aver percorso un cammino che stiamo ancora percorrendo, verso il “tempo giusto” (che non vuol dire che non si possano fare le cose nel tempo che vogliamo noi, ma appunto, che il tempo che vogliamo noi è quello giusto). E proprio perché tanta gente si perde, il fatto di continuare la strada è già molto. La purezza… boh, penso di non averla mai sentita cosa mia, e penso che bisogna solo lasciarsi sporcare dalle cose giuste, perché una vita incontaminata mi sembra peggio. 🙂

      2. Le cose giuste non sporcano, arricchiscono 😛

        (non l’ho presa come critica 🙂 dicevo solo che i limiti dell’età a parte quelli fisici, son limiti sociali non veri)

      3. Quando si è ragazzini si è più “puliti” nel senso di più “ingenui”. La consapevolezza “sporca”. La consapevolezza dei nostri limiti, la consapevolezza delle ingiustizie, delle cose che non possiamo cambiare, delle meschinità e delle fragilità. Tutto questo, e non solo i pregiudizi, secondo me, ci impediscono di guardare il mondo con quegli occhi ingenui. E’ un male? Io non lo so. Faccio parte di quelli che dicono “tornare ai vent’anni? Magari, ma con la testa che ho ora, le memorie, i pensieri che ho ora. Altrimenti, anche no”. Che è ancora più utopistico che desiderare semplicemente di tornare ai vent’anni e basta, se vuoi 🙂
        Ma il fatto è che sto incommensurabilmente meglio adesso e questo, mi rendo conto, è qualcosa di molto soggettivo. Però se ci pensi bene, davvero rinunceresti a tutto quello che ti rende la te stessa di oggi, diversa da quella di allora?

      4. Non posso rinunciare a me stessa oggi, vorrebbe dire rinunciare ad altre parti di me, alcune delle quali hanno occupato proprio lo spazio di quello che mi hanno strappato.

        Dico solo che vorrei avere il candore e la pulizia ancora con me.

        Per rubare un concetto di Osho che io comprendo molto bene
        “L’innocenza del bambino è bella, ma è ignorante. Verrà sostituita dalla sfiducia e dal dubbio man mano che il bambino crescerà e apprenderà che il mondo può essere un luogo pericoloso e minaccioso. Ma l’innocenza di una vita vissuta in pienezza ha una qualità di saggezza e accettazione della meraviglia della vita in continuo mutamento.”

        Io voglio l’innocenza del vecchio. Che non ho ancora perchè non son così “elevata”

    1. non è proprio così… non si più essere quello che si è stati, si può esser delle copie sbiadite se va bene, quanto certe parti “scompaiono” non è detto che tornino.

      A me alcune son “tornate” altre proprio.. no…. altre non ci sono più, del resto non tutti i semi sopravvivono al terreno 🙂

      1. Con il massimo rispetto per il tuo punto di vista e senza aver alcuna intenzione di contraddirti né convincerti a tutti i costi. La mia opinione è che, nel bene e nel male, ognuno di noi diventa ciò che l’esperienza gli ha insegnato. L’esperienza viene necessariamente dal passato e questo è foriero di sofferenze. Se svuotassimo la nostra teiera colma di pregiudizi, potremmo tornare a guardare il mondo in un modo più puro, proprio come una volta. E non importa quante persone ci siano a impedirci di pensarla a quel modo. Conta ciò che siamo noi. 🙂

      2. Non è semplice, certo. Tuttavia, fino a che punto è soddisfacente passare dall’altra parte della barricata ovvero in quella che uccide? È dunque questa la natura dell’essere umano? Sopraffare a tutti i costi? Se proprio devo stare da una parte, preferisco i sopraffatti. Almeno tra quelli ci sarà amore e solidarietà. I roboanti proclami di superiorità di un essere umano rispetto ad un altro, non hanno portato mai da nessuna parte. È solo questione di tempo e tutti scenderemo dai piedistalli. Anche nei rapporti di tutti i giorni, tra di noi… prima o poi riapriremo gli occhi. Ora la società vuole che li teniamo chiusi.

      3. guarda intorno a te nel piccolo, quanti sopprusi, quante piccole angherie commesse dal sigmore per bene

        Io non sto dicendo che va assecondato questo, sto dicendo che facciamo (faccio) poco, perchè le cose cambino.

        Per far qualcosa, non intendo le parole e le chiacchere (come quelle che stiamo facendo io e te come cofronto), ma intendo proprio nei fatti, materialmente, ogni giorno anche nelle piccole cose che facciamo?

      4. Non starò ad elencarti cosa faccio io. Se talune leggi me lo avessero consentito avrei fatto molto di più. Tuttavia, già la consapevolezza di voler cambiare e di farlo sapere agli altri, in modo che un bisbiglio diventi un giorno clamore, è tanto. È l’accettare supinamente, che è errato. In questo istante siamo in due a parlarne, domani potremmo essere dieci, cento o più. Da ciò che dici e da come lo dici percepisco un’anima che non vuole soggiacere alle logiche di questi tempi di oscurantismo intellettuale, spirituale e sociale. La forza di ribellarti e di essere uno spirito che si eleva sulla piatta rassegnazione, ce l’hai. Si sente.

  2. Con il trascorrere del tempo cambiano tante cose. Cambia il nostro modo di vedere la vita, la gente, gli oggetti, e cambiamo anche noi, sia internamente che esternamente. Tuttavia bisogna sempre guardare con fiducia al nostro futuro senza rammaricarci di quello che è stato perso o di ciò che non è stato fatto. Dobbiamo sempre avere il coraggio di accettarci per ciò che siamo diventati con il passare degli anni, felicitarci di quel che siamo stati e continuare a sognare. 🙂 Un abbraccio

    1. eppure ci son parti di me che son rimaste immutate, io lo chiamo il nocciolo, quella son io, o meglio quello che è rimasto.

      certo che tutto cambia, la vita è mutamento, e io vivo e muto

      è come si cambia che fa la differenza… 🙂

    1. Ecco…in questo mare di profonde riflessioni sul tempo, il dolce anacronismo di Vipero fa ancora estate 😀
      Comunque diciamo che l’importante è conservare una bella percentuale di bellezza. Di qualsiasi forma… E tu la conservi.

  3. Il cambiamento è nella natura delle cose. Non potremo mai più essere come siamo state. Abbiamo perduto l’incanto e fatto spazio ad un sentire a tratti greve, ma reale. Abbiamo perso la speranza illusa, a beneficio di un vivere alla giornata come Dio ce la manda.
    Io sono cambiata in peggio, ma non me ne cruccio. Siamo quelle che siamo: sopravvissute.

    1. Probabilmente hai ragione tu, il cambiamento lo accetto perchè fa parte della crescita e del divenire meglio.
      So che posso mutare in peggio ma io non mi rassegno, ho una fiammella accesa ancora da qualche parte che mi dice che questa non è la vita, che questa non sono io…. e se mi cerco, anche in salita a volte e non solo in discesa, mi troverò. Non mi basta sopravvivere (e non deve bastare neppure a te anima dalle mani affusolate), voglio vivere.

      Io spero che questa fiamma muoia solo il giorno che me ne vado da questa terra.

  4. Gli occhi maturi guardano le cose pure, gli occhi puri le sanno vivere.
    Credo sia questa la differenza che il tempo sancisce, quello che quasi naturale t’appartiene con gli anni va cercato perchè più nascosto (ma non sempre è lo sporco che lo copre).
    Un abbraccio :*

  5. Gli anni passano inesorabilmente e ti chiedi sempre e cerchi di capire se effettivamente la strada intrapresa sia giusta o meno e che non avrai più il tempo di cambiarla. Il mio più grande incubo, e non letterale in quanto da bambino ne soffrivo molto, era il tempo, il non potere più tornare indietro. In questo momento lo sto perdendo rinchiuso in un ufficio…. chi me lo ridarà? Vorrei tornare bambino……

    1. Avremmo potuto far scelte dicerse per no nstar dentro un ufficio (cosa credi pure a me sembra tempo sprecato per certi versi), ma non l’abbiamo fatta…. paure e bisogno di solidità, ci hanno ancorato a una schiavitù economica e temporale.
      Questo per poi capire che di sicuro nella vitanon c’è niente.

      Io ho rivulzionato la mia vita a 40 anni, cambiando anche lavoro. Qualche anno dopo avrei potuto far una scelta ancor più drastica… ma puar, repsonsabilità, insomma tutte le scue che il mio incoscio ha trovato per non affrontare il nuovo 😛 mi hanno impedito, altrimenti ora starei girando il mondo con pochi soldi in tasca 😉

      Questo per dire che alla fine noi siamo il frutto di quello che abbiamo fatto e non pensato.

      Se mi guardo, mi dico che non solo male, ma che è un peccato, uno spreco perchè avrei potuto risplendere come un sole….

      1. Qualche mese fa ti avrei risposto che, Dio volendo, conoscevo perfettamente il mio futuro, mi vedevo invecchiare con mia moglie e crescere insieme i nipotini. Ma forse avvevo sprecato troppo nella mia vita, non so. Di sicuro fino ad oggi è stata veramente bella, non ho rimpianti. Il futuro invece è molto incerto ma indubbiamente mi ritrovo a quasi 50 anni senza renderme conto, sono passati così velocemente…..

      2. Come detto non c’è nulla di certo nella vita, se non che l’esistenza su questo mondo prima o poi termina… si lo so ti stai grattando 😛 )

        Ecco l’inutilità di progettare a lunga distanza per noi stessi, (non sto parlando di progetti per il bene comune, in cui noi però comunque rimaniano particelle). Tanto non è mai come pensi alla fine 😉

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