LEGGO DI ME

Ripiego le mie parole una a una. Allineo le emozioni scombinate. Distendo i pensieri attorcigliati. Lentamente sciolgo ogni nodo e compongo delle piccole matassine colorate e le metto accanto alle parole ripiegate.

Non dimentico niente, ma non conservo con me il peso del ricordo. Lo ripiego, in piccole scatoline, insieme alle parole in fondo un cassetto, non quello dei sogni, in un’altro.

Non dimentico niente, perché dimenticare non sempre è un bene. Altrimenti non impareremmo mai nulla dalle cose che ci accadono. Ogni volta con la fiamma ci bruceremmo, non ricorderemmo di buttare la buccia e mangiare solo il frutto. Le cose che mi accadono quindi le ripiego e le conservo nei cassetti della memoria. Belle o brutte che siano.

Poi arriva un momento nel quale avverto il sentore della cosa già accaduta. Vado allora a riaprire i cassetti, scartabello e cerco, finché non trovo. Trovo tutte le volte che è accaduta. Allora sommo. Uno più uno più uno più uno. Quella cosa è già accaduta altre volte.
Così scopro le dinamiche, positive o negative, mi accorgo in quel modo delle ripetizioni costanti della mia vita.

Se la ripetizione è bella, sorrido e ringrazio questo mondo per il dono. Ripiego i pensieri e le parole, li rimetto nel cassetto, e conservo con me l’emozione nel cuore.

Accade più sovente il contrario, la dinamica tossica, che avvelena, che ti mangia e consuma. A quel punto ne prendo atto.

Uno più uno più uno più uno più uno = troppo.

Prendo tutte le parole, i pensieri, le emozioni che la riguardano. Dispiego tutto davanti a me. Osservo lentamente. Leggo di me.
Possono passare ore o anche giorni. Mi faccio una visione d’insieme della dinamica, tiro fuori l’insegnamento, poi accartoccio. Accartoccio tutto insieme. Accartoccio come si fa con un foglio di alluminio. Accartoccio in una piccola palla e butto via.
Accartoccio pensieri, ricordi, frasi, emozioni e persone. Faccio spazio perché in quel vuoto ci possa entrare il nuovo.

12 pensieri riguardo “LEGGO DI ME

  1. Tutta la conoscenza possibile, eppure ci si ricasca sempre.
    Credo sia necessario, altrimenti smetteremmo verso i dodici anni.
    D’altronde ogni passo è uno squilibrio. Se non facessimo quel gesto che in tutto e per tutto equivale a cadere, rimarremmo immobili.

    Dev’essere per quello che adoro il divano.

    1. Sarà per quello che sono una singola? 😛

      Si può amare anche con la conoscenza, si può amare anche con la mente insieme al cuore.
      Si può amare in maniera diversa dei dodici anni. Quella in cui ai miliardi di farfalle nello stomaco, tutto un non capire un caxxo, tutto uno sbandamento…. poi le farfalle volano via e lasciano le larve a mangiarti le viscere…

      E il divano non ti salva… sallo.

      1. No, da solo no, ma se ho saldamente in pugno il telecomando di sky… Fatevi avanti, larve fellone!

  2. Forse per l’età, ma io ripesco spesso i miei ricordi, che spesso vedo molto lontani. Ma mi piace tirarli fuori, preferirei poterli scegliere, ma la memoria spesso mi presenta anche quelli che non vorrei, senza riuscire ad “appallottolarli”.

    1. Si impara a farlo. Io ho imparato a farlo.

      E la scelta che a un certo punto uno fa sulla qualità della vita. La sua. Come vuole viverla.

      E un discorso ampio da fare in una risposta in un commento, difficile condensare. Vuoi puoi farti condizionare nel presente da una cosa negativa che non è più, non esiste più, inquinando attimi del presente quindi?

      Certo che può capitare, ma il 1+1+1+1+1=troppo serve proprio a quello, a un certo punto dire basta. La vita è ora, non dobbiamo vivere nel presente come se ci fosse un passato che non esiste.

      Ok, mi rendo conto, non son stata per nulla chiara, direi proprio confusa. Ma credimi, si può imparare ad appallottolare 🙂

    1. MA ANCHE NO!
      a me le dinamiche tossiche piacciono come una piattola sul pube! 😛

      Quindi lo spazio lo facciamo, tenendo l’insegnamento, proprio per far entrare dinamiche che mi ricordino, che ne so, la brezza, un tuffo nel mare, una birra bevuta all’ombra di una giornata calda avvolta di chiacchiere fresche e non le piattole sul pube!

      Ci si può intasare di veleno o di nutrimento, la scelta sta a noi 🙂

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