ORA

Se una foto è molto bella, diciamo “Sembra un dipinto”.

Se un dipinto è molto bello diciamo, “Sembra una foto”

Di base pensiamo che il meglio sia sempre qualcos’altro, da qualche altra parte, in un altro momento.

Quindi viviamo in sospensione. Tra un “si stava meglio quando si stava peggio” e un “domani sarà meglio”.

Ma la vita è qui, ora in questo esatto momento. Ora sento il sapore. Ora sento l’aria riempire i polmoni. Ora, se mi baci, caccio la mia lingua nella tua bocca. Ora sento il tuo profumo. Ora puoi farmi venire la pelle che un’oca m’invidierebbe.

Ieri si confonde e confonde come le nebbie delle coste lacustri, domani è una voluta di fumo che cerchi di ghermire con un retino.

Conta solo ora.

Carpe diem dicevano, ma non serve cogliere un attimo fuggevole, basta vivere al massimo delle nostre possibilità, ora.

30 pensieri riguardo “ORA

  1. È vero!! Bellissima riflessione 😀 dovremmo imparare ad apprezzare la bellezza così com’è, senza immaginarla per forza diversa

    1. L’evoluzione è la spinta verso altro.

      Anche perché quando giro lo sguardo, vedo centinaia di insoddisfatti che sono fermi…. non è quello il motore dell’uomo quindi.

      E comunque in giro io vedo gente troglodita, quindi forse Adamo ed Eva no, ma ci siamo vicini 😉

      1. Se vedi i trogloditi, pure l’evoluzione fa difetto, allora 😀

        Per me è proprio l’insoddisfazione che ti porta verso l’infinito, ed oltre.
        Non applicabile a tutti, chiaro. Dipende dal livello di disperazione.

      2. perché l’evoluzione è una scelta del singolo, e non tutti scelgono di farla, perché a differenza dell’involuzione un pò (mica tanta) di fatica devi farla 😛

        Quindi tu con l’insoddisfazione hai cambiato la tua vita? Ti ha dato la spinta a cambiarla? Ti ha portato a vivere la vita che volevi?

        PS: non pensare che io mi consideri evoluta….

      3. Si… e no. Nel senso, ho sempre avuto una sostanziale insoddisfazione di base, la quale mi ha portato a sperimentare un po’ tutto: emigrare, vivere da solo, voler tornare, metter su famiglia, mollarla…
        Questo, ovviamente, impedisce di apprezzare in pieno il presente, quando lo stai vivendo.
        Per contro, c’è anche da dire che appena t’azzardi ad apprezzarlo e a sentirti in qualche modo felice, una qualche mazzata arriva subito a mandare tutto in vacca.

        p.s. di te penso solo cose belle ed ammirevoli, sallo 😉

      4. Quella che hai appena scritto, quella è una dinamica depotenziante, ovvero una cosa che farà in modo che appena hai qualcosa di bello nel presente, tu lo mandi in vacca.
        Questa era la notizia brutta.
        La notizia bella e che convinzioni si possono cambiare.

        PS: lo pensi perchè non mi frequenti, sallo ❤

      5. Tenterò.
        Poi vale sempre il: “fallisci, fallisci ancora, fallisci meglio”, no? 😀

        (quello è un cruccio, sallo)

      6. I fallimenti io li detesto, ma tanto, ma mi son serviti a:
        A) imparare a fare meglio (a volte)
        B) sapere che forse dovevo cambiare progetto,
        C) cambiando progetto ho scoperto che son bravissima a far altro (a volte 😛 )
        D) avere pazienza (ma qua difetto ancora)
        E) che devo accettare di non essere brava in tutto
        F) dove non riesco io, consociarmi con qualcuno che è bravo in quello, insomma a cooperare
        G) Ho scritto tutti sti punti solo per arrivare a questo, e fare la battuta “Punto G? Parliamone!”

        (O forse la tua salvezza)

      7. Gatto sarà già in viaggio verso il wend 😛

        (Al limite con questo colore di capelli che mi ritrovo dico “Mi è semblato di vedele un gatto” e rimango con lo sportellino della gabbietta chiusa 😛 )

        (quindi possiamo prenderlo in giro tantissimo)

  2. Comunque sia non va mai bene, è un dato di fatto! Il presente è l’unico momento certo che abbiamo e che va vissuto al massimo 🙂

  3. Il problema è che abitualmente questo paragone si fa in base a criteri di realismo nella rappresentazione della realtà, e a me non verrebbe mai di paragonare dipinti e fotografie in quel modo. E anzi, se capita, la valutazione è rovesciata. Un dipinto così realistico da sembrare una fotografia è un dipinto in cui l’autore ha messo così poco di se da limitarsi a fare un copia e incolla della realtà. Allo stesso modo, una “bella” fotografia non è un dipinto, un quadretto della realtà, è l’interpretazione che ne fa l’autore. Certo è che se il paragone lo fai con un quadro di Rothko allora le cose cambiano.
    Sul discorso tra te e Vipero non mi intrometto pure se mi prudono le dita, tanto lo sapete bene tutti e due come la penso, il discorso è stato già ampiamente sviscerato con tutti e due. E ciò che leggo qui oggi mi riporta alla lunga chiacchierata che abbiamo fatto in compagnia dei sei (!) rossi domenica scorsa e ad altre due di questa settimana, e ho ripensato un po’ a tutto. Se avessi comportamenti, reazioni e sentimenti diversi da quelli che ho non sarei la persona che sono, tutto ciò che posso fare è sbagliare (o far giusto) con la mia testa e il mio cuore, altrimenti non potrei perdonarmelo. Ciò non toglie che continuano a girarmi i c. per certe cose, ma i cambiamenti vengono sempre dall’interno e mai dall’esterno.
    Fine del sermone.

    1. Hai ragione quando dici se “se avessi comportamenti, reazioni e sentimenti diversi da quelli che ho non sarei la persona che sono” lo dico anche io di me, con delle variabili però:

      “sono quella che sono grazie (o per colpa) delle reazioni, comportamenti, sentimenti che ho avuto”

      Per me la frase magica è “che ho avuto”. Perché nel tempo sono stata resiliente e ho modificato parti di me, smussate, aguzzate, ho cambiato forma. Sono cambiata in meglio e a volte in peggio. Quando sono cambiata io è cambiato intorno a me, l’ambiente e anche le persone.
      Neppure le pietre e le rocce rimangono immutate. Il cambiamento è la nostra grande forza, è il mio sorriso nel pensare che oggi non so che diverrò domani (anche se so a cosa tendo). Il cambiamento fa di noi una meravigliosa avventura.

      E finisco il sermome pure io (ghghghgh) concordando che i cambiamenti SONO SEMPRE E SOLO dall’interno e poi si propagano all’esterno

  4. Non sono mai stato troppo bravo nel ‘carpe diem’, Troppo spesso la mia razionalità, fedele compagna di sempre, mi ha sempre imposto una visione che percepisse il domani come orizzonte temporale, quasi mai l’oggi.
    Non rimpiango le mie scelte, anche se qualche volta un po’ più di istinto, e un po’ meno di razionalità, non mi avrebbe fatto male.

    1. Ma infatti non parlo del “carpe diem”, lo scrivo alla fine, non si tratta dell’attimo fuggevole, si tratta di vivere pienamente il presente, ed è molto meno facile di quanto sembra scrivendolo…

    1. Non è l’apatia il mio nemico. Non in questo caso (io divento apatica se non vivo la vita a cui sono destinata). Credo che il mio nemico nel vivere “ora” sia la paura.

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