PAROLE

Ci sono parole che ho imparato quali pazienza, parlare, attendere.
Pazienza: ci sono voluti anni, in cui la perdevo e ritrovavo.
Anni di allenamento perché il momento in cui la perdevo fosse sempre più lontano. Ma confesso, a volte mi rendo conto che devo ancora allenarmi.

Parlare: ho vissuto in silenzio per anni, poche parole e tanto ascolto. 
Poi ho iniziato, ed è stato un crescendo, stoppata ogni tanto dalle paure e dalle insicurezze, ma non mi sono più fermata. Devo ammettere, però, che negli ultimi anni spesso utilizzo il bonus “silenzio”, lo faccio quando vedo che parlare è inutile.

Attendere: è in qualche legata alla pazienza, ma ne è solo parente.
Ho imparato ad attendere tempi migliori, la luce in fondo al tunnel, il passaggio del dolore che attraversa l’anima per uscire.

Ci sono parole che ho perso tipo fiducia, ingenuità, accondiscendenza.
Fiducia: ne avevo tanta negli uomini, nel mondo, in me a volte.
Poi l’ho persa, forse l’ho utilizzata troppo, e troppo a sproposito. Ho riposto fiducia in situazioni, amori e amicizie, ma quando ho sentito quella lama nella schiena e mi sono voltata, non l’ho più trovata.

Ingenuità: l’ho tenuta con me molti anni, forse troppi.
Seguiva, come una pecorella il cane, “fiducia”, andava di pari passo nel mondo.
Un giorno si è sentita dire: “Non puoi essere così ingenua alla tua età” e ingenuità ha pianto, e nel farlo ha cominciato lentamente a sciogliersi, come un ghiacciolo a ferragosto.

Accondiscendenza: voleva far contenti tutti.
Cercava di tamponare i bisogni e desideri altrui, e per farlo perdeva di vista gli obiettivi che l’anima si era posta, la relegava e spesso imprigionava.

Ci sono parole ambivalenti tipo accettazione, sopportazione.
Accettazione: a volte è positiva, accetti la diversità, il fato, il momento, una visione diversa dalla tua, ma a volte scompare e arriva “intransigenza” davanti a parole quali crudeltà, ingiustizia.

Sopportazione: è come “accettazione” a volte è positiva, ma davanti ingiustizia, repressione, schiavitù, manipolazione, esplode in “ira”.

Poi ci sono parole che non ho ancora imparato, sto ancora vivendo questa vita, cercando di apprenderle.

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