Beyond the Bar
Genere: Legge, Romantico, Vita
Paese Corea del Sud
Anno 2025 – 12 episodi
La trama:
Yun Seok Hun è un avvocato socio che lavora nel grande e famoso studio legale Yullim, dove è a capo del team contenzioso. È un uomo schivo, dalle grandi capacità legali, con un carattere freddo, per cui è molto difficile riuscire ad avvicinarlo.
Kang Hyo Min è una giovane avvocatessa alle prime armi, ma è un piccolo genio della giurisprudenza. È generosa di cuore, onesta e sicura di sé, anche se è socialmente impacciata. Inizia il suo percorso lavorativo presso il team contenzioso della Yullim.
Tra i due dopo i primi scontri, s’instaura un rapporto di fiducia lavorativa, e dopo quello iniziano ad avvicinarsi anche nella vita personale, tutto questo mentre all’interno dello studio legale Yullim, alcune fazioni cercano di sabotare sia lui sia lei.
Gli attori protagonisti sono:
Lee Jin Wook che interpreta Yun Seok Hun.
Indimenticabile protagonista di “Bulgasal: Immortal Souls”, serie, uscita su Netflix, che ho amato molto (Se volete leggere la recensione che feci cliccate QUI).
Lo potete vedere recitare, sempre su Netflix, anche in “Squid Game 2 e 3” e in “Sweet Home” 2 e 3.
Jung Chae Yeon che interpreta Kang Hyo Min.
Ha lavorato anche in “Family by Choice” (Viki Raluten) e “The Golden Spoon” (Disney+)
Lee Hak Joo che interpreta Lee Jin U.
Lo trovate anche in “The Potato Lab” (Netflix) e “Newtopia” (Prime)
Jeon Hye Bin che interpreta Heo Min Jeong.
È tornata alle serie dopo una pausa di qualche anno; ha avuto un ruolo ospite in “Kiss Sixth Sense” del 2022 e l’ultimo suo ruolo principale risale al 2021 in “Revolutionary Sister”.
Io amo le serie Legal, questa è partita benissimo e mi ha catturato subito. Ogni episodio porta a un nuovo caso e una nuova prospettiva.
Se devo trovare un difetto a questa serie, è che a volte cade un po’ in quello che io chiamo “il patetico coreano”, di cui molti kdrama sono infarciti. Troppe lacrime per commuovere forzatamente lo spettatore, ma, invece a me irrita. Devo dire che per ora, in questa serie, è successo poco, quindi rimane un drama godibile.
Al momento che ne scrivo, è ancora in onda su Netflix, spero mantenga lo stesso livello di qualità.
Una piccola curiosità sul titolo (quello inglese): Bar è scritto in senso legale e non di locale. Nell’ambiente legale “The bar” si riferisce all’insieme degli avvocati. Entrare “alla bar” o “superare il bar” significa diventare un avvocato abilitato, quindi “Beyond the bar” suggerisce “oltre la professione”.
Infine solo per ricordare che non dimentico, e anche se parlo di altro, questo fa costantemente parte di me, ogni giorno.


Segnato 😉
Credo che i coreani non piangano in pubblico nella realtà
Perchè pensi questa cosa?
Credo che i drama mostrano un aspetto della società edulcorato di rosa, ma amplificano solo aspetti esistenti
A pelle gli orientali – parlo per esperienza indiretta – non mostrano in pubblico molto della loro sfera interiore, meno che mai piangere.
dipende dal popolo…
Faccio un esempio sui cinesi, sono molto diversi. Per non dire i giapponesi, il dolore per loro è una cosa privata.
Chiaramente è una generalizzazione, troverai giapponesi che si strappano i capelli in pubblico e coreani chiusi nel dolore.
La generalizzazione parla di come una cultura, un popolo affrontano quell’aspetto
Assolutamente, e poi è anche un fatto generazionale, i tempi cambiano e ci cambiano… stavo cercando un vecchio libro che lessi… ma non ricordo il titolo… ci ritorno su, perché è stata una lettura interessante… mannaggia alla memoria
di cosa parlava? autore italiano? Straniero?
Italiana, giornalista, i suoi 5 anni in Giappone a cavallo tra anni ’80 e ’90
Trovato
Giorni giapponesi
di Angela Terzani Staude
è un libro che va contestualizzato in un periodo dove il Giappone effettivamente aveva un forte senso di rivalsa contro l’Occidente e un peso economico in rapida crescita, a discapito delle persone, viste come soldati