L’ESTATE IN CUI HIKARU E’ MORTO

L’estate in cui Hikaru è morto
Titolo originale: Hikaru ga Shinda Natsu
Genere: Horror psicologico, Slice of Life
Paese: Giappone
Anime del 2025 – 12 episodi

La trama:
Yoshiki e Hikaru sono cresciuti in un villaggio ai piedi di una montagna, sono amici fin da piccoli. Vivono una vita tranquilla e senza scossoni fino a quando Hikaru scompare nei boschi della montagna sopra il paese.

Dopo molti giorni Hikaru ritorna, ma Yoshiki si rende conto che qualcosa non va. Gli sembra che il suo amico non sia più lo stesso, che sia una persona diversa.

Nonostante questo, Yoshiki cerca di mantenere un comportamento normale, quando strani incidenti si verificano nel villaggio.

Questo anime mi ha conquistata.
Mi piace. Punto.

Posso dirvi che mi attira la storia, il disegno, il mistero che permea tutto e i “messaggi celati” che scivolano nella visione. So che, a ogni episodio, sono sempre più legata a Hikaru e al suo personaggio, seppure con le sue ombre, mi fa parteggiare per lui.

La traduzione del titolo, sia in inglese sia in italiano, lascia a “terra” la poesia del titolo originale. La traduzione sarebbe “L’estate in cui la luce si è spenta”. So che è difficile, a volte, tradurre alcune sfumature giapponesi, date dai kanji, che a noi occidentali possono sfuggire.

Il titolo originale può avere una doppia interpretazione. Una è legata al nome del protagonista e l’altra al concetto di luce che svanisce, ed entrambe sono legate all’anime.

Seppur l’anime potrebbe concludersi perfettamente così, fortunatamente, è prevista una seconda stagione. Al momento, però, non si conosce nessuna data precisa.

Dimenticavo, chi volesse vederlo, lo trova su Netflix.

Infine solo per ricordare che non dimentico, e anche se parlo di altro, questo fa costantemente parte di me, ogni giorno.

7 pensieri riguardo “L’ESTATE IN CUI HIKARU E’ MORTO

  1. Stanotte sono riuscito a godermi le prime due puntate.
    Concordo sul punto: mi piace.

    A parte l’aspetto “fantasy”, quello che come sempre m’intriga è ammirare la quotidianità giapponese, oltre alla voglia di assaggiare tutto quello che ingurgitano 🙂

      1. A novembre c’era la possibilità di un viaggio di lavoro a Tokyo, ma ovviamente se lo sono cuccati i paraculi. Pazienza, mi godrò le tue memorie 😉

      2. Novembre è il mese in cui sarò anche a Tokyo per qualche giorno.

        Le mie memorie (qua sul blog) te le cuccherai al ritorno, perché quando sarà la non credo di troverò il tempo per il blog 😉

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