TERRE, OSSITOCINA E TERZI POSTI


Torno da un fine settimana fatto di gente vera, persone fatte di carne e sangue, impastate di vita ed errori che li hanno forgiati e trasformate nelle splendide persone che sono. Diversi da me eppure simili.
Torno da un fine settimana fatto di risate, di racconti, pezzi di vita messi lì sul tavolo vicino alle sigarette e agli asparagi bianchi, accanto al mezzo e mezzo, lì a far vedere: “Ti faccio entrare nella mia vita”.  Io non ho parole, so che non servono, il capirsi a volte è molto di più delle parole. Ma due le scrivo: “Si sto parlando di voi, ‘nculo ma con l’ossitocina e tanta“.

Rientro da una terra che è mia, o forse è meglio dire che io son sua. Ha impastato il mio dna con la sua polvere, i suoi frutti e la sua acqua. Ho visto per le strade, sui ponti gente, che in qualche modo è la mia gente e mi son chiesta se i miei non fossero andati via quando io ero piccola, io ora parlerei con quella cantilena, e mi sentirei ancora più a mio agio di quanto mi sia sentita? C’è qualcosa in quel vivere la vita che è mia, e che nonostante io stia bene dove viva, mi manca profondamente.

La sera, tornata in questa terra che non è la mia, ma che mi ha nutrita per gli anni successivi, che mi ha fatto, in fondo diventare la persona che sono, trovo un messaggio di un amico, un link di una foto fatta a me, Progenie e Costina. Un concorso fatto, un terzo premio vinto da una sua foto con noi come soggetti, senza un primo e un secondo vincitore solo un terzo (si solo noi possiamo arrivare terzi seppur non ci sia un primo e un secondo vincitore).
Il mio orgoglio non è in questo terzo/primo premio, ma in quello che il mio amico ha scritto nell’accompagnare le foto:
Le donne ritratte in queste fotografie non fanno parte della mia casa, ma della “casa che frequento di più”. Le conosco da molto tempo, ma nell’ultimo anno per me hanno rappresentato un porto sicuro, in cui rifugiarmi sia per una serata divertente che per stemperare paturnie. Il modo di ritrarle, come una versione casalinga delle Parche, è stato scelto principalmente per divertirci, e per suggerire (molto vagamente) l’influenza che hanno avuto sulla mia vita“.

A volte io mi sento sempre fuori posto, non so di preciso quale sia la mia terra e mi sento un pò straniera ovunque, ma poi capisco che in fondo la mia terra è dove ci sono i miei amici. Qui dove abito e dove ero ieri. In queste terre, con i miei amici, mi nutro del rosso della vita, cogliendo direttamente dalla pianta i suoi frutti.

Amici miei grazie
terre

BLOGGERS, LET’S MEET AT GARDALAND!


Il primo mini raduno lo abbiamo fatto a Bologna il 22 marzo. E’ stata una giornata estremamente ricca e piena di belle persone. Una giornata così piacevole e interessante che abbiamo pensato di organizzarne un’altra.
Poichè dentro siamo bambini quale luogo migliore


sabato 21 GIUGNO 2014 a GARDALAND

chiaramente questo invito è rivolto a qualunque blogger dell’universo che volesse aggregarsi per passare una giornata tra amici di penna tastiera, mischiando sorrisi, conoscenza e giochi.

Dettagli e particolari work in progress. Abbiamo solo fissato la data dell’evento per avvisarvi in modo che come l’altra volta:
a) ci pensaste
b) se il pensar di venire vi garbava cominciavate a tener il giorno impegnato
c) risparmiavate sulla droga per venire

Se siete interessati a venire, dicitencello, così ci teniamo viscini viscini con gli aggiornamenti.

Qua i prezzi del parco, volendo c’è una buona offerta acquistando il biglietto on line con data fissa: PREZZI BIGLIETTI GARDALAND

VI LOVVO


Ho poco tempo e sarò breve. Scrivo perché non posso contenere il piacere di avervi conosciuto dal “vero”, scrivo per ringraziare  il cielo, il periodo, il momento, il mondo, di esser stata con voi sabato a Bologna . Si lo so, paio un pò zuccherosa, al limite del diabete, ma oggi va così.

Conoscere le persone non è facile, conoscerle davvero in rete ancora meno, non sai mai chi aspettarti. Infatti, anche con voi, la sorpresa c’è stata. Siete diversi (un pò) dall’immagine data dalle parole del vostro blog, siete decisamente meglio. Le parole che usate per dipingervi in rete non rendono tutto ciò siete: veri, ironici, intensi, sorridenti e ricchi di calore.

Ok ok anche le mie son parole di blog e di conseguenza non rendono.  Chi c’è stato sa cosa intendo, chi non c’è stato potrà la prossima volta che organizzeremo, perché lo faremo!
Sappiate che già mi mancate. VI LOVVO.

In stretto ordine alfabetico….
Baol
BriCciole Di Te
Elena
En Joy
Gio
Mirko
Olivia
Un uomo in cammino

HABEMUS BIGLIETTUS


Lo abbiamo preso!!! Abbiamo preso il biglietto del treno che ci porterà al

Ne avevamo già parlato, e ora ve lo confermiamo, quattro gatti spelacchiati ma tanto affettuosi e simpatici, che nel tempo perso (o il tempo lo perdono così, non è ancora chiaro) fanno i blogger, il 22.03.2014 alle ore 10.00 (ma alcuni son lì anche dalle 09.30) in stazione centrale a Bologna si ritrovano per poi perdersi nella città fin circa le 17.00.

L’organizzazione è stata fatta perfettamente, cioè non sappiamo dove andremo, che faremo e come mangeremo. Ma siamo coraggiosi e intrepidi e lo scopo è star qualche ora insieme, e insieme qualcosa troveremo.

Stiamo valutando un mezzo per riconoscerci tra noi, del tipo avremo un carciofo in mano, oppure ognuno di noi porti con se il suo elefante da passeggio. Però dalla regia ci dicono che non è possibile. Optiamo, dunque, per un contattiamoci via email e facciamo scambio alla pari di numeri di telefono, ci pare un’idea sensata (quasi da non credere che l’abbiamo pensata noi).

Ultimo post di comunicazione, se volete venire o adesso o mai più (ovvero fino alla prossima volta).

BLOGGER SMALL MEETING


Le cose belle della vita nascono spontanee, questa è nata così.  Una manciata di minuti, qualche battuta, un prendersi in giro, un’idea lanciata per gioco  diventata subito seria.
Eccoci qua, Moi, En Joy (hai visto che ti ho messa prima di lui?), Boh e la nostra idea.

il 22.03.2014 a BOLOGNA dalle 10.30

Dettagli e particolari work in progress. Abbiamo solo fissato l’evento per avvisare e far si che:
a) ci pensaste
b) se il pensar di venire vi garbava cominciavate a tener il giorno impegnato
c) risparmiavate sulla droga per venire

Se interessati dicitencello!
Ciò per capire se saremo quattro blogger al bar o quarantaquattro blogger in fila per sei con il resto di due, e organizzare in tal senso.
(Poichè è una cosa small, solo tra amici, organizzare potrebbe anche voler dire portatevi la colazione al sacco, vi abbiamo avvisati 😉 )

WHEREVER YOU WILL GO


Erano i primi anni del 2000, era estate, frequentavamo lo stesso bar, gli stessi amici. Non so perché quella sera fu diverso, perché decise di venire a ballare con noi e perché rimase sempre vicino a me. Non so neppure come ci trovammo, incuranti di tutti gli altri, in quella notte estiva sul lago a baciarci.
Ho ancora la sensazione da “film”. Era più giovane di me, ed io non volevo più storie con uomini più giovani. Scavalcò le mie parole di difesa con le sue “Fidati” e “Credici”.

Ci trovavamo al bar, stavamo con gli amici, ridevamo, scherzavamo. Verso mezzanotte andavamo via e finivamo sempre per far l’amore in macchina. Rimanevamo lì, abbracciati, e lui, sempre, con voce bassa e calda mi cantava all’orecchio questa canzone.


Ed io ero felice. Non so se ero innamorata o no, ma sapevo di essere felice, non ricordo di essere mai stata più felice di quel periodo con un uomo.

Non so se fu per colpa delle mie paure che ripreso a salire in superficie o della sua che cominciò a paventarsi, ma finì. Non fu un bel periodo per me.

Un paio di anni dopo, ci ritrovammo con gli amici, una grigliata “chiusa”, ovvero fatta in casa su un camino. Non so spiegarvi, chi mi comprende mi comprende, dico solo elettricità da temporale, tangibile nell’aria. Lui che aspetta, fa in modo, prima di andar via di trovarci da soli perché deve parlarmi, e andiamo in un bar a farlo. E lui che mi dice delle cose così belle, e che sì, lo sa che con me non si era comportato proprio bene, e che chissà, magari, tra noi, si può vedere, provare ancora.

Io lo guardo, la tentazione c’è, la chimica c’è, stavo così bene con lui, ero così felice e lui era concreto, terreno, serio. Il problema è che nel frattempo un “amore cannibale” mi ha ghermita, son diventata prigioniera e carceriera di me stessa. Con lui non sapevo se ero stata innamorata, ma so che ero stata felice; ora ero innamorata, di un altro, ma non ero felice.
Io con gli uomini ho sempre fatto scelte sbagliate.

Ogni volta che sento questa canzone, lo penso. Penso a quelle sere in cui cantava solo per me alla luce delle stelle.
Ne scrivo oggi perché questa canzone è passata in televisione e in un attimo io son stata catapultata nelle tiepide notti estive. Sorrido. Ci sono momenti che sei contenta di aver vissuto, anche se poi non son stati indolori. Son momenti che ti hanno fatto conoscere delle persone per cui valeva la pena, in ogni caso.
Oggi lui ha famiglia e spero davvero sia felice. A volte mi domando se lui cantando “ovunque tu andrai”, già sapeva che negli anni sarebbe rimasto con me, come un ricordo che strappa un sorriso e un’emozione.