Mi sfioro l’orecchino, ci gioco per qualche secondo. Il dondolio del pendente mi ricorda la tua bocca. Mi accarezza il lobo, lentamente scivola lungo la nuca, segue la spalla, la morde, a fissarne il contorno. Sei persistente negli oggetti che uso, anche quelli che non hai mai toccato e ne visto.
Riafferro i pensieri per i capelli e li rimetto a posto. Continuo a lavorare.
Il dondolio del pendente continua a truffare il mio collo.
Questa cosa che passi così tanto tempo con me quando non ci sei, deve finire.