TATTOO


Il tatuaggio si è adagiato sulla parte interna del mio avambraccio sinistro.

Simbolo e scritta coprono un’ampia parte della mia pelle. Un pò mi spaventa questa scelta di averlo voluto sotto gli occhi costantemente. Del resto è il terzo, e il tre per me è sempre stato un numero particolare come il sette, o come un orario ben preciso che mi accompagna da quando ero giovane.

Ma divago, dicevo terzo sulla pelle, primo nato non a memoria di un insegnamento nato da dolore, ma da una parte finalmente affiorata che si è fatta vedere da me stessa. Una frase risalita da un punto ben preciso di me due anni fa, poi dopo un anno il corpo mi ha detto dove e infine pochi mesi fa il simbolo cui accompagnarlo. Io i tatuaggi li partorisco.

Pelle bianca latte, o come mi dico da sola, bianco cadavere, con scritta e simbolo nero intenso. Questa son io. Bianca e nera. Colori difficili a volte da portare sulla pelle.
Del grigio, pur sapendo della sua esistenza, pur essendo riuscita negli anni a intuirlo a volte, non facendo parte di me, io non lo vedo. Quanti dolori mi sarei evitata se avessi visto situazioni e uomini grigi; ma forse oggi non sarei quella che sono, li avessi evitati.

Non intendo tediarvi di me e del mio simbolismo del cazzo. Della farfalla che mi ha accompagnato per tutto il tatuaggio, con il suo volere adagiarsi a tutti i costi sul mio pigmento e non potendolo fare, rimaner lì accanto.

Ne parlerò di quando Ursula ha insistito per rifinire i bordi della testa della mia kundalini (il mio secondo tatuaggio che si dipana su tutta spina dorale) e nel farlo le ha cambiato l’espressione.
Lo sguardo dolce è sparito. Non è cattivo, ma non osserva più con un candore assoluto e ora ha quell’espressione…
Nulla accade mai per caso, neppure che un tatuaggio antico richiami a se le mani della sua tatuatrice.

Sappiate solo che ho il cuore caldo, amo la mia gente, amo me stessa (anche se non sempre), e so che l’universo in questo momento mi sta coccolando.

butterfly

LA COPERTINA


La sensazione è quella di avere una coperta larga due metri e lunga un metro, ma avere un letto tre metri per tre. Per quanto tu tiri, giri, sposti, metti in un modo o nell’altro, non riesci a coprire l’intero letto con quella coperta.

Questo ho fatto oggi con i numeri.  Li ho girati sottosopra, ho spostato, allungato, mischiato e poi ridistribuito. Ma niente. Questo letto non riesco a coprirlo interamente.

La stanchezza che sento è quella di chi da sempre combatte non per guadagnare ma per pareggiare.

Ogni spesa imprevista, anche di poco fuori dall’ordinario, è un incubo da cui partono i mea culpa per la gestione del denaro, per poi comprendermi e dirmi che poi tutta la colpa non è mia. Lo stipendio è uno, le spese di vita tante, le tasse nuove si sommano a quelle vecchie, gli aumenti sono costanti ci sono nuovi obblighi, solo lo stipendio rimane immutato. Peccato che strisciante mi rimanga sempre quel “si, ma se fossi stata più brava…”

Oggi, tutto il pomeriggio ho tirato la copertina, ma a meno che non arrivi l’eredità di uno zio d’america,  nei prossimi sei mesi qualche pezzo del letto rimarra scoperto.

NUMB3RS


Io sono l’essere umano vivo n. 3.111.801.457, ma se vogliamo proprio farla fuori dal vaso io sono l’essere umano n. 76.830.743.752 vissuto da quando è iniziata la storia.

Questo secondo questo link della BBC.
Il quale tra il serio e il faceto, fa un pò di conteggi, te li personalizza ad hoc per farti sapere tu che numerino sei. Personalmente ho tirato un sospiro di sollievo sapere che questo numerino non era quello della fila alla posta. Già quando ho il n. 10 passo almeno 40 minuti di inutile attesa.

Comunque andando oltre, sappiate che in Italia, mediamente ogni ora ci sono: 64 nascite, 66 morti e arrivano 46 immigrati.
Io quale donna italiana, ho un’aspettativa di vita di 84 anni. Ma me ne frego della loro statistica, perché guardo alle donne della mia famiglia; le mie ave mi permettono di aggiungere a tale cifra una decina d’anni in più. Insomma qua facciamo parte della serie dure a morire!