好きだ IL “MI PIACI” CHE MI HA FATTO PENSARE


L’estate in cui Hikaru è morto“, è un’anime del 2025, appena uscito su Netflix. Il titolo originale è “Hikaru ga Shinda Natsu”, la prima stagione racchiude 12 episodi ispirati all’omonimo manga. Il genere si muove tra l’horror leggero, lo slice of life1, il dramma psicologico e un accenno BL2. E’ pensato e rivolto a un pubblico adulto.

Non ne scrivo perché voglio recensirlo. Ne scrivo perché, mentre guardavo il primo episodio in lingua originale con i sottotitoli italiani, una traduzione mi ha colpito e mi ha fatto divagare nei miei pensieri.

Un passo indietro.
Al mio ritorno dal Giappone, l’anno scorso, ho deciso di provare ad imparare la lingua. Il motivo? Semplice: quel viaggio mi ha fatto amare quel paese, la sua cultura e la sua gente. Così ho iniziato a studiare giapponese.
Non è facile. Tre alfabeti, una grammatica totalmente diversa dalla nostra e le particelle… ma non vi tedio su questo, era solo per dire, che dopo un anno, nonostante la difficoltà della lingua, qualche parola, qualche frase brevissima, se parlano piano e scandiscono bene, la riconosco e riesco anche a tradurla mentalmente.

Questo è successo anche in questo anime.
A un certo punto tra i due protagonisti c’è un breve dialogo, che riporto in uno schema per farvi comprendere meglio la parola “incriminata”, quella che io capisco, 好き[な].3
Premetto che non ne faccio una questione linguistica.

YoshikiSottotitoliTraduzione reale
お前俺のこと好きTi sto simpatico?Ti piaccio?
HikaruSottotitoliTraduzione reale
何….. Cosa?…..Cosa?…..
好きだ…Si, certo…Mi piaci…
めっち や好きMi stai un sacco simpaticoMi piaci tantissimo

“Ti sono simpatico?” – “Mi stai un sacco simpatico”?
Una deviazione di senso, un ridimensionamento emotivo. E lì ho cominciato a divagare.

Perché quel traduttore ha scelto di alterare il messaggio?
Per pressioni editoriali di Netflix?
Per una traduzione pigra da un copione inglese già edulcorato?
Per ignoranza? Per censura?

Non lo so, ma so che se non avessi conosciuto quella parola, suki, avrei avuto un’altra narrazione della storia.

E da domande nascono altre domande:
Quante volte succede nella vita?
Quante volte ci raccontano versioni, traduzioni, adattamenti di una verità che non conosciamo e non possiamo verificare?
Quante volte le parole che leggiamo, ascoltiamo, sono state filtrate, limate, ammorbidite o alterare da qualcuno che, più o meno consapevolmente, decide cosa dobbiamo pensare?

In quanti altri modi mi stanno traducendo la realtà, senza che io me ne accorga?

Viviamo in tempi in cui la propaganda è ovunque, anche quando non sembra. Spesso ci viene offerta una “verità confezionata” per essere assimilata facilmente, al posto di una verità, seppur piccola, scomoda e difficile.

Sono consapevole che è impossibile essere esperti di tutto. Proprio per questo siamo vulnerabili. Per questo odio gli inganni, le mezze verità, le mezze bugie, le omissioni di verità, perché se già da sola ho fatto (e farò) scelte sbagliate, figuriamoci se tu mi dai input errati.

Come spesso mi accade, non ho risposte. Solo domande. Scrivo per metterle in ordine. Per pensarci. Per capire, se qualcuno che mi legge, si pone le mie stesse domande e se ha trovato soluzioni.

Mi rimane chiara una cosa, in ogni storia, anime, film, vita reale, telegiornale, bisogna cercare se esistono crepe tra parole e fatti. Quando c’è una frattura tra i due, lì, quasi sempre, si nasconde un pezzetto di verità.

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  1. Son sincera, son andata a vedere che cosa è il genere “slice of life”. Tradotto vuol dire “uno spaccato di vita” e indica una rappresentazione, una visione, realistica della vita quotidiana, senza idealizzarla. ↩︎
  2. Questo so che vuol dire, sono amante del genere, ma magari qualcuno di voi non lo sa, quindi lo scrivo qui. BL significa boys’ love, è un genere che parla di relazioni romantiche tra personaggi maschili, ed è conosciuto anche come “Yaoi”. ↩︎
  3. Suki, oltre a “mi piaci”, a seconda del contesto, può voler dire anche “Ti amo” o “Ti voglio bene”. Il giapponese tende a essere indiretto e quindi tra ragazzi e adulti ha una forte carica emotiva; spesso viene detto in una confessione amorosa, non certo per esprimere simpatia, perché diventerebbe ambiguo. Pur non avendo, in Giappone, un concetto esprimibile in una sola parola come da noi (il nostro “simpatia”), tendono ad usare frasi che diano quel senso, tipo: “Sei divertente”, “Sei gentile” o “Sei una brava persona”. Questo proprio perché suki diventerebbe ambiguo. ↩︎

E per non dimenticare:

THE FROG – SE UN ALBERO CADE IN UNA FORESTA


THE FROG
SE UN ALBERO CADE IN UNA FORESTA

2024 – Corea del Sud
8 episodi da circa ~ 58m
Thriller, Mistero, Crime, Suspence, Noir, Psicologico
Su: Netflix

Attori:
Kim Yoon Seok è Jeon Yeong Ha
Go Min Si è Yoo Seong A
Lee Jung Eun è Yun Bo Min
Yoon Kye Sang è Koo Sang Jun

Ho iniziato a vedere questa serie, che avevo scartato, perché alcune persone che conosco ne parlavano benissimo. Miniserie diversa dai “soliti drama coreani” cui siamo abituati, ciò non sempre è un male, a volte si a volte no. Lo dico perché ho già visto dei drama che “escono dal seminato”, tipo “Somebody” che mi è piaciuto moltissimo, o “A Killer paradox” che ho droppato. Rimane sempre una questione di gusti personali.

Con questa serie mi sono ritrovata ad avere opinioni contrastanti, non la boccio ma non la promuovo del tutto. Ora vi spiego (dal mio punto di vista) i pro e i contro.

Da una parte faccio uno “standing ovation”.
* a tutti gli attori, dire bravi è dire poco, e lo penso veramente, comunicative le espressioni visive di Kim Yoon Seok, intensa la capacità di trasmettere la follia crescente di Go Min Si, senza parlare della caratterizzazione della poliziotta di Lee Jung Eu. Cito. Cito solo loro ma tutti gli attori sono stati più che bravi in questa miniserie. Sono stati tutti intensi nella capacità recitativa.

* ai tecnici della fotografia e ai cameraman grazie ai suggerimenti del regista hanno fatto un piccolo capolavoro. Le immagini delle scene e le inquadrature evocative e stupende.

* al regista per l’idea (per la furbata) di mescolare le carte in corso d’opera, di far capire e non far capire volutamente (tipo quel vedo non vedo).

* agli sceneggiatori (loro senza ovation) per la capacità di incollare al video con il pensiero: “E ora che cosa si inventeranno?”.

Dall’altra sono rimasta molto perplessa. 
° mi domando se gli sceneggiatori siano rimasti fedeli alla trasposizione dei personaggi o abbiano esagerato, rovinando la credibilità dei personaggi stessi, oppure già nel libro lo scrittore aveva dato questa impostazione.

° nel caso che al punto sopra, sia “colpa” degli sceneggiatori e non dello scrittore, mi chiedo se abbiamo preso spunto dagli sceneggiatori di “Lost” per certi voli pindarici che hanno adoperato nella sceneggiatura per rappresentare le dinamiche dei personaggi. Per chi non ha visto/o non ricorda “Lost” era/è quella serie americana, dove a un certo punto pensavi: “Ma davvero? Ma dai! Non ha senso quello che gli stai facendo fare!” 

° mi chiedo se un prodotto di questo livello può avere un montaggio con delle pecche, tipo “apre il frigo, sposta e mette a terra delle cose, chiude il frigo, inquadratura da lontano, a terra non c’è niente”.

Quindi fate voi, se vederlo o no. Sicuramente ci saranno persone che lo ameranno, gli ingredienti ci sono tutti per farlo. Altre come me daranno un “Ni”. Forse con questo, comunque, il regista ha fatto centro, alla Oscar Wilde: “Parlatene bene parlatene male l’importante è che se ne parli”.

Per quanto mi riguarda, la visione nel complesso mi è piaciuta, avrebbe potuto essere un piccolo capolavoro del thriller noir, peccato che qualcosa sia andato un po’ storto.

Piccole Curiosità:
La frase più volte ripetuta nella serie, fa riferimento a una frase detta da Berkeley per mettere in discussione alcuni principi della scienza. Berkeley fece una domanda molto complessa nella sua semplicità: “Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore?”. Per Berkeley la risposta era palese, l’albero non fa rumore, in quanto gli oggetti esistono solo se percepiti.

Il titolo internazionale è solo “The Frog”, come al solito in Italia lo hanno cambiato ed è diventato “Se un albero cade in una foresta”.

Il proverbio che viene citato nel film, è un  antico proverbio coreano e dice Una pietra lanciata con noncuranza può uccidere una rana”. 
La spiegazione viene data dal nuovo capo della polizia di Yun Bo Min, nel penultimo episodio, quindi non ve la spoilero.

TRAMA

Un uomo vedovo, ormai in pensione, gestisce ai margini di un bosco, una casa vacanze, quando nella sua vita entra un cliente, una donna molto strana. In pochissimo tempo il suo tranquillo tran tran va a e pezzi e la sua vita si sconvolge. Inizierà un periodo di paura e sopravvivenza, dove la follia sarà il leitmotiv del suo vivere quotidiano in un crescendo.

NO TOUCHING AT ALL


NO TOUCHING AT ALL
(Doschitemo furetakuna)
Psicologico, Romantico, Life
Anno 2014 – Movie da circa 1h e 24m
Su: My BL Love

TRAMA

Shima Toshiaki (Yonehara Kousuke) viene assunto in una società, qui incontra il suo superiore Togawa Yousuke (Taniguchi Masashi) ancora sotto i fumi dell’alcol, dopo una notte di baldoria.

Shima ha un carattere introverso che non lo aiuta a legare con i colleghi, e nel frattempo fa di tutto per evitare il suo superiore che è invadente e grossolano nei suoi confronti. Nonostante ciò, alla fine, Shima s’innamora di Togawa, nonostante sappia che è eterosessuale.

Togawa però lo invita a cena, e Shima accetta. Da quella cena nascerà un rapporto tra i due di “amici con benefici”. I due continueranno a vedersi in quella tipologia di rapporto, anche se Shima desidera una relazione stabile con l’uomo che ama.

Il passato di Shima pesa sulle scelte che questi fa, la paura di essere usato e abbandonato, perché Togawa è eterosessuale, non lo lascia mai, e anche quando i gesti di Togawa dimostrano quanto lo ami, Shima non riesce a fidarsi totalmente di lui.

La situazione precipita quando a Togawa viene comunicata una promozione e il suo trasferimento a Kyoto. A quel punto Shima decide di lasciare Togawa.

I due si separano, ma riusciranno a non amarsi e vedersi ma più?

OPINIONE PERSONALE

La mia opinione personale è brevissima: da vedere!

Nonostante sia un bl “datato” è intriso dalla profondità di emozioni e sentimenti come solo i giapponesi (dal mio punto di vista) riescono a trasmettere. Nulla di eclatante, ma una lama emotiva che ti arriva alle ossa.

CURIOSITA’

Il titolo originale è Doschitemo furetakuna  il cui significato è “Non mi lascerò coinvolgere”.
Questo film è tratto dall’omonimo manga di Kou Yoneda.

INTERPRETI

Le recensioni le trovi anche su facebook. Clicca sulle immagini a fianco e arriverai alle pagine di Diversamente Intelligente e di Drama Universe.

DOUBLE MINTS


DOUBLE MINTS
Psicologico, Romantico, Crime
Anno 2017 – film da 1h e 40M
Su: Clam Sub Ita

TRAMA

Due ragazzi con lo stesso identico nome entrambi si chiamano Mitsuo Ichikawa (Fuchikami Yasushi e Tanaka Shunsuke), si conoscono alle scuole superiori e instaurano un particolare rapporto “servo-padrone”.

Crescendo si perdono di vista, fino a quando a distanza di anni Mitsuo Ichikawa riceve una chiamata da Mitsuo Ichikawa: “Ho ucciso una donna”.

La telefonata accende vecchi ricordi e dinamiche tra i due, la passione si riaprirà? Come evolverà la loro relazione?

Chi dei due sta chiedendo aiuto all’altro? Che cosa è successo?

OPINIONE PERSONALE

Se avete voglia di un bl tutto cuori e pucciosità, questo non è un film che dovete vedere ora.
Sapete che spesso cito la dicotomia dei giapponesi, del loro essere a volte di un romanticismo senza fine, e a volte di una crudezza infinita. Questo film appartiene alla seconda categoria.

CURIOSITA’

Il film è un adattamento del manga “Double Mints” di Nakamura Asumiko.

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