MELA


Sono i giorni in cui la sera, mi sdraio sul divano. Scatto selfie con uno dei miei amori pelosi. Giorni in cui il freddo fuori mi fa capire la fortuna del caldo della casa. Giorni in cui osservo i miei sei mici e la “cana”, felice che siano al caldo, nutriti di cibo e amore.

Poi penso a Mela. Il cuore mi si contrae per l’empatia.
Si può esser empatici con un cane? Si, si può. E si può anche con una pianta, se è per questo. Ma volevo parlar di Mela.

Mela viveva con la sua umana, 13 anni di vita insieme, e poi il disastro. La sua umana si ammala e non riesce più a gestirla e per Mela si stravolge la vita. Mela viene portata via, da chi ama, dalla sua casa, dalle sue abitudini. Mela è un cane anziano e quasi nessuno vuole i cani anziani, infatti da febbraio nonostante appelli e condivisioni, Mela è ancora senza casa. Tutti cercano cuccioli.

Mela è sana, tranquilla, ubbidiente. Se non avessi già riempito casa di sei amori pelosi felini, e da luglio dell’anno scorso da Juni un’altra “cana” anziana, Mela vivrebbe già con me. Ma non posso, il cuore la contiene,  ma non ho più posto in casa.

Mela però è sempre nella mente, spero in una casa per lei, in una famiglia che possa amarla, accudirla e darle ancora la sensazione di casa.
Per questo scrivo questo post, per cercare una persona, una famiglia che voglia amarla, come io farei con lei.

Mela attualmente si trova presso la Clinica Veterinaria città di Lecco. Loro son dei GRANDI, cercano una casa per lei e nel mente la tengono in stallo nella clinica. Il loro numero di telefono è 03411840029l

Se la fortuna e l’amore baciasse Mela, se trovasse tramite questo post una casa, per favore fate che io rimanga in contatto con voi. Non so come mai con Mela, con tutti i cani che cercano casa, io abbia sviluppato questa attrazione, ma so che l’ho e quindi non vorrei perderla di vista.
Qua sotto metto una sua foto e dei link della clinica. Se volete vederla anche in video andate sul link di facebook.

Io spero, che là, nel web qualcuno trovi Mela e Mela trovi Amore.

Link a Facebook della Clinica Veterinaria città di Lecco

Link al sito web della Clinica Veterinaria città di Lecco

RIPETIZIONI


A che età si smette di innamorarsi(*)?

Esiste un momento, dal quale in poi, puoi avere compagni di vita, ma non più l’Amore?

Come fai a riconoscere, se ti si presenta, l’Amore dai bisogni, dalle paure e dalle dipendenze?

L’Amore romantico è un’illusione data dagli artisti del 1800? O loro per la prima volta l’hanno portato alla consapevolezza collettiva?

Il cinismo morde l’Amore per le botte da lui ricevute? O è una lente che ferma il delirio diabetico di alcuni?

Se smetti di innamorarti, smetti di vivere? E se accade, che succede alla tua vita?

Ma quelle descritte né “la dubbia citazione filosofica abbinata alle foto da suina”, che pensano dell’amore?

Eh niente, asina sono stata in amore, asina sono e asina rimango. Se mi interrogassero, non avrei risposte.
Chissà, forse, avrei necessità di ripetizioni

(*) di qualcuno che non siamo noi

SILENTE UTOPIA


Sono stata piccola bimba laconica, che non vedi mai, e ancora meno senti.
Sono stata bambina con gli occhi bassi vestita di silenzio.
Sono stata adolescente introversa, pieni di sogni e mutismo.
Sono stata giovane donna intrisa d’amore e silenzi.

Il silenzio è stato madre avvolgente che mi ha nutrito e dotata di parola e intelletto. Nel silenzio ho sviluppo me, pensieri e ragionamenti. Nella tiepida assenza del rumore delle mie parole, mi son permessa di crescere come psiche e anima. In quel vuoto di rumori la mia voce ha iniziato la sua crescita fino ad oggi, in cui la vita è il mio palcoscenico e cavalco il proscenio con voce sicura, anche quando tanto sicura non sono.

Oggi sono una donna con voce certa e passo a volte incerto.

Dicono sia piena di utopie, ed io rispondo loro che le utopie son i semi dei sogni, e i sogni son i germogli della realtà.

MOMENTI


La sensazione è un po’ quella.
Di una vita che scivola, come sabbia nella clessidra.
Anzi come acqua, che la sabbia un po’ riesci a trattenerla, l’acqua no, segue il suo percorso. Ti lascia alle sue spalle, senza neppure tener la tua forma.

Si lo so, abbiamo ciò che vogliamo e in cui ardentemente crediamo, ma poi capita che ti chieda “Sì, ma io cosa voglio veramente?” E ti trovi alle prese con una domanda cui non sai dare risposta.

Sono consapevole che questa irrequietezza, questa confusione, questo anelare ad ali nuove, sono i sintomi di una trasformazione interiore, l’ennesima, che prepotente chiede anche un cambiamento esteriore.

Ho appreso, nel tempo, che quello che ti blocca son le paure legate all’ignoto, o al noto che t’incute timore. Programmi antichi di sopravvivenza.

Ne ho la certezza, è solo un momento, ma so anche che “momento” ha una grandezza a seconda il tempo con cui lo raffronti. Un tempo umano? Un tempo storico? Un tempo divino? Quindi ogni volta me lo domando. Quanto durerà, questa volta, questo “momento”?

ME & SEGAIOL QUESTIONS


Sabato sera, ho visto 3… 2… 1… Clic!, sono stata a cena da lei.
Finestra sui navigli, camino acceso e rosso nel bicchiere.
Le invidio, benevolmente, un potenziale emotivo.

Che poi chiamarlo potenziale è riduttivo, lei “l’emotivo” lo vive. Lo indossa ogni giorno. Lo mette quando si alza, quando va al lavoro, quando si arrampica, quando veleggia, quando parla e quando nonostante un carattere schivo e tendente all’ostrica e lì a parlare di se.
Si veste di “emotivo” così tanto, nonostante una salda e certa razionalità, che mi parte il senso di protezione nei suoi confronti. Che, diciamolo, il mondo là fuori è così affamato di emozioni, capace, per sopravvivere, di cannibalizzarti senza grandi rimorsi.

Me lo domando, in questi mesi che passano, in questo luogo dove l’acqua non è calda, dove l’acqua non è fredda. In questo fare per fare e non per viverlo, in questa nebbia tranquilla che ottunde e anestetizza. In questo capire e comprendere, ma non sentire, dietro a una membrana di vetro.

Dov’è? Che fine ha fatto il mio potenziale emotivo? Esiste ancora? L’ho consumato allo sfinimento? Si è rintanato come un coniglio nella tana? Me l’ho hanno rubato? Qualcuno lo tiene prigioniero? L’ho perso irrimediabilmente? E’ solo deluso?

Sento il peso del suo vuoto. Se ci penso è strano, il vuoto alleggerisce, come può pesare così tanto?

Se fosse il vuoto del seme? Se fosse quel momento in cui sei isolato per scoprire nuove cose di te? Se fosse l’attimo prima della nascita?
Se invece fosse questo l’invecchiare? Lentamente staccarsi da emozioni per non sentirne la mancanza? Perdere il contatto con il se terreno? Sentirsi sempre più alieno a questo mondo per non sentirne un domani la mancanza?

Ah le mie domande! Il mio potenziale può esser scomparso, ma il mio essere segaiola mentale, fedele mi è rimasto accanto.

L’AMORE E IL DITO MEDIO


Avevo scritto un post.
Ho cancellato tutto.
Quasi.

Ho conservato tre frasi.
L’inutilità delle parole mi sembra sempre più ampia.
Mi si fondono le emozioni mentre le penso, non riescono ad arrivare alla tastiera.
Forse dovrei solo postare foto per un pò.

In ogni caso i concetti sopravvissuti sono:

L’amore per una persona, per una cosa o un’idea può svanire, può frantumarsi e a volte lasciare te frantumato. Ma l’amore ti fa sempre un regalo, anche quando se ne va. Ti regala il talento che ha scavato e portato alla luce, quello ti rimane, è qualcosa che ormai fa parte di te.

Poi ti guardi intorno e lo vedi. C’è gente che ama l’odio, perché l’odio la fa sentire viva.

So amare ancora chi mi ha ferito* e questo mi ha reso, mi rende, libera.

*(oh non tutti, non immaginatemi tutta new age e simboli di pace, io al massimo alzo il dito medio)

CUORE LILLA


Ci sono i fiocchi di neve che cadono e ci sono io insieme ai pensieri.
O il vuoto dei pensieri. Si intreccia il pieno e il vuoto.

C’è la vita che vorrei e c’è quella che conduco.
Sgranocchio savoiardi sardi e scruto un cielo senza colori.
Ho la forma che tende al blu e avvolge un cuore sbiadito nel lilla

Ci son le parole che avrei voluto dire e non ho detto.
Ora non le ricordo più.
So di aver ceduto alle sfumature del grigio per farmi capire.

Colo parole per tingere una scura inerzia 

IN BREVITA’ VI DICO



L’immagine mi rappresenta, e no, non son quella con la coperta.
In brevità vi dico, ho poche parole e ancor più rarefatti pensieri.

CHE FORMA HA L’AMORE?


Cose per cui, anche se astrologicamente mi dicono sia un periodo “S’adda faticà”, la vita in questa giornata ha sfumature di leggerezza:

1) Ho i capelli Lilla. Dopo essere riuscita a togliere l’hennè rosso, dopo aver vissuto in un periodo color giallo polenta (obbligato), dopo esser arrivata al silver, finalmente in settimana mi son comprata i pigmenti vegetali (vegan) e son diventata lilla. Ci rimarrò per due o tre settimane, poi man mano scema (non io, il colore, io a volte solo cojona). Poi potrò rifarlo, o diventar azzurra come la fata turchina, oppure profondo viola, o verde, o blu, insomma posso quello che voglio, e questo mi rende sorridente.

PS: Quella che vedete qua mi assomiglia solo in due cose, il colore dei capelli e il fatto che ha i capelli corti. Poi niente, ahimè, non son modella e manco ventenne, l’ho messa solo per farvi capire cosa mi sono messa  in testa.

2) Ho due sveglie sul comodino. La prima suona alle sei e mi dice: “Baby torna, rassegnati, comincia a capire in quale mondo sei scesa”. La seconda suona qualche minuto dopo per confermarmi “Ciccia, basta lettone, ora alzati”. A volte capita che appena suona la prima, prendo la seconda e la metto sotto il piumone. Così appena trilla, è già a portata di mano per spegnerla (pigrizia e il mio secondo nome).
Stamattina così ho fatto, poi quando è suonata la seconda, mi son detta ancora un minutino. E mi son riaddormentata.
Uno dei miei amori pelosi, Loki, si è accorto di ciò. Si è collocato sul comodino ad altezza viso e con una zampetta ha continuato a zampettarmi colpetti sulla spalla, fino a svegliarmi. Una volta fatto, è rimasto sul comodino in attesa che mi alzassi. Poi insieme siamo andati in bagno, lui mi ha accompagnato tra fusa e coda ritta.
Lo amo. A volte penso che non sia un semplice gatto, anzi ne ho quasi la certezza.

Ps: Questo è Loki, mentre si riposa dal lavoro di sveglia.

3) Stamattina, alle sei e mezza, con il cielo ancora buio pesto, il silenzio intenso che avvolge, son scesa a far il solito giretto con Juni (la cagnolina anziana adottata a luglio, per chi ancora non lo sapesse) e per l’ennesima mattina, mi trovo a salutare una signora con una grossa borsa. La differenza e che stamattina oltre al buongiorno abbiamo scambiato due parole.
Così viene fuori che va a dar da mangiare a una minuscola colonia felina lì vicino, così scopro che ha due gatti in casa e due adottati in giro (oltre a curar la colonia). A una lascia un pò aperta la saracinesca del suo garage, così ha un riparo. Così lei scopre che io ho sei gatti. Così mi parla di sua figlia cui lei, ogni tanto va a curare i micioni quando parte. Così lei scopre come Juni è arrivata da me. Così io scopro che lei fa beneficenza anche per i bambini. Così io scopro che questa donna mi piace un sacco. Senza contare poi che siamo entrambe gattare e umanare.
Silenziosamente ama la vita realizzando, senza clamori, piccole, cose, ma ogni giorno da il suo piccolo contributo facendo e non parlando, e rende la vita altrui, umana e non, un pizzico migliore.

Salutandola e rientrando a casa con Juni, l’ho pensato. Qualcuno considera “le gattare” vecchie zitelle, più o meno inacidite, che riversano l’amore sugli animali, come se, amando un uomo (o una donna) non si avesse più amore da distribuire. Quel qualcuno sbaglia, profondamente. Chi ha l’amore a esaurimento scorte, non ama gli altri, ama a condizione che, ama se però tu, ama fino a che. Quel qualcuno commette uno sbaglio ancora più grande di base, perché pensa che l’amore abbia una sola forma. Forse quelli che sono fuori sono loro e non noi, che siamo gattare, umanare, cagnare, rinocentare, elefentare, procionarie, colibrinare e così via (suvvia mi avete capito che voglio dire).

PPS: Sì, l’ultima immagine è da grande micionara, ma lo sono, orgogliosamente.

SCELTE


Non ci sono risposte, soltanto scelte.

Quando ho iniziato a decidere della mia vita è stato come mettere un piede nel vuoto, ma avevo una pulsione dentro, essere quella che ero.
Pensavo di aver iniziato a decidere tardi e questo mi penalizzava, gli altri lo avevano già appreso. Avevo sempre il fiatone per star dietro loro. Mi sembrava che gli altri sapessero già come e quando far le scelte e quando erano giuste e quando sbagliate.
Le mie parevano sempre sbagliate, scelte che mi portavano sempre in situazioni in cui soffrivo.

Poi ho capito, non ci sono scelte giuste o sbagliate. Ci sono solo scelte. Come le affronti. Come scavalchi gli eventuali imprevisti. Come ti poni tu.
Mi son resa conto che alcuni di quelli che credevo scegliessero, in effetti non lo facevano. Semplicemente si lasciavano trasportare dall’onda della vita e imprecavano quando questa onda li sommergeva.

Ci ho messo anni per non aver paura delle decisioni. Alla fine ho compreso, delle responsabilità, devo farmi carico solo delle mie, lasciare le altrui ai rispettivi proprietari, e ciò per il loro e il mio bene.
Così facendo scoprire che non sono pesanti, perché essere responsabile di me, vuol dire avere la mia vita tra le mani. E’ una sensazione bellissima.

Ho impiegato tempo, ma ci sono arrivata (fino a qui, più avanti magari scoprirò altro) sta a noi, sempre. Oggi ci son scelte che faccio in un secondo, altre in cui ondeggio per un pò, ma in ogni caso ogni volta, anche quando un po’ di paura mi rimane, quando salto in groppa a una scelta, ogni volta so che scelgo me e i miliardi di possibilità che si dipanano davanti.

PS: “Non ci sono risposte, soltanto scelte” cito Stanislaw Lem in “Solaris”