OLTRE


Io non ci vivo nel grigio, ci sopravvivo, a volte mi ci ammalo. Se mi fermo lì a lungo, ci muoio, ma non ci vivo. Io vivo in altri colori.

Il problema è che io il grigio non lo vedo. Con gli anni ho imparato che esiste, ho appreso a intuirlo a tentoni, a riconoscere l’odore di muffa che emana, ma non lo vedo. Per questo ogni tanto mi ci ritrovo dentro senza rendermene conto. Perché ero distratta. Perché mi hai indicato un punto lontano, luminoso e colorato, e guardando quello non mi son accorta che stavo cadendo nel grigio.

Se Dante vivesse oggi e riscrivesse la divina commedia abbinata ai colori, nel grigio ci metterebbe gli ignavi. Quelli che non decidono, quelli che vivono a cavallo di, quelli che confondono la parola definizione, quelli che non vogliono prendere una posizione nella vita, neppure nella loro.

Prendere una posizione non vuol dire essere escludere gli altri o esser aggressivi con il mondo.

Prendere una posizione è portare avanti ciò che si è, ciò che si pensa che siamo. Vuol dire delimitare un’idea, portare l’astratto nel mondo e comprenderlo.

Prendere una posizione non vuol dire essere rigidi e statici, ma essere capaci di avere radici, consapevoli che possiamo cambiare terreno in cui piantarle.

Prendere una posizione è segnare con le punta delle dita i contorni di un’emozione, e questo non vuol dire voler inscatolare ogni cosa, ma darle forma e corpo, dare carne a un’emozione, partorire se stessi.

Nel grigio ciò è impossibile, tutto si confonde, banchettano i predatori, è lì che nascono le paure, è lì che vivono i mezzi. I mezzi uomini, i mezzi pensieri, le mezze verità, le mezze bugie, le mezze donne, i mezzi discorsi. Ma a me l’unica cosa mezza che mi piace è il “mezzo e mezzo” di Nardini (che a vederla bene poi, un mezzo più un mezzo, fa un’intero).

Tutto questo ho pensato stamattina, quando ho alzato gli occhi al cielo mentre il mio corpo comunicava con me.
La mia direzione. Oltre.

25 CHILI E IL CIELO STELLATO DI SOLI


Di questo ultimo anno mi porto dietro una corazza di grasso a protezione di un cuore, 25 chili di spessore tra me e il mondo per paura di sentire ancora dolore, per allontanare uomini che hanno una visione epidermica della vita e di me, per soffocare la perdita di un’amicizia.

In questo ultimo anno ho perso la speranza, il credo, le fondamenta, le pareti di me stessa e per questo ho cercato il “suicidio” attraverso il cibo. Però ho combattuto a modo mio, ho chiesto aiuto e ho stressato chi mi è vissuto accanto con la visione cupa e senza speranza del mondo. Nondimeno, mentre ciò accadeva io combattevo, a modo mio, muovevo energia a caso, camminavo senza direzione, tutto pur di allontanarmi da quel punto. Ho camminato davvero senza speranza, senza sapere dove ero e dove andavo, ma non mi sono mai fermata, o non più di tanto almeno.

Ma a fine di questo anno ho imparato. Ho imparato a perdonare, o quanto meno ad andare oltre, perché non tutti siamo allo stesso punto di comprensione della vita e come annaspo io, annaspano anche gli altri nella vita.
Ho appreso che il perdono implica il dare in ogni caso ad ognuno le proprie responsabilità e il dover affrontare le conseguenze delle proprie azioni.

Alla fine di questo anno, ho capito che il mio camminare senza meta, il mio cercare, il mio muovermi era rivolto a me stessa, mi stavo cercando e mi son trovata, ritrovata. Quando questo è accaduto, la mia vita ha ripreso a scorrere e son arrivate persone luminose.

Ora, in fondo a questo anno, mi trovo con questi 25 chili che da protezione son diventati prigione angusta e non mi appartengono. Da questa prigione io vorrei uscire ed è ora che cominci a picconare questo muro da qualche parte.

Questo post, questo scritto, serve a me per metter un punto e un fissar un obiettivo, ma mi serve anche per dire a chi passa un momento cupo della sua vita, di non smettere mai e poi mai di cercare dentro di se. Alla fine tutto l’universo è lì dentro, sole compreso, quando lo troviamo, quando ci troviamo, altri universi arrivano a noi, altri soli illuminano con noi la vita.

Oggi io ho un cielo stellato a giorno pieno di soli.

Insomma, non smettere mai di cercare di sorridere e credere, nulla e per sempre vero, neppure il buio.