OPINIONI, GIUDIZI, PREGIUDIZI E SEGHE MENTALI


Voi sapete la differenza esatta tra opinione e giudizio?

Per quanto mi riguarda, nella vita pratica, io li suddivido così:
L’opinione è un mio pensiero personale su qualcosa o qualcuno, che posso sempre cambiare se mi si dimostra che sbaglio o che non considero in maniera corretta degli aspetti.
Il giudizio è un’opinione cronicizzata, verificata e straverificata, restia a cambiare, non richiede risposte, è assunta come dato certo e non ammette discussioni di sorta.

Esempi pratici che posso farvi su me stessa?
Opinione:
I politici hanno perso contatto con la gente comune.
Giudizio:
I pedofili sono dei pezzi di merda.

So perfettamente, quale essere umano, di dar anche giudizi, tipo quello citato sopra, che non son opinabili. Comunque cerco di tener aperta la mente avendo opinioni e non giudizi, anche se penso che la cosa più importante sia non avere pregiudizi.

Ora tutto questo parlare solo perché mi sto domandando, se alcuni pensieri riguardanti “dinamiche-persone” siano una mia opinione o un mio giudizio.

Son criptica? Forse, ma non sto celando. Tentenno su quella lama “mia opinione o mio giudizio?”. Un tentennare dato dalla certezza che qualsiasi cosa sia, dopo sarà comunque diverso, si aprirà un’altra epoca, perché a prescindere da opinione o giudizio, i fatti esistono.

Quando siamo costretti a farci una diversa opinione su qualcuno, gli facciamo pagare a caro prezzo il disagio che così ci arreca. F. Nietzsche

Quando siamo costretti a farci una diversa opinione su qualcuno, gli facciamo pagare a caro prezzo il disagio che così ci arreca.
F. Nietzsche

GRADI DI SEPARAZIONE INTERIORE


La verità e che a volte percepisco così tanto il fuori da me, da non scinderlo più da me.

Nel silenzio mi osservo a cercare la linea dove inizio io e dove inizia l’altro, ma nella vita linee nette non esistono.

Spesso ho invidiato chi attraversava la vita con piglio deciso e sicuro, incurante di ciò che accadeva negli universi accanto a lui, o di cosa abbia procurato agli altri mondi il suo muoversi.

Il mio sentir gli aliti di vento, il mio camminar tentennante, la sensazione della piuma o della lama sulla pelle, i miei dubbi, che mi hanno vestito anche quando il mio passo sembrava sicuro, me lo ha impedito.
Ho provato a sentir di meno, a cercar sollievo nell’assenza, ma se escludo gli altri, escludo anche me stessa. E diventa un viver senza sentirsi, consapevole di ciò, e per questo straziante.

Mi son addormentata zampa nella mano, al suono di campane tibetane, cerco sollievo nel sonno e nei sogni, ottengo solo di scendere più in profondità. Al mattino quando risalgo è lì.
Forse tra qualche ora sarà sciolta, come la bruma del mattino con il sole, ma al momento avvolge la mia gola come sciarpa troppo stretta. E’ il silenzio la mia arma e lo scrivere il mio rifugio.

Del resto ci è stata data la vita, ma non ci è stato detto che sarebbe stato facile.

E NIENTE


E niente.
E niente, poi leggi ancora stamattina parole come lame incadescenti.

E niente.
E niente, ti rimane una lacrima imprigionata nelle ciglia.

E niente.
E niente, la poesia e l’amore son celate nelle cose più impensate.

E niente.
E niente, le parole che scrivo stamattina non riescono a colmare.

E niente.
E niente, ogni niente detto è solo il vestito di un “ti aspettiamo“.

UN UOMO


Voi non lo fate?
Io sì, lo faccio. Sempre.
In quasi tutti i settori, ho “una base”, quella che ritengo migliore, con cui fare un termine di raffronto.

Raffronto quanto pulisce un detersivo piuttosto che un’altro, quanto un balsamo renda i capelli più morbidi, quanto il sapore di un olio. Ad un certo punto ne scelgo uno, e quello per me sarà la base su cui confronterò tutti gli altri.
Non lo faccio solo con le cose.

Così un amore, in genere quello che ti ha devastato, lo raffronterai con tutte le storie successive, e un’amicizia, la più importante, sarà termine di paragone della tua vita.

Poi un giorno arriva una persona nella tua vita, per caso, mica l’hai cercata. Neppure nei pensieri più lontani avresti potuto pensare di conoscerla, è così lontana (apparentemente) da quello che sei che fai, ma arriva. Una manciata di ore nella tua vita e tu cominci a far di confronti in un settore in cui non lo avevi mai fatto. Lui è un uomo.

E niente. Ora il problema è quello, senza nulla togliere a nessuno, lui è un uomo. Solo questo, nessun altro scopo o intenzione celata in quello che dico, solo questa piccola e unica considerazione, lui è un uomo.

La grandezza di un uomo risiede per noi nel fatto che egli porta il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste.  (Milan Kundera)
La grandezza di un uomo risiede per noi nel fatto che egli porta il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste.
(Milan Kundera)

Forse dovrei definire cosa è un uomo per me, ma non lo farò, non ne ho bisogno. So che ho guardato il cielo stamattina e un sacco di cose e persone si sono ridimensionate, e di molto, anche me stessa.

RICHIAMI


Parole altrui che scivolano nell’anima come una lama incandescente in un panetto di burro. Parole crude, ma io leggo solo amore, non ho mai letto tanto amore come in quella lama incandescente.

Parole mie che sgorgano dal quarto chakra, giunte al quinto si bloccano a causa di quel nodo che a volte il cuore stesso crea, il sesto lo salto, non ho bisogno di vedere già so, e arrivano al settimo perchè da li comunico davvero.

Ci sono anime antiche, ci sono vite che apprendono in questa, chi ha ferito ieri medica oggi, chi ha curato ieri può permettersi di apprendere oggi. Siamo volpe, siamo rosa, siamo l’aviatore. Siamo foglie dello stesso ramo, si vibra alla stessa intensità seppur in maniera diversa. Quando il “vento” passa ci muoviamo tutte pur non capendo perché. Ci si richiama in ogni vita.

Non ho altre parole se non quelle di una fiaba per bambini.
“Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.”

COZZE E FARFALLE


Ci son incappata per caso. Diciamolo, nell’ultimo periodo son piena di “caso”. Quel caso che pare ci sia qualcuno davanti a spianar la strada, e tutto diventa più easy.

Di “easità” ne ho bisogno. In tutto questo ultimo abbondante anno, ho sempre sentito il peso del dovere e la necessità di un aiuto ad affrontare quello che avevo davanti.

Il peso del dovere c’è ancora, mi grava addosso, ma spesso lo fanculizzo. Per quanto concerne l’aiuto, il detto “aiutati che dio ti aiuta” è sempre vero. Questo non vuol dire che sei solo, ma significa che quando muovi energia, prima o poi gli aiuti arrivano.

I miei aiuti hanno avuto molteplici forme. La forma di amici del mio stesso segno zodiacale (cosa strana per me); hanno avuto e hanno una forma veneta e una romana; hanno avuto la forma di gesti concreti e di parole; hanno la forma di affetto e di piadine a mezzanotte; hanno anche la forma del mio nuovo capire attraverso il distacco. Ma non era di questo che volevo parlare, mi son distratta, volevo parlare di quello in cui sono incappati i miei occhi.

Sono incappata in una foto. Una foto di Oriol Jolonch. Perché son lì, mi ci vedo.
Oriol Jolonch

Per me l’idea di una cozza che si trasforma in farfalla, è geniale. Tanta della mia vita è rappresentata lì. Le mie varie mutazioni, metamorfosi di crescita, che a volte ho scelto e a volte la vita mi ha imposto.

Perché un pò cozza mi ci son sempre sentita, anche quando mutavo in farfalla, io dentro conservavo la sensazione di esserlo un pò cozza, e questo mi ha salvata.

Comunque ci siamo. Siamo un’altra volta nella fase cozza in trasformazione. Speriamo che tutto vada a buon fine e che anche questa volta, a mutazione avvenuta, la parte cozza rimanga lì a ricordare alla farfalla da che parte arriva.

DI ANIME, DI LIBRI E DI STEFANIA


Ci sono anime che ti accompagnano nei secoli. Legami antichi che si intrecciano fin dall’origine. Li senti, li percepisci, alcuni son tormentati, contorti e ogni volta che li incroci in qualche modo dolorosi, perché non riesci ancora a risolverli e li rimandi a una vita futura. Altri no.

Altri son legami di luce. Connessioni e patti scritti nell’amore. Alleanze d’amore. Anime che si ritrovano nel corso della vita ad un certo punto, si riconoscono, è quella sensazione a pelle, difficile da spiegare con le parole. Le riconosci. Punto.
Quando sei nelle “vicinanze” di quella persona, tutto appare più semplice, risolvibile, luce che illumina le nostre paure e i nostri lati oscuri. In qualche modo anche la parte della nostra anima in tormento si accetta.

Questi legami non sono moltissimi in una vita.  Un’attrazione irresistibile mi porta verso loro.

LEI è una di loro. Lei è un legame di luce, l’ho vista e percepita la prima volta, come lei ha visto e percepito me, tra le interlinee che separano le parole scritte.

Non so dire, come quando e perché. Non so dire in quale secolo, in quale situazione e chi o cosa. Sento il legame di luce, come fosse un diapason che vibra nel cuore.

Questo sabato appena passato son riandata a trovarla alla presentazione del suo (secondo) libro a Coccaglio. Andrò ancora il 20 all’Alveare a Milano. Può sembrare che faccia promozione, ma non lo è, o meglio un pò lo è, ma è un invito a conoscerla personalmente a parte i suoi libri, vi invito a conoscere lei come persona.

Comunque i suoi libri io li letti chiaramente, e come potete vedere anche una parte della mia famiglia felina li apprezza.

Loki predilige "IoAmo"
Loki predilige “IoAmo”
Moka ha una preferenza per "Bocca di Lupa"
Moka ha una preferenza per “Bocca di Lupa”

PS: Grazie al Chiwaz che questo sabato mi ha accompagnato alla serata di Coccaglio e con me ha ascoltato le parole del libro di Stefania. Lo ringrazio perché lui amante degli Iron Maiden e dei Metallica ha ascoltato senza smetter di volermi bene le romanze liriche e il violino 😉

PPS: correzione da Iron Man a Iron Maiden effettuata dopo ore di figura barbina, grazie a Letture Disoccupate, senza il quale avreste continuato a prendermi in giro per la mia ignoranza in tale materia

ALICANTE


Inciampi in una poesia di Prévert, alla fine del tuo respiro sei nell’ottobre del 2007. Ritorni in quella città che Prévert cita per un amore e tu ricordi in un flashback di emozioni e immagini.

ALICANTE
Un’arancia sulla tavola
Il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.

Le tue emozioni non sono legate a un amore, ma a te.
A quel viaggio fatto di notte, al sonno mancato, a quella mattina d’ottobre con il sole e un caldo estivo, al vento che attraversa la finestra e fa muovere le tende come ballerine seducenti.

Il mate offerto e passato tra parole in spagnolo e inglese, parole che ascoltavi silente non parlando nessuna delle due.

L’attesa della sera per la danza, il colore della città e il suo mare, sapore di sale sulle labbra, mangiar boccaditos e chiacchierare con sconosciuti.
Intuirlo, si intuirlo, quello sarebbe stato un attimo di vita, una bomba ad orologeria, prima o poi sarebbe scoppiato nel futuro.

E sei lì, nel caldo, nei pensieri di allora, a quella voglia di conoscere il mondo attraverso il sapore sulle labbra, energia impastata di fare, conoscere, amare e condividere.

Ti ricordi di te, di come eri. E quella sensazione ancora sulla pelle, del tepore che scalda e del vento che accarezza, mentre rumori di stoviglie fuori della finestra fanno da sottofondo.

Chissà quando ti sei persa.

STRATI


E poi ci son notti così, in cui dormi e sei sveglia nello stesso istante, ti domandi il senso e non trovi risposta.

Son notti che ti portano a giornate un pò così. Fatte di pensieri e battiti di cuore, scandite da respiri e parole deglutite. Labbra che rimangono serrate mentre occhi osservano il mondo che scorre.

Mastichi chewing gum e tra i denti ti rimane intrappolata la domanda. Rimane lì, inevasa, mentre cerchi senza trovarla, tra gli strati che la vita ti ha appoggiato sulla pelle.

HO SMESSO


Ho smesso di credere che tutti sono buoni, ho smesso di credere che le persone sono uguali, ho smesso di credere che non puoi far del male se non vuoi, ho smesso di credere che tutti sono amici, ho smesso di credere alle storie a lieto fine, ho smesso di credere che i cattivi non esistono, ho smesso di fumare, ho smesso di credere ai principi azzurri, ho smesso di credere che tutto ha un senso, ho smesso di credere alla parodia “amore”, ho smesso di credermi migliore, ho smesso di credermi peggiore, ho smesso di pensare che un’egoista smetterà spontanemente di esserlo, ho smesso di rimandare al futuro il mio futuro, ho smesso di credere che la pecora non possa mordere. Ho smesso.

Ho smesso tante di quelle cose, che pezzo a pezzo ho cominciato a (di)smettere me stessa, convinzione dopo convinzione mi abbandonavano lasciandomi denutrita di sogni e speranze.

Ho smesso un sacco di cose, per rendermi conto che ho smesso tutte cose esterne a me. Ed ecco forse è tutto lì, sotto tutto quello smettere di credere che le soluzioni fossero fuori, e sotto quelle illusioni, ecco me stessa.
Non sempre mi piaccio, ma quasi sempre mi accetto.

E credo di piacere anche all’universo, poichè quando sembra che io stia per dire “ho smesso tutto”, quando inciampo e la forza di rialzarmi non l’ho più, quando mi domando che senso ha, quando mi sembra che non esistano colori e differenze, quando credo di non esser adatta a questa vita, quando affondo tra calcoli e conti, tra emozioni e desideri, ecco proprio in quel momento mi arriva un messaggio da parte sua in cui dice: “Non ho mai smesso di sapere che facevi parte di me, non smettere tu di pensarlo”. Quando ciò accade io piango e rido insieme. Grata del dono.

Questo scritto è dedicato a una persona.
Io non ho bacchette magiche, non ho soluzioni. Sono più le volte che inciampo e mi sbuccio le ginocchia che il resto, vado avanti anche io a tentoni, senza libretto delle istruzioni di questa vita. Ma una cosa ho imparato in tutti questi anni, ed è che se permettiano allo sconforto di prenderci troppo a lungo, egli ci terrà prigioniere insieme alle nostre paure.
Vorrei passarti in un attimo tutto quello che ho appreso negli anni, non è possibile e se anche lo fosse sarebbero solo l’esperienza del mio “cammino” non del tuo. Questo non vuol dire che sei sola. Vuol solo dire che possiamo camminare sulla stessa strada insieme, solo che vedremo cose diverse.
La nostra ricchezza sarà proprio quella raccontare all’altra quello che lei non vede.


nell’aria nel frattempo volano queste note