IL TAPPETO DA PREGHIERA DI CARNE


IL TAPPETO DA PREGHIERA DI CARNE
attribuito a Li Yu
romanzo cinese classico erotico

Sinceramente non so come avessi questo libro (molto vecchio) in casa, propenderei per due opzioni: a) fa parte degli acquisti multipli compulsivi alle bancarelle dell’usato, fatti negli anni, e poi dimenticato; b) è un sopravvissuto al book crossing quando Progenie è andata a vivere a Berlino.

Non sono un’amante del genere, ma ero in attesa di alcuni libri che avevo ordinato e quindi spulciavo nell’enorme settore “libri presi da eoni e non ancora letti”. Mi è capitato tra le mani questo dal titolo strano, cinese, dal prezzo ancora in lire e dalle pagine ingiallite, considerato il “Decamerone orientale: un classico dell’erotismo cinese”. Insomma, la somma di tutti questi input mi ha portato a sceglierlo.

Specifico subito che l’edizione da me letta forse non è più neppure in giro (ma sotto al post metto dove trovarlo se interessa). La mia edizione è dell’editore Bompiani – I grandi tascabili – prezzo £ 13.000 – 384 pagine del 1973.

Il libro racconta le avventure del giovane Wei Yang Sheng, chiamato “Il Chierico della Prima Veglia”. Inizia con la visita del giovane in un tempio buddista dove incontra un monaco. Quest’ultimo nota che il giovane ha in sé saggezza ma anche lussuria. Lo invita, pertanto, a rimanere con lui nel tempio. Il Chierico della Prima Veglia, però, replica che è troppo giovane per rinchiudersi in un monastero, e che il suo desiderio è sposare una bellissima donna. Da qui iniziano le sue avventure e disavventure.

Ricordo che i racconti sono stati scritti nell’epoca Qing, tra il 1657 e il 1693, e nonostante sia passato qualche secolo, i racconti scorrono senza problemi. L’allegoria su cui è strutturato il libro, è una chiara condanna al puritanesimo confuciano dell’epoca. Ai tempi, e anche dopo, in Cina, per lungo tempo è stato censurato e vietato. Questo non ne ha fermato la diffusione. Nei primi anni del 1700 uscì anche in Giappone, dove lo definirono il più grande romanzo erotico di sempre.

Certo visto con gli occhi di oggi, forse non sembra così peccaminoso come quando uscì. Per quanto mi riguarda, devo dire che  l’ho letto velocemente, nonostante le sue quasi 400 pagine, con il pensiero: “Vediamo dove va a finire ora?”.

Il termine “pruriginoso” è quello che si adatta di più a questa lettura, ma lo fa in maniera divertente e usando dei termini per indicare le parti anatomiche e gli atti sessuali che mi hanno fatto sorridere, sono poetici ma fanno capire benissimo di cosa si parla.

Passando attraverso le avventure del Chierico della Prima Veglia, lo scrittore prende in giro e denuncia alcuni aspetti puritani della società dell’epoca, anche se, dal mio punto di vista, alla fine evidenzia il concetto di onestà e rettitudine.

Se volete immergervi in una Cina antica, leggendo divertendovi nel vedere cosa s’inventa l’autore, e non vi spaventano i libri che superano le cento pagine, questo può essere una buona alternativa ai romanzi contemporanei.

Da questo libro sono stati tratti negli anni due film: Sex and Zen e Sex and Zen 3D.

Il titolo è una metafora che fa riferimento al modo in cui il protagonista trasforma le sue performance sessuali in una specie di rito di elevazione.

DOVE TROVARLO
Ci sono diverse edizioni e prezzi per questo libro, io ve ne metto un paio, potete sempre cercare anche sul “Libraccio” dove  si trovano libri usati in ottime condizioni:
IBS: Edizione GM Libri – Cartaceo prezzo € 19.00 – 400 pagine
LaFeltrinelli: Edizione Se – Cartaceo prezzo € 26.60 – 288 pagine
Amazon: Edizione Se – Cartaceo prezzo € 23.00 – 288 pagine

Infine solo per ricordare che non dimentico, e anche se parlo di altro, questo fa costantemente parte di me, ogni giorno.

LA TORRE


TRAMA

Beanstalk è un grattacielo di 674 piani, praticamente uno stato. Stato che è sempre in conflitto con i paesi limitrofi e con Cosmomafia.

Uscire da questo “grattacielo stato” non è semplice, stretti controlli limitano le uscite e le entrate. Senza contare poi che molti cittadini di Beanstalk ormai soffrono di suolofobia, ovvero la paura di scendere al piano terra.

OPINIONE PERSONALE

Non è il genere di fantascienza di cui sono appassionata, preferisco scrittori quali Isaac Asimov, William Gibson o Frank Herbert.

In questo libro (personalmente) vedo il romanzo come un dito puntato contro le storture della nostra società, ed è bello per questo, ma faccio davvero fatica a considerarlo nel genere fantascienza.

Il romanzo racconta, in sei storie interconnesse, avvenimenti del “grattacielo stato”, praticamente ogni storia è uno sguardo sulle dinamiche di potere nella Torre. Alcune storie mi sono piaciute, altre un pelino meno.


La visione confuciana coreana, con la rappresentazioni del grattacielo e quindi delle classi sociali, si innesta perfettamente sul concetto capitalista occidentale.

Bae Myung Hoon attraverso la storia, metafora di questa società moderna, evidenzia, a volte facendoci ridere a volte con punte di oscuro cinismo, la vita contemporanea.

Alcune frasi che mi hanno colpito:
«Ma voi l’avete costruito, un mondo che ripaga in base a quanto uno lavora con passione?»

«La gente stava diventando sempre più estremista, e classificava tutto in due categorie precise

TITOLO E DATI BIBLIOGRAFICI

La Torre 
io ho letto la versione Kindle gratuita con abbonamento Prime

Esiste anche:
la versione cartacea, Add Editore, 2022, prezzo € 19,00
la versione Kindle acquistabile, prezzo € 9,99
la versione ebook ibs, prezzo € 9,99

AUTORE

Bae Myung Hoon è nato a Pusan (Corea del Sud) il 05.06.1978.

È uno scrittore di fantascienza coreano, ad oggi ha al suo attivo dieci libri, oltre a racconti, novelle e numerosi saggi.

Ha debuttato come scrittore nel 2005 con un racconto. Il successo è arrivato nel 2009 con il romanzo “Torre”.

Nel 2012 “The Science Times” lo ha nominato quale: “uno dei dieci migliori scrittori di fantascienza coreani”.

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SE I GATTI SCOMPARISSERO DAL MONDO


Ancora a Milano, stavolta in tre, per un pomeriggio all’insegna dello shopping nella “Chinatown Milanese” con puntata finale al ristorante coreano. Tra i due, ancora, un salto da Mondadori, ça va sans dire!

Io, Paola e Giulia siamo entrate e al solito siamo state sommerse dal desiderio di comprare tutto! Vi dico solo che, nel breve lasso di tempo di quindici minuti, mi stavo avviando alla cassa con sei libri in mano. Sei libri, due autori e la “disperazione” di averne lasciati almeno altri quattro sugli scaffali.

Mi sono fermata solo perché la somma in euro che ho fatto mentalmente mentre mi avvicinavo alla cassa, mi ha fatto pensare se vendere il rene destro o quello sinistro.

Dopo molti tentennamenti ho deciso che i sei libri di due autori, li avrei presi nella versione ebook più avanti (cosicché il prezzo sarebbe drasticamente sceso), invece in quel luogo avrei scelto un solo libro.
Ho adottato la tecnica del “libro chiamami”. E il libro mi ha chiamato.

Quel libro sapeva cosa volevo, e ve lo posso dire con sicurezza grazie al fatto che l’ho acquistato sabato pomeriggio, e domenica sera avevo terminato di leggerlo.

Sappiate che anche le altre due mie amiche hanno avuto una storia simile alla mia. Siamo uscite da quel luogo di perdizione, ognuna con il suo unico libro in mano, e la felicità negli occhi.


Il libro che mi ha chiamato è “Se i gatti scomparissero dal mondo”.

In queste pagine troverete la storia di un postino il cui tempo è diventato importante, di un diavolo dal nome strano e dalle camicie sgargianti, che si presenta a lui per proporgli uno strano patto, e di un gatto con il nome di una verdura.

Questi personaggi mettono, in maniera scorrevole e godibile, il focus su molti aspetti della vita moderna, in entrambe le due prospettive, sia negative sia positive.

L’autore lancia lo sguardo su cosa può essere davvero importante per ognuno di noi. Ci sono molti pezzi che danno spunto di riflessione nel libro, oltre alla curiosità di sapere come andrà a finire.

 “A pensarci bene, ogni cosa si trovava in sottile equilibrio tra l’utile e il superfluo”

“Una cosa è conoscere il sentiero giusto, un’altra è imboccarlo”
(questa frase è tratta da Matrix e l’autore la usa nel libro citando il film)

Insomma questo libro lo dice chiaramente, siamo noi gli artefici della nostra vita, e “Le persone possono scegliere di esser felici o infelici. Dipende dalla prospettiva con cui osservano le cose”

Ho davvero amato questo libro, per diversi motivi, e ho trovato la lettura molto scorrevole. Il fatto che l’autore sia anche regista e sceneggiatore si vede (dal mio punto di vista) dalla fluidità del racconto. Ho scoperto questo autore per caso, quando il libro mi ha “chiamato”, ma credo che acquisterò anche gli altri suoi libri tradotti in italiano.

TITOLO E DATI BIBLIOGRAFICI
Se i gatti scomparissero dal mondo
Io ho preso la versione cartacea, Super ET (Einaudi), prezzo € 10,00 copertina flessibile.

Esiste anche:
la versione Kindle, prezzo € 7,99.
la versione ebook ibs, prezzo € 7,99

AUTORE
Genki Kawamura nato Yokohama (Giappone) il 12.03.1979, oltre a scrivere libri è produttore cinematografico, regista e sceneggiatore. Dopo la laurea in lettere, inizia collaborare alla produzione di film di successo, tra cui “Your Name”.

“Se i gatti scomparissero dal mondo” è il suo primo romanzo, ed è stato un successo di vendita in tutto il mondo. La Sony Pictures sta sviluppando un adattamento cinematografico di questo romanzo.

Quest’anno (2023), la serie Netflix “The Makanai: Cooking for the Maiko House” (titolo originale “Maiko-sanchinomakanai-san”), da lui ideata e prodotta con Hirokazu Kore Eda, è stata distribuita a livello globale.

Tradotto in italiano, troviamo anche “Non dimenticare i fiori” del 2021 e “Stanze parlanti” del 2023, scritto in collaborazione con Marie Kondo.

PS: la modella tigrata che presenta il libro è la mia gatta Morgana.
Nessun gatto è stato sfruttato in questo post, poiché ho pagato la modella Morgana, con deliziosi “dolcetti” per gatti.

PPS: il gatto nero che vedete in fondo all’articolo invece è, era, il mio micione Moka, dedico questo scritto a lui, perché come Lattuga (chi è Lattuga lo scoprire nel libro), ha in comune una malattia e l’aver lasciato un segno indelebile nel cuore del suo inquilino umano.

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FINCHE’ NON APRIRAI QUEL LIBRO


Milano, vai in piazza Duomo, mangi coreano, dopo non vuoi fare un salto da Mondadori? Le domande, quelle retoriche!

Io e Paola siamo entrate, mentre cercavamo di non acquistare l’intera libreria, dalle labbra della mia amica è spuntato un titolo e la frase: “Secondo me ti piacerà”. Il titolo era “Finché non aprirai quel libro” di Michiko Aoyama. Altra domanda retorica, vuoi che io non l’abbia comprato!?

Il libro racconta la vita di cinque persone.

Uomini e donne con impieghi e interessi difformi tra di loro. Attraverso le loro vite riusciamo a dare uno sguardo ai preconcetti e limiti che ognuno di noi, spesso, ha di se stesso.

Preconcetti e limiti che condizionano negativamente la nostra vita.

Tomoka di 21 anni, Ryo di 35, Natsumi di 40, Hiroya di 30 e Masao di 65 anni. Che cosa hanno in comune tra di loro per far parte dello stesso libro?

Hanno in comune una biblioteca e una bibliotecaria L’aver cercato dei libri su uno specifico argomento, l’aver chiesto aiuto alla Signora Komachi, ed essersi fatti consigliare i libri da lei.

La bibliotecaria ha un dono, sa intuire i bisogni, i desideri, i rimorsi e i rimpianti della persona che le sta di fronte.

La Signora Komachi, consegna i libri sull’argomento da loro richiesti, per poi scoprire che tra i libri ha infilato un libro che non c’entra per nulla!

Eppure sarà quel libro a cambiare la vita di quella persona.

Leggendo i capitoli di Tomoka, di Ryo, di Natsumi, di Hiroya e di Masao, ognuno di noi potrà trovare in qualcuno di loro (se non in tutti) i pensieri che spesso abbiamo fatto. Pensieri limitanti che spesso ci hanno tarpato le ali, e nel farlo ci hanno reso prigionieri di noi stessi.

Anche la conclusione del libro, che ho amato e che non racconto, pone l’accento come tutto sia, alla fine, collegato: cose, persone, libri, e che ognuno di noi influenza (anche senza saperlo) la vita degli altri.

TITOLO E DATI BIBLIOGRAFICI
Finché non aprirai quel libro.
Io ho preso la versione cartacea, Garzanti del 2022, prezzo € 16,00

Esiste anche:
la versione Kindle, prezzo € 9,99
la versione ebook ibs, prezzo € 9,99
la versione Audible da ascolto (per chi la possiede)

AUTORE
Michiko Aoyama è nata nel 1970 ad Aichi, Honshu (Giappone).
Dopo l’università andò a lavorare in Australia, a Sydney, per un giornale giapponese. In seguito è tornata a Tokyo, dove ha intrapreso anche la carriera di scrittrice. Attualmente vive a Yokohama.
I suoi libri hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in patria.

Tradotto in italiano, troviamo anche “Mentre aspetti la cioccolata” sempre edito da Garzanti.

PS: il piccolo neko che vedete, che richiama il neko del libro, arriva direttamente dal Giappone. Paola (la mia amica che ho citato sopra), quest’estate ci è andata, e mi ha portato questo regalo.

Il significato della scritta era per entrambe sconosciuto, ma grazie a un giro che passa da Berlino (Progenie), incontra una giapponese (Chieko) e ritorna in Italia da me, abbiamo scoperto che questo è un “fuku-neko” che porta felicità. La scritta significa “La felicità viene alla porta che ride”.

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KIM JI-YOUNG, NATA NEL 1982


Ero curiosa di leggere uno scrittore contemporaneo, che parlasse della società coreana odierna. Così sul mio comodino è arrivato questo libro: “Kim Ji-Young, nata nel 1982”.

Di cosa parla questo libro?
Questo libro è uno sguardo, un’osservare la società e la condizione femminile coreana ai giorni nostri, descritto in un romanzo,  attraverso la vita di Kim Ji-Young.
Nel romanzo la protagonista non dirà quasi mai se quello che le accade è giusto o sbagliato, vivrà le situazioni come dato di fatto della società intorno a lei, cercando di vivere al meglio.

La scrittrice è riuscita con questo libro a farci attraversare la mente e le emozioni della protagonista, arricchendo il tutto con statistiche e riferimenti legislativi reali, dando così uno sguardo sulla condizione in cui vivono le donne coreane oggi.

Nel leggerlo ho scoperto così una forma d’ipocrisia perniciosa, un razzismo di genere che ha portato alcune madri, aiutate in questo, a far passare per motivi di salute l’aborto delle figlie femmine che attendevano. Questo perché il figlio maschio, all’interno della famiglia aveva valore, la figlia femmina no.

Racconta anche di un periodo precedente, in cui era prassi in famiglia far studiare i figli maschi, perché avrebbero dovuto pensare economicamente alla famiglia, avendo così diritto allo studio. Le figlie femmine dovevano prendersi solo cura dei fratelli e supportarli, quindi studiare per loro, oltre la scuola dell’obbligo, non era un’opzione.

Da loro, come da noi, se un “pervertito” ti avvicina, socialmente scatta il “Come eri vestita? Eri ubriaca? L’hai incoraggiato? Perché esci la sera tardi? Perché hai la gonna corta? Diciamolo un po se le cercata” e così via.
Ci accomuna il destino che la vittima diventa, socialmente, il carnefice.

Nel lavoro non va meglio. A parità di meriti, di studi e di posizione lo stipendio femminile è inferiore a quello di un collega maschio, in maniera peggiorativa anche rispetto rispetto a noi. Se da noi la differenza è di circa un 20% in meno da loro, arriva quasi al 40%.

Non voglio dirvi altro, perché sembra che questo romanzo parli di un trattato di economia o di diritti civili, facendolo sembrare un “mattone”. Cosa che assolutamente non è, scorre velocemente e fa riflettere. Io ci ho messo solo un paio di sere a leggerlo.

Il romanzo può essere suddiviso in quattro grossi periodi della protagonista: infanzia, adolescenza, maturità, matrimonio.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Nella lontana Corea viene ”insegnato” perniciosamente alle figlie orientali, (ma capita anche in occidente), che se un ragazzo ti tratta male, “in fondo è perché gli piaci”. A chi insegna questa chicca di vita alle donne, consiglio la visione di un film americano di qualche anno fa: “La verità è che non gli piaci abbastanza”, i primi tre minuti.
Quel “se ti tratta male è perché in fondo gli piaci” ha devastato un sacco di donne che ci hanno creduto.
(questo il link se volete vedere questi tre minuti)
https://youtu.be/Z7ZyIpGxBaA

Leggendo della Corea, ancora una volta, ho trovato molte analogie e similitudini con l’Italia, credo che molte donne della mia generazione e quella successiva, troveranno in questo libro ampie parti di vita vissuta, non dico tutte (o forse si), ma molte sì.

Non so dirvi se per la generazione femminile Z sia lo stesso, o se lo sarà per la generazione alpha (speriamo di no per queste donne ancora cucciole). So che noi “old generation” ci ritroveremo in molte cose leggendo questo libro, e scopriremo così, che il razzismo di genere non ha confini e latitudini.

Di questo libro amo molto anche la copertina, quel volto senza lineamenti avendo lo sfondo di grattacieli moderni alle sue spalle, dove la sua individualità viene a sparire. Un luogo dove le donne hanno solo due possibilità: o sacrificare la propria vita ai familiari o dedicare la propria esistenza a emergere.

Per le appassionate dei kdrama, sappiate che da questo libro è stato tratto un film nel 2019, con protagonista maschile Gong Yoo (sì l’attore di Goblin) e femminile Jeon Yu-mi.

Chiudo con una mia considerazione, “Come è facile dimenticare e reiterare gli errori quando non siamo noi direttamente a pagarne le conseguenze”, e con una domanda che si pone l’autrice nel libro: “ Sono le leggi e le istituzioni a cambiare i valori della società o sono i valori stessi che fanno da traino per le leggi e le istituzioni?

Per finire lascio a voi, in fondo a questo scritto, quanto scritto sulla quarta di copertina del libro:

Kim Ji-Young
è femmina in una famiglia
che voleva un figlio maschio.

Kim Ji-Young
è una sorella costretta a dividere la stanza
per lasciarne una intera al fratello.

Kim Ji-Young
è una figlia che viene colpevolizzata dal padre
se qualcuno la importuna.

Kim Ji-Young
è un’impiegata modello.
a cui non viene concessa una promozione.

Kim Ji-Young
è una moglie che ha dovuto lasciare il lavoro
per badare alla casa.

Kim Ji-Young
ha iniziato a comportarsi in modo strano.

Kim Ji-Young
soffre di depressione.

Kim Ji-Young
è pazza.

Kim Ji-Young
è solo se stessa.

Kim Ji-Young
è ognuna di noi.

TITOLO E DATI BIBLIOGRAFICI
Kim Ji-Young, nata nel 1982.
Io ho letto l’edizione La Tartaruga del 2021, ho preso la versione cartacea con la copertina flessibile, ma esiste anche una versione e-book.

Il traduttore è Filippo Bernardini.

Il libro è stato finalista al National Book Award.

AUTORE
Cho Nam-Joo è nata a Seul nel 1978. Ha vissuto alla periferia di Seul in una famiglia instabile sia economicamente sia emotivamente. Laureatasi in sociologia, ha poi lavorato per circa dieci anni come sceneggiatrice, “Kin Ji-Young, nata nel 1982”, è il suo terzo romanzo, quello che le ha portato la notorietà dentro e fuori i confini della Corea.