IO POSTO GATTINI


Io posto gattini.

Ma parlo di campi. Parlo dei campi di sabra e chatila, dei campi di sterminio tedeschi, dei ghetti in sud africa o dei campi di rieducazione cambogiani. Mi fermo, ma potrei citarne ancora a decine. Sono tutti uguali. L’unica cosa che cambia son la longitudine e la latitudine.

Se solo uscissi dai campi troverei le stragi. Piomberei nella tratta degli schiavi, mi troverei nel genocidio dei nativi americani e mi piegherei davanti alla decimazione degli aborigeni australiani.

Se solo finisse qui. L’orrore spesso abita accanto alla nostra porta. Non si limita davanti a nulla e sceglie sempre le prede inermi.
Guantanamo e i suoi crimini sui prigionieri doveva esser chiusa ma è li ancora aperta a ricordarci che accadrà ancora. Nelle nostre prigioni si muore di botte, senza contare cosa hanno fatto nel luogo atto ad educare al meglio noi.

Non ho postato nel giorno della memoria, posto oggi, un giorno “normale”, perché la mia memoria è ogni volta che vedo qualcosa che mi porta a tutti quegli orrori. Come oggi.

Perché di essere umana mi vergogno così spesso e così tanto, da domandarmi come posso farne parte. Anche se so che dentro me, da qualche parte, esiste il seme di quel male. Non dimentico neppure questo.

Se pensate che chi posti gattini sia fuori dal mondo, sbagliate. Siamo così coinvolti, lo percepiamo così tanto, da doverne fuggire ogni tanto per poter sopravvivere. Il dolore del mondo ha un suono insopportabile.

Io posto gattini, ma non dimentico niente.

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