YIN E YANG


Ci son realtà così diverse dalla tua da lasciarti in balia, senza appigli e punti fermi, nella concezione del fatto che non esiste la realtà, ma il nulla è così difficile da concepire.

Ma questi son discorsi atti solo a fissare per un attimo la sensazione che si muove dentro te, come serpente che si raggomitola in centri concentrici prima di spiccare il salto verso la preda. E la preda sei tu.

Ti domandi se è la tua kundalini che si muove e nel farlo sposta cose ed emozioni o è un demone che cerca di possederti.

Hai solo domande e nessuna risposta. Lo hai capito ormai, spesso la vita fa questo gioco delle domande che portano a nulla.

Poche ore e tutto si rintanerà, tornerai al tuo mondo. Ognuno si schermerà e percepirà dell’altro solo il cordone ombelicale che unisce.

Ma per ora la domanda l’hai lì presente, senza risposta, e ti tormenterà a lungo: “Chi sono gli eroi?” Sospettando che gli eroi non esistono, da nessun lato, perché non esistono lati in un mondo, come il nostro, che è tondo.

Come i simboli yin e yang che si oppongono e si attraggono per formare un potente simbolo, il cerchio. Se separati hanno solo la forma di gocce, e spesso son lacrime. Insieme bianco e nero, femminile maschile, chiaro scuro, luce e buio sono un potente simbolo magico. Quando apprenderemo?

yin e yang

Guardo il mio avambraccio sinistro. Leggo. Così diversi è così uguali. Abbasso gli occhi, ciò che è in uno è nell’altro, la colpa è la stessa, il peccato è lo stesso, l’amore è lo stesso. Più oscura è l’ombra più intensa è la luce.

BRIVIDO


E’ il tocco della tua mano sul fianco che accende pensieri d’irrefrenabile seduzione.

E’ quel tuo lieve respiro alla base della nuca che scende lentamente sulla mia schiena che mi fa sognare di minareti e suk.

E’ la tua lingua, le tue labbra, che si trasformano in un morso leggero, tra il collo e la spalla che mi portano in un’ampolla temporale.

Scuoti la mia mente e t’insinui in essa. Cerchi il luogo, quello celato. Se lo troverai, mi prenderai. Consapevole che, farai di me parte di te, se mi scivolerai anche nel cuore.

Parlami, dammi le tue parole, conducimi nei tuoi meandri, ruba il mio respiro affannoso e legalo al tuo, cosicché tu mi percepisca ovunque tu sia, mentre ogni parte di me, tangibile e non, è in attesa di te.

Guardami perditi in me, e ora chiudi gli occhi, si io sono quella, presente e certa ma che sfugge come sabbia tra le dita, mi avrai per sempre solo se non mi darai forma.

Brividi e pelle d’oca.
Lo so mi stai tenendo lì con te.

BRIVIDI


Questo brivido interiore, questa febbre dell’anima, questi brividi che mi fanno vaneggiare.

Una notte romana, due occhi siriani che mi hanno aperto i loro mondi mentre scrutavano i miei, chiedendomi di perdermi nei suoi, io li ho distolti in attesa di un paio di occhi che da me non si fanno vedere, e forse mai mi faranno scrutare i suoi mondi. Mi domando di che morte mi ucciderai.

Io lo conosco questo istinto alla fuga, io conosco questa corrente elettrica a metà tra il piacere e il fastidio. Io mi sto preparando allo sprint per scappare e per non farlo mi lego con parole tue incatenandomi ai sogni della notte.

Morfeo nell’altra notte romana mi ha detto che mi sarei salvata dai sogni incatenati solo fuggendo, mi ha fatto vedere me stessa con la mia veste di seta rossa, il mio tacere, nello stesso mi ero accanto, totalmente nuda, quella che io sono. Qualcuno mi diceva ti abbiamo vista, le corde erano meno invisibili anche ai loro occhi. Avendone conferma al risveglio.

Farfuglio. Brividi. Febbre d’amore era una soap opera e spesso lo è stata anche la mia vita, ma avevo chiuso con queste operette rosa. Quandè stato che è ripartita la serie? Comè stato possibile che qualcuno facesse ripartire la trasmissione?

L’attesa, questa attesa, è per me come la preparazione alla guerra. Affilo le armi. Se non le userò sul nemico, le userò su me stessa.
photo by Alex Veledzimovich

Respira, respira cazzo, respira e allenta i pensieri che ti stringono la gola come cravatte colombiane. Da quanto le due parti di te non entravano in conflitto? E ora son lì che si guardano, attendono anche loro, scrutandosi in attesa che una delle due faccia un movimento, la prima mossa.

Tutto il mio mondo, tutti i miei mondi, si trasformano in attesa, e nell’attesa io muoio.

E’ il caldo estivo, l’afa, l’aria bollente, la febbre, sei tu… respiro respiro respiro, ma a ogni respiro mi penetri l’anima sempre di più.

NESSUNA CERTEZZA


Affamata bocca la tua.
mi divori l’anima e il corpo
Dipingi con le dita complicati arabeschi.
la tue mani mi esasperano la pelle

Esigente regista notturno.
ghermisci i miei sensi
Mi trasformi, divento interprete,
la tua preferita
di trame di un candore perverso.

Predatore mi spingi sotto il peso del tuo corpo.
occhi bassi i miei da preda senza via di scampo
Quando affondi in me strappandomi un grido,
piacere e dolore stemperati insieme
ti guardo, dimmi ora chi è la preda e chi il predatore?

Nessuna certezza
la cosa più certa tra noi è l’incertezza
Nessuna certezza
ma conservi in te qualcosa che mi appartiene
Nessuna certezza
se non che il mio ventre ti appartiene

nessuna certezza

nell’aria intanto vola questa musica

GUARDAMI


C’è chi ti vede e chi non ti vede.

Chi sa che c’è dell’altro, ma non vede e va a tentoni.
Chi pensa di vederti ma vede se stesso.
Chi scruta e vede solo buio.
Chi non ti guarda ma vede luce.

Tu sai chi ti vede davvero, chi fa finta e chi ti vede e volge lo sguardo, perchè vederti vuol dire affrontare parti di se coperte da secoli di polvere.

E quella speranza, quella preghiera insita, sempre presente e ogni volta disattesa.

Amami per quello che sono, non per come ti faccio sentire

Mirror

HAI PRESENTE?


Hai presente? Quella sensazione che si espande? Si, lì tra la bocca dello stomaco e la parte sinistra del petto?

ombre

Parte da quel punto preciso, come sasso lanciato nell’acqua s’irradia in cerchi concentrici sempre più ampi, fino a inghiottirmi e pur sapendo da dove è partito non comprendo più dove finisce.

Sembra contenere tutto, le cose intorno a me, l’aria, il lago, la terra, il cielo e te.

Mi senti vero? Senti me e quei cerchi che ti avvolgono.
Mi percepisci come io percepisco te.

Te e quel desiderio di tenermi, bloccarmi sotto il tuo peso, mentre respiro piano.

Te e le tue parole, lente scivolano come miele accanto al mio lobo, incantandomi come serpente con la sua preda.

Te e il tuo imprigionarmi le mani, scrutarmi negli occhi, per il piacere di sentire la mia voce dire no e leggere in loro si.

ombre

Giochiamo tra giochi di luce e ombra, per non dire a nessuno, neppure a noi, ma quei “ti odio” che ci diciamo contengono l’universo.

 

SERIAL KILLER


Occhi che parlano senza dire nulla,
affondi silenzio come lame profonde.
Emozioni distorte che frustano come catene.

Collezioni anime
rinchiuse in un’acquario come pesci evanescenti,
si muovono sbattendo contro il vetro
alla ricerca di un punto di fuga.

Le osservi, rammenti la cattura,
gioco sottile di tela di ragno
il veleno che inietti nel corpo
e sei già pronto a colpire ancora.

Mondi onirici in cui ti muovi,
prigioniero di te stesso
cerchi prede a cui recidere il cuore.

Serial Killer

INSHALLAH


Questa marea che risale, blandisce la pelle e lascia l’anima senza fiato.

La notte apre gli occhi e ti osserva, tu la scruti cercando di farle abbassare lo sguardo, nella vana speranza che così ti lasci riposare.

Vorresti certezze che la vita non da mai, far uscire l’adolescente che scalpita dietro le tue parole dure.

Come gomitolo di lana tra le zampe di un gatto, i pensieri si attorcigliano tra loro, mentre tu ti rigiri nel letto.

Respiri, sospiri, sopravvivi.

Inshallah, ciò che dio vorrà, sarà.
hope

SENZA PELLE


Ti parlo dei senza pelle. Ti parlo di quelli, ancora vivi, che riescono a sopravvivere nel tuo mondo. Chi non riesce muore e nella follia si nasconde.

Ti parlo di quanto forti possano apparire, ma forti non sono, hanno costruito corazze così spesse e profonde per non sentire il dolore. Fortezze per difendersi, che diventano prigione.

Ti dirò che nella corazza qualche punto debole esiste, e qualcuno di voi ogni tanto lo scopre. Come bambino crudele entra solo per vedere comè lì dentro e poi andarsene, farsi grande con altri bambini, che lui sì, lui è riuscito ad entrare in quella casa.

Ma mentre parlo, mi rendo conto che un portatore di pelle non potrà mai comprendere un senza pelle, non fintanto che la vita non gli strapperà via lembi di quella pelle.

Solo allora potrai capirci, solo allora capirai me.

Noi sopravvissuti siamo qua, con il cuore albino, in attesa di una terra in cui il sole non ci bruci.
photo by Rachel Baran

COMUNQUE


… e comunque il tuo “ti odio” è uno dei più bei ti amo che mi sono stati detti.
Photo by Aleksandra Seget