NARA (come farsi pizzicare il sedere da un cervo)


Goshuin dentro lo zaino, quest’ultimo in spalla, ci siamo dirette ai trasporti pubblici per andare in direzione Nara.

A proposito di trasporti pubblici (efficientissimi in qualsiasi posto siamo andate), in questa sede faccio un sentito ringraziamento a Paola, che ha fatto da “public transport navigator”. Senza lei, sarei riuscita a spostarmi lo stesso (forse), ma avrei impiegato almeno il triplo del tempo, prendendo bus sbagliati e/o direzioni della metro errate.

Nara è grande, molti sono i suoi templi, e noi ne abbiamo visitati alcuni, tra cui il Kohfuku-ji, Todai-Ji, Nigatsu-do (il momento cultura lo rimando alla fine del post) e il Santuario Tamukeyama Hachimangu. Di quest’ultimo vi parlo subito, perché per me rimarrà il santuario shintoista delle colombe.
Sappiate che se fossi vissuta ai quei tempi sarei stata shintoista (ma anche parzialmente buddista).

Il Tamukeyama Hachimangu Shrine è il santuario dedicato all’adorazione del kami Hachiman, dio della guerra, dei samurai e protettore del popolo giapponese.
Gli ema* in questo santuario non sono di legno, ma sono dei cerchi di carta con stampato due colombe che tubano e formano un cuore. Ora come un dio della guerra abbia come simbolo un cuore e due colombe che tubano, è una cosa che solo in Giappone e il suo sincretismo può accadere (ve lo già detto quanto li amo?).

Gli ema del Tamukeyama Hachimangu Shrine

Chiaramente qui ho espresso il desiderio e appeso l’ema, e no, non lo trovate nella foto, l’ho opportunamente ritagliata. I desideri per realizzarsi devono rimanere segreti fino alla loro realizzazione.

Nara ha un’estensione territoriale importante, e al suo interno vi è un parco dove i cervi girano liberi. Sono cervi ormai addomesticati dalla continua presenza dei turisti e abituati al contatto umano…. a volte fin troppo.

All’interno troverete dei venditori di “biscotti per cervi”, in modo da potergli dare da mangiare senza dargli del cibo nocivo per loro. Se voi farete l’inchino di saluto e rispetto, loro lo faranno a voi, poi, però dovrete dargli un pezzo di biscotto!

Come ho scritto sopra a volte son troppo abituati al contatto umano, tanto che un cervo avendo capito che ero “un’umana detentrice di biscotti nella borsa”, mi ha seguito e pizzicato con la bocca, almeno un paio di volte, il sedere.

Momento del reciproco rispettoso inchino e quello dove il cervo mi ha pizzicato il sedere

Momento cultura. Inizio
Sapete perchè Nara è pieno di cervi? I cervi, nello shintoismo, sono considerati messaggeri di Dio, e quindi intoccabili.
Momento cultura. Fine

All’interno del parco e dei templi abbiamo girovagato a lungo prima di andarcene e nel farlo, ho letto che il complesso dei templi e santuari di Nara è gemellato con il cammino di Santiago. Come amo queste fusioni oriente/occidente.

Spesso all’interno dei templi buddisti potete trovare delle stoffe colorate appese, esse rappresentano i cinque tipi di Buddha Dhyani, e ogni colore ha un significato:
BLU – la compassione verso tutti gli esseri senzienti e lo spirito di pace;
GIALLO – la Via di mezzo dell’insegnamento del Buddha Shakyamuni, lontana da qualsiasi estremo;
ROSSO – i doni della pratica spirituale e meditativa;
BIANCO – la purezza e la liberazione;
ARANCIONE – la saggezza dell’insegnamento del Buddha.

Non sono una grande “fotografatrice” di templi e monumenti, a parte qualcuno. Come avrete notato sono altre le cose che mi colpiscono e attirano la mia attenzione, ma ci sono scorci che mi piacciono, questa foto sotto, è uno di questi.

Al ritorno, verso la nostra ultima sera/notte a Osaka, abbiamo incontrato un mercatino in una piazza, una specie di piccolo bio mercatino, ed io da vegana mi sono “commossa” (perché oggi non è così semplice essere vegani in Giappone) davanti a una bancarella di dolci vegan.

Momento veganesimo che è in me. Inizio.
Il Giappone è stato per secoli un paese vegetariano (dopo l’arrivo dei buddisti), o quasi, il pesce era consentito. Successivamente nel 675 l’imperatore Tenmu emise una legge imperiale in cui si proibiva il consumo di carne animale. Nel decreto era illegale consumare carne di manzo, cavallo, cane, pollo e scimmia, ed era punita severamente la sua inosservanza. Secoli e secoli dopo, con l’arrivo dei gesuiti portoghesi, e successivamente con gli inglesi, e la loro cocciutaggine (gli occidentali e i loro tentativi di colonizzazione esportano sempre il peggio), si ruppe questo tabù e da allora il consumo di carne è stato un continuo incremento, specialmente dopo la seconda guerra mondiale, e con esso l’aumento delle malattie legate all’eccessivo consumo di carni e grassi animali.
Momento veganesimo che è in me. Fine

Nella metro di ritorno a Osaka ho scoperto l’esistenza in Giappone dei vagoni rosa della metro, in cui in determinate ore possono salire solo donne (di solito orari di punta e dopo una certa ora). La foto non è mia, ma recuperata dalla rete.

Questa iniziativa è partita nel 2005 quando vengono istituite. Questo a causa del triplicarsi, dal 1996 al 2004, dei casi molestie sessuali sui mezzi, con la scusa del sovrappopolamento.

Ora dovrei parlarvi dell’ultima mia sera a Osaka prima di partire per Kyoto, ma sono stanca io di scrivere, figuratevi voi di leggere. Farò un breve post domani per quello.

Ora invece come scritto all’inizio…

Momento cultura. Inizio
Kohfuku-ji Temple: era il principale tempio buddista del clan Fujiwara, rimase un centro importante per tutto il tempo in cui il clan prosperò. Il tempio non solo era un importante centro per la religione buddista, ma manteneva anche l’influenza e controllo sul governo imperiale, spesso anche con “mezzi aggressivi”.
Sappiate che a quei tempi i monaci buddhisti erano molto meno pacifici di quelli attuali.

Todai-Ji Temple: era un centro per rituali per la pace della nazione e la prosperità del popolo, al suo interno formavano monaci eruditi che studiavano la dottrina buddista.

Nigatsu-do Temple: è una delle strutture importanti all’interno del complesso del Tōdai-ji, comprende, il Nigatsu-do a sua volta comprende diversi edifici.
Momento cultura. Fine

Ema Giapponesi = Piccole tavolette di legno nelle quali i fedeli scrivono desideri e/o preghiere. Vengono poi appese all’interno della zona del santuario, così che i Kami, le divinità Shintoiste, possano leggerli ed aiutare le persone.

DALLA A ALLA C


AMORE
Ho sempre cercato l’amore che mi completasse. Sbagliavo ero già completa, avevo bisogno di un amore che mi ampliasse.
Ero completa e non lo sapevo. Dovevo solo trovare i pezzi dei puzzle di me nascosti e metterli nel giusto ordine.

Nel frattempo, più o meno inconsciamente, credevo che per essere completa avevo bisogno del fuori. Scambiavo i vuoti degli uomini dai puzzle separati, come se le loro anse concave e convesse, dovessero incastrarsi con le mie. Un colmare il proprio vuoto con il vuoto altrui, che idea folle, scambiare l’amore per questo.
Il pezzo mancate ero io e non lo sapevo.

Nessuno ci completa, siamo già completi, abbiamo solo i pezzi sparsi nel nostro universo, dobbiamo darci il tempo di assemblarci. Vale per tutti noi.

BERLINO
Nel mese di giugno sono andata, finalmente, a trovare Progenie a Berlino. Poco tempo. Un paio di giorni. Se mi chiedete cosa penso di Berlino non saprei dirvelo. Si può conoscere una città così grande e sfaccettata in due giorni?

Mi porto il ricordo di una città con la metro pulita, una lingua incomprensibile (per me), il silenzio serale, i bicchieri di vino riempiti il doppio di quelli italiani (allo stesso prezzo), le strade con i marciapiedi larghi, la cucina multietnica e il cibo vegano ovunque, solo per questo le darei come voto 10+.
E poi gru, immense e gigantesche gru ovunque, che costruiscono e/o sistemano ciò che è già costruito, ristrutturandolo. Berlino è una città viva, ecco se proprio volete una definizione, è viva.

A Berlino ho scoperto, che la cosa che in questa società accomuna gli uomini, sono i centri commerciali. Sono quasi identici in ogni parte del mondo.

CAPELLI
Cambierò per l’ennesima volta colore dei capelli. Ormai faccio fatica a ricordarmi il mio colore originale.
Bionda, nera, rossa, prugna, pannocchia (ma quello fu un errore di valutazione della tinta), violetta, lillà, bluette, bianca, grigia, rosa.

Mi guardo allo specchio e mi dico. “L’ultima volta, poi li lascio del loro colore”, poi accade sempre qualcosa che mi fa cambiare idea.
Il mio parrucchiere me lo ha confessato, sono tra le sue clienti preferite, perché con me non si annoia mai. Così quando cerco di essere “normale” io, mi propone le “pazzie” lui. Quindi diverrò Living Coral.

PS: mi rimangono da postare tutte le altre lettere dell’alfabeto 😉

TROPPO FIGA


Nell’ultimo anno, in ordine strettamente cronologico:
ho smesso di fumare
ho smesso un’amicizia
ho smesso di soffrire di spm
ho smesso di mangiare carne
ho smesso di aspettare.

In effetti, a pensarci bene, l’ultimo anno è stato un anno di grandi cambiamenti.
Cinque righe. Sembrano niente, ma nel pratico, alcune hanno stravolto la mia vita, altre l’hanno migliorata. E sono ancora in piedi. Sono troppo figa.