UOMINI


Quelli che ho conosciuto e che mi hanno fatto conoscere il “buono” che c’era in loro e a quelli che mi hanno inflitto qualcosa di “cattivo”. Mi avete aiutato a crescere e a comprendere quello che non volevo essere.

Quelli che mi hanno amata e che io non ho amato, non come avrebbero voluto loro. Attraverso voi ho acquisito la capacità di accettare il rifiuto.

Quelli che ho amato e che mi hanno forgiato attraverso il dolore, anche grazie a loro, sono la persona che sono oggi.

Quelli che mi hanno compresa nell’anima e fatta sentire, per un attimo, meno sola in questo mondo. Voi avete riempito il mio cielo.

Quelli che mi hanno chiamata puttana, perché nel loro ferirmi mi hanno resa libera dal giudizio altrui.

Quelli che mi sono amici, quelli veri, che mi hanno fatto conoscere la bellezza, la profondità e la delicatezza del lato maschile.

Quelli che mi hanno resa così insicura, da determinarmi a trovarmi e con me, la mia sicurezza.

Quelli che non sanno neppure loro che vogliono da me, e spesso dalla vita, perché mi hanno dato la capacità di decisione.

Quelli che ho ferito, a volte per codardia a volte senza rendermene conto, perché mi hanno insegnato che a volte che è un attimo passare da vittima a carnefice.

Quelli che “Ci sono per te” e poi non ci sono mai. Mi hanno insegnato il valore di chi invece c’è.

A Voi regalo le parole di questa canzone che amo. Stamattina passava per radio e mi ha fatto venire in mente tutti voi.

Grazie. Sia che siate stati carezze o siate stati lame nella mia vita, mi avete dato il massimo di cui eravate capaci in quel momento.

La dedico anche a me, alla mia parte maschile. Oggi, scrivendo queste poche righe insieme alla mia parte femminile, mi ha fatto amare tutti voi, e così facendo, mi ha liberato.

FUNAMBOLI


La vita è mutamento, il mutamento è movimento, il movimento sposta continuamente il punto di equilibrio.
L’equilibrio è la corda del funambolo dove, noi umani passeggiamo, cercando di non cadere nella follia.

Siamo tutti funamboli che attraversano questa vita con la paura di cadere e la voglia di spiccare il volo.

DIPENDE


Dipende.
Dipende sempre da che parte stai osservando.

Quando avevo dieci anni guardavo i trentenni, mi sembravano dei vecchi con un piede nella fossa. Ora mi sembrano dei ragazzini.

Sorridevo quando mi si parlava di gelosia, non che non l’avessi mai provata, ma così blanda e diluita, da neppure considerarla come emozione. Poi, a un certo punto della mia vita, mi ha trafitta così fortemente, da scoprire che era:
Un cane rabbioso che ti strappa il cuore a morsi.
Una lama sottile e affilata che ti trafigge il cuore.
Aria bollente che ti entra nei polmoni.
La paura di sentire il dolore perché sai che nulla lo fermerà.

Mi son detta molte volte “questa cosa non la farò mai” per scoprire che di solito era tra le prime cose che facevo.

L’equilibrio è un punto instabile, dove da sempre cerco di stare in piedi senza cadere (a volte senza riuscirci), vacillando.

Credere di essere tutta mente e raziocinio, ma osservarmi a ritroso nel tempo e vedermi per quello che ero, tutta pancia ed emozioni.

Ho pensato che l’amore fosse la cosa più bella del mondo, poi mi son ritrovata a pensare che fosse solo un costrutto creato dalla natura per farci riprodurre. Oggi non so. Ma sia che sia uno, o che sia l’altro, è rimasto il carburante della mia vita.

PROBLEMI


Il problema è che quando non ho problemi me li creo.

Il problema è che io ho sempre saputo cosa non volevo e non cosa volevo.

Il problema è che ho come animale guida una chiocciola, appena sfiori la mia anima, lei si ritrae.

Il problema è che perdono con il cuore ma non dimentico con la testa.

Il problema è che mi innamoro delle idee e raramente degli uomini.

Il problema è che vivo il presente con un piede nel futuro, ma mi dimentico sempre aperto l’uscio del passato.

Il problema è che a volte le persone mi prendono sul serio quando non dovrebbero farlo e non lo fanno quando dovrebbero farlo.

Il problema è che crescendo ho più pazienza, ma meno passione.

Il problema è che la chiaroveggenza del mio cuore non mi ha salvato dal dolore.

IO MENTO?


Io mento?

Capita, è capitato, credo che capiterà ancora. Il problema è che poi mi faccio così tante seghe mentali per aver mentito, che alla fine è raro che lo faccia, e deve essere indispensabile per la mia sopravvivenza (in ogni settore).

Per questo tendo a essere sincera, non perché son brava, ma perché ho un censore interiore che mi fracassa le ovaie e mi sfinisce, se non lo sono.

Aggiungo che per me le bugie, le mezze verità e le omissioni di verità sono una cosa sola.

Le bugie più infide, sono quelle che ci diciamo da soli, quando ci “condiamo via” e non vogliamo vedere e capire. Alla fine non puoi neppure prenderla con gli altri per le cazzate che hai fatto e che fai mentendoti.

Preferisco la verità, consapevole che la verità ha molte sfaccettature, e io non detengo la verità assoluta, non ho neppure la capacità di visione (almeno in questa vita) per vederla nella sua interezza.

Preferisco la verità, anche se a volte mi ha ferito e ha ferito.

Preferisco la verità perché già di nostro sbagliamo e incespichiamo molto nella vita, se poi ci danno (o ci diamo) informazioni errate, sai che combo in caduta libera nelle complicazioni, confusioni e gomitoli di vita annodati?

La natura poi, mi ha dotato un sensore di bugie altrui le annuso e le riconosco (molte, non tutte, e non quando sono coinvolta emotivamente, lì invece sono un disastro), anche quelle che le persone dicono a se stesse.

Questo sensore mi ha salvato la vita molte volte.
Di solito non avviso mai “il mentitore consapevole” che ha perso la sua copertura, faccio finta di niente e mi metto solo in salvo.
Sarà una rogna sua i problemi che si attira.

Diverso è se, “il mentitore consapevole” mente a una persona che amo. Lì, mi parte lo scorpione in mercurio abbinato allo scorpione in marte che il mio tema natale mi ha regalato.

Con “il mentitore inconsapevole” quello che non sa di mentirsi, è diverso, vorrei poter fargli vedere quello che vedo io, ma porto rispetto per il suo tempo di accettazione delle cose, e quindi al massimo esprimo due tre input “teneri” sull’argomento.

Ognuno ha i suoi tempi. Anche io ho avuto i miei.

Nessuno nasce maestro, ci si diventa, e non sempre.

Nasciamo tutti bambini sinceri.
Cresciamo e impariamo a mentire.
L’evoluzione è diventare adulti sinceri.

DALLA A ALLA C


AMORE
Ho sempre cercato l’amore che mi completasse. Sbagliavo ero già completa, avevo bisogno di un amore che mi ampliasse.
Ero completa e non lo sapevo. Dovevo solo trovare i pezzi dei puzzle di me nascosti e metterli nel giusto ordine.

Nel frattempo, più o meno inconsciamente, credevo che per essere completa avevo bisogno del fuori. Scambiavo i vuoti degli uomini dai puzzle separati, come se le loro anse concave e convesse, dovessero incastrarsi con le mie. Un colmare il proprio vuoto con il vuoto altrui, che idea folle, scambiare l’amore per questo.
Il pezzo mancate ero io e non lo sapevo.

Nessuno ci completa, siamo già completi, abbiamo solo i pezzi sparsi nel nostro universo, dobbiamo darci il tempo di assemblarci. Vale per tutti noi.

BERLINO
Nel mese di giugno sono andata, finalmente, a trovare Progenie a Berlino. Poco tempo. Un paio di giorni. Se mi chiedete cosa penso di Berlino non saprei dirvelo. Si può conoscere una città così grande e sfaccettata in due giorni?

Mi porto il ricordo di una città con la metro pulita, una lingua incomprensibile (per me), il silenzio serale, i bicchieri di vino riempiti il doppio di quelli italiani (allo stesso prezzo), le strade con i marciapiedi larghi, la cucina multietnica e il cibo vegano ovunque, solo per questo le darei come voto 10+.
E poi gru, immense e gigantesche gru ovunque, che costruiscono e/o sistemano ciò che è già costruito, ristrutturandolo. Berlino è una città viva, ecco se proprio volete una definizione, è viva.

A Berlino ho scoperto, che la cosa che in questa società accomuna gli uomini, sono i centri commerciali. Sono quasi identici in ogni parte del mondo.

CAPELLI
Cambierò per l’ennesima volta colore dei capelli. Ormai faccio fatica a ricordarmi il mio colore originale.
Bionda, nera, rossa, prugna, pannocchia (ma quello fu un errore di valutazione della tinta), violetta, lillà, bluette, bianca, grigia, rosa.

Mi guardo allo specchio e mi dico. “L’ultima volta, poi li lascio del loro colore”, poi accade sempre qualcosa che mi fa cambiare idea.
Il mio parrucchiere me lo ha confessato, sono tra le sue clienti preferite, perché con me non si annoia mai. Così quando cerco di essere “normale” io, mi propone le “pazzie” lui. Quindi diverrò Living Coral.

PS: mi rimangono da postare tutte le altre lettere dell’alfabeto 😉

THE WINNER IS… (sempre V.M. 18)


La votazione del post precedente è terminata.

Quindi ho scritto a Babi della Pleasure Room:

“Ciao Babi, sono la tua influencer semplice preferita. Le votazioni sono terminate e ti comunico che il vincitore è XXX (mettere X per creare suspence). Io sarei stata curiosa di provare XXX (altre X di suspence), secondo me ha il suo perché, ma la democrazia ha le sue regole”.

Babi è stata carinissima, mi ha confessato che anche secondo lei il secondo XXX (sempre più X di suspence) aveva il suo perché e che se lei avesse dovuto votare, avrebbe votato quello.

Comunque, bando alle ciance, ecco a voi qua sotto (rullo di tamburi in sottofondo) l’immagine del vincitore.
The winner is….


(Per scartare il regalo cliccate sulla foto)

Come!? Cosa dite!? Eh!? Ah sì, l’altro XXX che avrei scelto io, e che anche Babi avrebbe votato, quale è?

Volete proprio saperlo? Davvero? Vabbè dai ve lo dico

(Solletica e pigia il diavoletto)

PS: Babi se io fossi in te, mi manderei il secondo regalo
PPS: Si forse dovrei far un terzo post dopo l’utilizzo di Nessy, chissà, magari un giorno, nel frattempo vi posso dire che al tatto è piacevolissimo
PPPS: Babi, non vorrai lasciare una piccola influencer semplice come me con il dubbio sul Devol!?
PPPPS: Si, lo ammetto, son un pò paracula (ma tanto simpatica)

GENERE FEMMINILE


Son diventata genere femminile che odia stucchevolezze, diabeterie varie, forzati sorrisi con tonsille esposte, i “cici e cicia” multiformi.
Eppure son rimasta romantica.

Son diventata genere femminile sostantivo con molteplici aggettivi, questo confonde, questo mi confonde.
Eppure ho chiarezza interiore.

Son diventata genere femminile, confuso, profuso, perso, disperso, lamento pezzi di me, mi manco all’origine.
Eppure sono integra.

Son diventata genere femminile che usa il suo maschile, lo porta in superficie, lo usa e a volte ne abusa.
Eppure maschile non sono.

Son diventata genere femminile che usa parte di se a scudo e quindi conserva ciò che dovrebbe lasciare andare.
Eppure sono leggera.

Son diventata genere femminile, in un mondo binario due, inevitabile lo so, scegliere è il compito.
Eppure io anelo a uno.

IO E LEI


Io con il mio nuovo improbabile colore dei capelli, quasi alla Vivienne Westwood. Tutti a pensare che li abbia fatti apposta così, e invece no. Mi dicono “Di sicuro non passi inosservata”, ma del resto, quando mai negli ultimi ventanni son passata inosservata?

Lei con i suoi capelli in cui il rosso si nasconde tra le onde del color castano, come fa con i pensieri a volte. Li vedi guizzar per un attimo nell’iride per poi scomparire nei mondi che cela ai più.

Io con la mia giornata di ripasso dei colori dell’anima alle spalle, il cuore leggero per la bellezza delle persone con cui l’ho fatta.

Lei con la sua giornata di scalata alla montagna, dove affronti te stessa mentre affronti la parete. Dove capisci che la roccia è amica di chi la rispetta e la ama, che è madre accogliente e che sprona a dare il meglio di se.

Io e Lei così diverse nell’affrontare la vita eppure così profondamente simili a un livello che non vedi, ma percepisci.

Io e Lei difformi nel fisico ma entrambe a strappar sulla sinistra la lista della spesa scritta sulla carta.

Io e Lei compagne di viaggio saltuarie su questa terra, ma unite da un invisibile filo.

Io e Lei con le immagini negli occhi, e il nostro tentativo di catturarle.

Ecco io e Lei, poi qui, nel nero della sera, a tuffarci nel rosso e a parlare.
Io a parlare tanto, come sempre.
Lei parlare tanto, come quasi mai.

Grazie “LEI” di una bellissima serata nella Milano che amo e odio insieme. Da quando tu la abiti, io la amo un pò di più.

ALONE


Con il primo freddo vero e quelle nuvole che avvolgono come un cellophane grigio scuro, son arrivate anche loro. La cervicale e questa sensazione di cupa tristezza. Come se corpo e anima stessero vibrando sulla stessa tonalità monocorde.

Ho voglia di viaggi che non posso fare, desidero libertà di cui dovrei pagare pegno, anelo cuori con cui denudare i miei pensieri, bramo al nuovo come un apneista in emersione, il primo respiro fuori l’acqua .

Sbuffo, butto lo sguardo fuori la finestra. Rammento il sospetto di ieri sera, mentre guidavo nel buio. Le luci rosse e gialle della città a illuminare l’oscurità esterna che sembrava voler prendere possesso anche di me.

La sensazione di attraversare questo mondo da sola.

The winter in coming, e io necessito di più colore e calore nella mia vita.