PENSIERI DISORDINATI DI VITA CON DEDICA


Ho un problema (più di uno qualcuno dirà). Alcune emozioni mi attraversano e i pensieri che le accompagnano, sebbene voglia fermarli, sfuggono dalla mia mente. Se in quel momento non ho un pezzo di carta e una penna, quelle parole se ne vanno. Mi abbandonano lasciandomi la sensazione, ma non le parole con cui esprimerla.

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La verità è che a me quando i pensieri son profondi, sfuggono come fossero sabbia tra le dita che ricade sulla spiaggia.

Vai a ritrovarla quella sabbia dopo. Certo è lì tutta intorno a te, ma quella che avevi in mano il quel preciso istante, non la ritrovi più.

Alcuni pensieri però son così grossi da essere conchiglie, quelli li intravedo sempre e qualche volta riesco a riprenderli.

Queste conchiglie le ho trovate in questo fine settimana, camminando nella sabbia di un venerdì sera e di un sabato mattina.

E’ l’allenamento che ti rende forte, per questo alcune persone son più forti di altre, son quelle con cui la vita ha giocato di ruolo con loro, il gioco si chiama “survivors”.”

Loro mi regalano la cosa più preziosa che hanno, il loro tempo. Il tempo di una persona è vita. Loro mi regalano pezzi della loro vita. Esiste regalo più prezioso?

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Altri ti regalano i “ti voglio bene”, i loro “sei una bella persona”, ma sono solo parole che cadono a terra ancora prima che giungano a te. Sono come vapore acqueo d’inverno, fiato, non sopravvive fuori dalle loro bocche più di pochi secondi.
Poi ci son persone che non ti dicono i ti voglio bene, ma il loro bene e tangibile e denso ogni singolo giorno.”

A quelle pazze persone che si son fatte centinaia di chilometri per mangiare “solo” una pizza con me dedico questo post e non un pezzo del mio cuore. Quello lo avete già. Fate parte di me, quella me migliore, quella che grazie a voi esiste ancora.

SALISBURGO


Haffner mi consiglia Salisburgo e i suoi concerti a giugno. Leggere Salisburgo e far un salto nel tempo sono la stessa cosa.

Eccolo lì lo squarcio temporale e Salisburgo, era giugno anche allora, e lì in mezzo allo squarcio appari anche tu. Spunti tra il treno che mi ha condotto a Trento e l’aspettarti fuori dalla stazione su una panchina chiacchierando per due ore con un predicatore, perché la tua barchetta aveva dato forfait. Il lento muoversi attraverso l’austria e l’arrivo in germania ai confini con Salisburgo.

L’alberghetto tedesco con le tende giallo chiaro, i copriletti giallo chiaro, gli arredamenti giallo chiaro. Il balconcino della camera con il posacenere dove andavo a fumare quando facevi la doccia. Sentivo come sottofondo lo scrosciare dell’acqua mentre creavo giochi con la bocca e il fumo. Si lo so che della mia bocca ti ricordi.

Salisburgo, la roccaforte e la visita alla chiesa, per poi trovarci al suo interno, per caso, ad ascoltar musica attraverso i didgeridoo fatti di legno, di vetro o di bamboo.

La cena greca, la scoperta della salsa tzatziki, la karamalz, il ritorno nell’alberghetto giallo bimbo, le saune, il nuotar nella piscina, il leggere i libri uno accanto all’altro, il parlar di me, di te e i risvegli.

Il giro insieme allo sexy shop, il tuo volermi regalar qualcosa e il mio rifiuto, perché solo il mio uomo poteva farmi regali di quel genere. La fortezza vista da fuori e il ristorante nella piazza a Salisburgo. Le doppie colazioni, dolce e salata, perché che fai? Rinunci a una delle due?!

Il mio non parlare tedesco e neppure inglese, che mi regalò il piacere di viver isolata per tre giorni. Tu che parlavi inglese e tedesco eri il mio ponte con il mondo, ponte che non volevo attraversare e lasciavo che tu mi proteggessi da esso.

I sorrisi anche quando non sorridevo ma che nascondevano i pensieri. Le battute che mi facevi, le domande che mi_ti ponevo, le mie bugie e le tue bugie, dette un pò a tutela e un pò scudo. Quel tuo guardarmi e quel tuo rispondermi quasi a farmi sentire nuda. Le cose che dicevi e quelle che celavi, ma che comunque vedevo come fossero sotto un riflettore. Chissà se ti ho fatto sentire nudo anche io.

Riesci a tenermi testa (al momento, non ti allargare, potresti non riuscirci più, sai comè invecchi) rispettandomi e amandomi per quello che ero, che sono. Altri no, altri si arrabbiavano, cercavano di dominarmi, e se non ci riuscivano, in qualche modo, dovevano farmela pagare o perdevano interesse se non ottenevano quello che volevano.

Uno dei pochi uomini che mi abbia insegnato due cose importanti della vita senza farmi soffrire. Non che tu non mi abbia ferito, anzi lo hai fatto è più di una volta, ma sei stato capace di ammettere che tanto bene (forse) non ti eri comportato a volte e hai cercato di non ferirmi più (non che ti riesca sempre bene eh! Diciamolo che poi fai il figo con me dicendo che sei bravo)

I miei no e i tuoi si, i miei si e i tuoi i no. Il mio farti incazzare e il tuo farmi incazzare. I tuoi amori e i miei amori. I nostri “Ci sei ancora?” e i “Si ci sono ancora”. I miei “Tu che ne pensi?” e i tuoi “Ti prende per il culo”. I tuoi raccontarmi “Non so che far con lei” e miei “E’ una stronza”.

Il mio cercar di collocarti, il tuo sgusciarne fuori, il mio incazzarmi e il ribadire e il tuo prendermi in giro fino a farmi scoppiare in risate e sciogliermi l’incazzatura. Il tempo che passa e tu che cerchi di collocarmi, io che sguscio, il tuo esser insofferente e il mio prenderti in giro con te che mi dici che son insopportabile, ma lo dici sorridendo. Capaci di parlare per giorni e ore o di non sentirsi per mesi.

Ecco tu sei questa cosa, io son questa cosa, parti a parlar di Salisburgo e ti ritrovi a parlare di cene, di libri, di anime, di amori, di forgiatori di ferro, di crescita, di vite precedenti, di amicizia, di emozioni e i pensieri diventano mulinelli che smuovono il tutto e ricordano libri con parti evidenziate in giallo. L’amor che cosa è? E’ anche questo, ma non è questo, ma che importa, tanto poi son tutti a pensar male, e a come intendono loro l’amore. Pensate quello che volete. Noi abbiamo smesso di collocarci.

PS: non ti montar la testa, ricorda che son io la talebana dei due, oggi scrivo questa cosa carina di te e domani potrei fanculizzarti (perchè farai qualcosa che mi farà arrabbiare tantissimo) e decidere di non parlarti per tutta la vita (ovvero fino a quando non mi passa).

PASSI E NOTE


Il mio primo concerto fu strappato con ostinazione a una madre che doveva per forza farmi anche da padre. Concesso solo perché era nello stadio della mia piccola città. Un coprifuoco per cui avrei dovuto trasformarmi in superman e tornare a casa volando appena finito. Avevo poco più di quindici anni.
Lui era Edoardo Bennato.
Fu bello, ma non scattò l’amore per i concerti dal vivo. Forse la pressione materna ne rubò l’entusiasmo, il dover subito correre a casa, il dovermi rinchiudere nelle quattro mura e non poter condividere con gli amici dopo, in qualche modo spense il piacere.

Il mio secondo concerto fu un dono. Pochi anni fa. Un’amica mi scrisse “Dai vieni al concerto con me, è vicino a te, San Siro, ho un biglietto in più, dai te lo regalo”. Io non avevo voglia, casino, gente, confusione, si parlava del terzo anello. Ma volevo veder l’amica che abitava a Roma e che non vedevo da anni. Tutto questo mentre la gente cercava disperatamente i loro biglietti, le chiesi “Chi sono?”. Lei mi rispose e io le domandai ancora “Chi cazzo sono?”.
Loro erano i Muse.
Ci son persone che mi detestano ancora oggi per aver trovato un biglietto dei Muse a una settimana dal concerto, di non averlo neppure pagato, mentre domandavo “Chi cazzo sono?” .

Il mio terzo concerto è una scelta. Sister me lo ha proposto, io ho nicchiato (il solito ci sarà casino, è lontano, un sacco di gente, sarà la musica che piace a quella rocchettara ecc ecc).  Sister mi ha mandato un paio di link di youtube. A Sister piace tanto. A me ispira, soprattutto cambiar modo di “passeggiare” nella vita e far cose che non faccio mai. Sai che c’è? Io scelgo di andarci.
Lui sarà Damien Rice.

Nella vita bisogna camminare, ma in direzioni nuove, se si vogliono commettere nuovi errori e non ripetere quelli vecchi.
Che poi, dico errori, ma forse son solo opportunità mancate o prese dalla parte sbagliata. Cambiando strada cambi anche visione del mondo intorno a te e di conseguenza puoi prender l’opportunità dalla parte giusta.

passi

Nel frattempo aspetto luglio e son felice che in questo sentiero ora ci siano Sister e Ciccio con me. Devo a loro tanti passi nuovi della mia vita.

PASSAGGI


Depongo colori e parole, appoggio pensieri e ali.
L’attesa può essere riposo, ansia o creazione, la scelta è tua.
Photo by Marina Brydnya

Seguimi, io non mi fermo ad aspettare. Cercami nelle vibrazioni delle note basse, nelle sere estive, nel vento freddo del nord.

Sussurra il mio vero nome al tramonto e nelle prime luci dell’alba, urlalo ai bordi del deserto, riconoscimi nel silenzio della montagna e portami con te ovunque andrai. Perché in ogni momento, in ogni vita, io ti porto con me.

Mi troverai nella percezione del momento, nell’alito del maistro, nel veloce passaggio della breva e nella forza della bora.

Son la foglia che fruscia al tuo passaggio e ti accarezza, il raggio che brucia e ti ricorda il dolore, la pioggia che ti scivola lentamente sul volto e disseta la tua pelle.

Se osservi le nebbie del tempo, mi distinguerai, in questo e in molti altri modi.

Sono l’aquila che volava alto, l’anima che piangeva nel lasciarti dietro se, la donna col capo cinto di fiori che danzava, sono il falò e la paura di quella notte, sono altro ancora che neppure io so.

Sono. Siamo. Questo e molto altro.

La mia vita passa anche attraverso qua, ma non è qua.

IMPERFEZIONI


Ho sempre vissuto negli estremi, o il bianco o il nero.
Pur sapendo che tra i due intercorre un’infinita varietà di grigi, io non li vedo. Ho imparato che ci sono, ma come una cieca, nell’individuarli vado a tentoni, con tutto quello che ne consegue.
La vita per me non può essere grigia. Il grigio è il preludio alla “morte”.
Photo by Renata Ramsini

Credo che da questo sia dipeso e dipenda tutta la mia vita.
Ti amo o non ti amo.
Fai parte di me o non lo fai.
Ti do o non ti do.

Che tu sia un amore, un’amicizia, un’anima antica che torna o nuova che incrocio, se ti vivo, ti vivo così. Se lo faccio in maniera diversa, se con te parlo il linguaggio del grigio (che ho appreso come s’impara una lingua straniera) e perché di te non mi interessa nulla. Che tu ci sia nella mia vita o non ci sia non fa la differenza, anzi spesso proprio non ti vedo, perché nel grigio io non vedo.

Se tu pretendi di viver grigio accanto a me mentre io vivo colorato (a prescindere dal colore che vivo in  quel momento) io smetterò di vederti.
Se credi che questo mio viver intenso si confonda con il possesso, cambia strada perché alla libertà do lo stesso valore della verità, irrinunciabili nella mia vita.
Se presumi che leggerezza e colori non siano sinonimo di serietà, scansati, mi ostruisci la strada.

Non sono una persona semplice a volte, capita che oscilli tra il caldo rosso e il freddo blu. Incapace di chiedere, ma pretendo quello che mi spetta. So perdonare, ma con difficoltà, del resto a me stessa non perdono quasi mai. Però lascio andare e non porto rancore.

No, non sono una persona semplice, anche se io penso di me “di una semplicità assoluta, tanto da apparire complicata ai molti”.
Proprio per questo se faccio parte della tua vita, e tu della mia, vuol dire che tanto a posto non sei neppure tu, ma questo credimi è la bellezza della nostra imperfezione.

OPINIONI, GIUDIZI, PREGIUDIZI E SEGHE MENTALI


Voi sapete la differenza esatta tra opinione e giudizio?

Per quanto mi riguarda, nella vita pratica, io li suddivido così:
L’opinione è un mio pensiero personale su qualcosa o qualcuno, che posso sempre cambiare se mi si dimostra che sbaglio o che non considero in maniera corretta degli aspetti.
Il giudizio è un’opinione cronicizzata, verificata e straverificata, restia a cambiare, non richiede risposte, è assunta come dato certo e non ammette discussioni di sorta.

Esempi pratici che posso farvi su me stessa?
Opinione:
I politici hanno perso contatto con la gente comune.
Giudizio:
I pedofili sono dei pezzi di merda.

So perfettamente, quale essere umano, di dar anche giudizi, tipo quello citato sopra, che non son opinabili. Comunque cerco di tener aperta la mente avendo opinioni e non giudizi, anche se penso che la cosa più importante sia non avere pregiudizi.

Ora tutto questo parlare solo perché mi sto domandando, se alcuni pensieri riguardanti “dinamiche-persone” siano una mia opinione o un mio giudizio.

Son criptica? Forse, ma non sto celando. Tentenno su quella lama “mia opinione o mio giudizio?”. Un tentennare dato dalla certezza che qualsiasi cosa sia, dopo sarà comunque diverso, si aprirà un’altra epoca, perché a prescindere da opinione o giudizio, i fatti esistono.

Quando siamo costretti a farci una diversa opinione su qualcuno, gli facciamo pagare a caro prezzo il disagio che così ci arreca. F. Nietzsche

Quando siamo costretti a farci una diversa opinione su qualcuno, gli facciamo pagare a caro prezzo il disagio che così ci arreca.
F. Nietzsche

‘NCULO


Questo è un post breve, anzi brevissimo, che il lunedì mattina devo concentrarmi anche per ricordarmi come mi chiamo.

Questo però è un post vissuto, sentito e palpitante.

Questo è un post che non avrei potuto tenere dentro, perchè avrebbe fatto come gli ultimi due giorni, mi avrebbe rotto i coglioni sussurandomi all’orecchio: “Quando mi fai uscire, dai quando mi fai uscire, dai, dai, daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”

Questo è un post che si riassume in una foto

Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma soltanto i veri amici lasceranno impronte nel tuo cuore. (Eleanor Roosevelt)
Molte persone entreranno e usciranno dalla tua vita, ma soltanto i veri amici lasceranno impronte nel tuo cuore.
(Eleanor Roosevelt)

Questo è un post che si conclude con un “‘nculo” intenso pieno e avvolgente, mi avete fatto ricredere in un valore che credevo incrinato per sempre.

Questo post, se non lo avete capito, questo è proprio dedicato a voi due cazzoni amorevoli miei!

RICHIAMI


Parole altrui che scivolano nell’anima come una lama incandescente in un panetto di burro. Parole crude, ma io leggo solo amore, non ho mai letto tanto amore come in quella lama incandescente.

Parole mie che sgorgano dal quarto chakra, giunte al quinto si bloccano a causa di quel nodo che a volte il cuore stesso crea, il sesto lo salto, non ho bisogno di vedere già so, e arrivano al settimo perchè da li comunico davvero.

Ci sono anime antiche, ci sono vite che apprendono in questa, chi ha ferito ieri medica oggi, chi ha curato ieri può permettersi di apprendere oggi. Siamo volpe, siamo rosa, siamo l’aviatore. Siamo foglie dello stesso ramo, si vibra alla stessa intensità seppur in maniera diversa. Quando il “vento” passa ci muoviamo tutte pur non capendo perché. Ci si richiama in ogni vita.

Non ho altre parole se non quelle di una fiaba per bambini.
“Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.”

PERCORSI


Ci arrivo, quasi per caso, youtube mi suggerisce quel video. Rimango lì ad osservare. E li vedo. Lì in mezzo a quei sorrisi, ci sono i miei amici. Alcuni suonano altri ballano. Vi guardo. Mi si apre il cuore e le labbra si stendono leggere. Mi mancate spesso, più di quello che vorrei.

Mi mancano. Mi manca danzare con loro, mi manca attraversare la notte e arrivare al sorgere del sole mentre danzo, mi manca la condivisione di una visione del mondo, mi manca la parola amore che abbraccia non solo le relazioni, mi manca osservare il mondo con attrazione, mi manca vederlo a 360 gradi attraverso i miei e i vostri occhi.

Mi manca tutto ciò, con la consapevolezza che è una parte di me, lo è e lo sarà sempre, ma che il mio cammino ha dovuto intraprendere un nuovo sentiero.

Dicono che la strada la scegliamo “prima” di tornare. Di molti sentieri intrapresi o lasciati alle spalle, io mi chiedo quali scelte ho fatto “prima” e dove mi voglio condurre. Me lo domando anche oggi, guardandovi, chissà cosa ho scelto per non percorrere tutta la strada con voi.

SENTIERI E AMICI


Lo sai da tanto, eppure ogni tanto te ne scordi. Tu e il tuo sentiero vi siete già scelti. Quando te ne dimentichi, ti ritrovi lì, nel mezzo confusa. Volgi lo sguardo e cerchi il da farsi, cosa scegliere, dove andare, come muoversi. Tutto sembra complicato e difficile.

Poi un colore, una foglia, un refolo di vento, una risata lontana e intuisci la direzione. Probabilmente non è definitiva, più avanti troverai un’altra diramazione, un’altra decisione, ma non temi più le scelte. Ora sai che quando sbaglierai, ci sarà modo di tornare, il cammino si farà riconoscere e ti chiamerà a se.

Sospiri di sollievo, non sai ancora dove andare di preciso, né cosa ti riserva il sentiero più avanti, ma non importa la strada ora non è più nemica.

Il freddo è alle spalle, il calore ti aspetta avanti, e come sempre ha la forma degli amici che ti accompagnano nei millenni.