LINGUAGGI


Espansione
Contrazione
Equilibrio.

Son in fase espansiva del corpo e questo vuol dire che son in una fase di contrazione del cuore.

Perché in qualche modo vivo un momento che non vorrei, dove il tempo non è mio, e invece il mio tempo mi reclama, mi strattona a se.

Mi muovo nel cercare il cambiamento, ma rimango ancorata a paure che ho sempre avuto, bisogni che mi hanno sempre incatenata.
Catene, emotive e non, che mi son sempre cercata.

Una gioventù bruciata, la mia, in cui la scelta è stata sempre il certo a sfavore dell’incerto, la sicurezza al posto del rischio, la difficoltà di scelta come leitmotiv di fronte alle biforcazioni, un lavoro che mi dava certezze economiche e non un lavoro che mi suggeriva il cuore. Sono cose che paghi dopo.

Piano piano, nel tempo, ho cercato di aprire queste catene (di cui non imputo la colpa a nessuno, solo a me stessa). Mattone dopo mattone, ho cercato di smaltellare la prigione che mi ero creata. Eppure.

Eppure esistono dei mattoni invisibili che mi tengono chiusa da qualche parte.
Ho molteplici me, separate da questo muro invisibile che anelano a ricongiungersi. Fintanto che non accadrà, io mi espanderò e contrarrò alla ricerca di dove.
Painting by gtako

Il mio essere due e anelare a uno, sempre.
Il segno zodiacale, le polarità del mio interno, il bianco il nero, mi ricordano che sono separata. Ma ho il sapore dell’indiviso ancora in bocca, il colore dell’inscindibile mi colora gli occhi, la percezione della totalità adagiata sulla pelle.

Devo nutrire la mia mente quanto il mio cuore.
Le parole, queste parole, mi servono per la mente, il cuore, l’anima sta cercando il suo linguaggio per liberarsi.

COSE CHE FACCIO


Cose che faccio:

avere nell’iphone le previsioni della mia città e di Berlino, per sentirmi un po’ più vicina a Progenie

fermare l’auto bordo strada per scrivere il pensiero improvviso che mi è venuto

permettere alla musica di portarmi, in un attimo, dentro un’emozione antica

aver voglia di urlare la rabbia e rimanere silente

ballare da sola, in casa, sulle note di “Sofia” di Alvaro Soler, mentre tutti i miei gatti arrivano a veder che faccio, e rider con loro

comprare libri e non trovare tempo per leggerli

sapere che far una cosa è uno sbaglio e farla lo stesso

scrivere, perché per me è come respirare, quando la vita l’aria un po’ me la toglie

vivere, o almeno provarci, al meglio questa vita
Photo by Alicia Savage

KOKONO


E quel nodo in gola racchiude.
Ciò che poteva e non è stato.
Serri le labbra a contenere un dolore.

La malinconia è un bozzolo di seta, nascono parole come farfalle, alla schiusa prendono il volo. L’apertura delle labbra da loro libertà, si espandono nel mondo. Le dita le appoggiano sulla tastiera, le vedi librarsi, andarsene e avere vita propria.

A te rimane quel buco, quel vuoto, che richiama a se prepotente amore.
Spirit Butterfly by Athena Erocith

DUBBIO


Sono afflitto da dubbi.
E se tutto fosse un’illusione, se nulla esistesse?
Ma allora avrei pagato uno sproposito per quel tappeto!
(Woody Allen)

Dubbi. Spesso. Più credo in una cosa più le domande che me la fanno mettere in discussione sono presenti e pressanti. Accade per le cose che studio, per l’amore, per la vita che ho scelto, per le scelte che ho fatto e per le cose in cui credo.

Non sto dicendo che vivo nel dubbio costante, ma che questo vive simbionte con me, latita per un pò e quando meno me lo aspetto, salta fuori e mette in discussione le mie certezze.

E in questi giorni ho questo dubbio sull’amore.
Io che la parola “amo” me la son fatta tatuare sulla pelle. Io che da quando ho memoria credo che l’algoritmo della vita sia basato sull’amore e dalle sue mutevoli forme. Io che nell’odio vedo solo amore rabbioso, ecco io in questi giorni faccio la ronda in tondo a questa parola. Cerco di scoprire, di vedere, d’intuire. E’ mera illusione? E’ un barbatrucco? Oppure esiste ma in questo mondo sopravvive a fatica?
Cheshire
« Non credere di essere altro che ciò che potrebbe sembrare ad altri che ciò che eri o avresti potuto essere non fosse altro che ciò che sei stata che sarebbe sembrato loro essere altro »

Ah mia amata mente, come ti diverti a mettermi sempre alla prova, a verificare se camminando in bilico tra cuore e te, rimango ritta in equilibrio o cado da una parte. Amo di te le parole che usi per confondermi perché, in fondo, sarà in quel tumulto che troverò, ormai perso, quello che cercavo.

INTENSO, PIACEVOLE E IMPEGNATIVO


Intenso
Piacevole
Impegnativo

Tre aggettivi per riassumere il mio fine settimana.
Ho ancora difficoltà per il recupero delle mie capacità fisiche e intellettive, per questo scrivo in modalità “Sindrone Twitter” la quale prevede la “circoncisione” della lunghezza dei discorsi.

Intenso ha i nomi Sister, Ciccio, Baldo, Elo e le parole chiave pmpn e ttt.

Piacevole ai nomi che ho appena detto, devo aggiungere Miss Mag, l’architetto, D.E. e la new entry “la donna dalle gambe lunghe” che è diventata la terza Sister.

Impegnativo ha un sole nome, Morgana.
Quattro etti di pelo e baffi che è rimasta imprigionata 12 ore in un motore, miagolando e cercando aiuto.
Impegnativo è stato il recupero.
Impegnativa la gestione delle prime ore e la decisione di tenerla.
Impegnato, anche da lei, ora è il mio cuore.

Morgana

RIDO QUINDI SONO


Mi adagio sulle risate, le mie.
Distesa sul divano.
Ascolto la vita.
Osservo i rumori.
Sorrido di me.

E’ stata la giornata della risata, quelle fatte da sola a casa poi, son le più vere.
Propagano benessere come cerchi concentrici nell’acqua.

Parlo con i gatti, che son la mia famiglia, e sanno come me, comunicare nel silenzio.
Quel silenzio rotto solo dalle mie risate e dalle loro fusa.

Rido nel ritrovarmi e nel rendermi conto che ho iniziato solo ora a crescere, e nel farlo, crescere diventa essere.
cat

PANE E JEALOUSY


Non sono una persona gelosa, bada bene che non vuol dire che non so cosa sia, ma solo che non ne soffro in maniera patologica.

Non cerco di spiarti il cellulare, se digiti la password del tuo pc davanti a me, volgo lo sguardo altrove. Se mi dici che esci con i tuoi amici dico va bene, non ti seguo di nascosto. Del resto se ti ho scelto come persona che senso ha non fidarsi? Per me sarebbe impossibile stare insieme con qualcuno di cui non ho fiducia. E’ la base di ogni rapporto.

Certo se ti scopro che limoni duro con un’altra, o se i miei due angeli custodi mi sbattono sotto il naso la verità, ebbè lì il discorso è diverso.  In quel caso, lì la gelosia si trasforma in dolore, alla stessa velocità in cui il lampo segue il suono di un tuono. Quindi, no, non soffro di gelosia, soffro di delusione.

Eppure c’è stato un tempo che lo sono stata con una persona.

Ci son uomini(*) che ti fanno sentire così tanto una merda, insignificante, stupida, brutta, che qualsiasi cosa abbia sembianze umane femminili, fosse pure una statua di paglia, ti sembra migliore di te. Se lui ti fa sentire così, tu che lo ami così tanto, è perché tu non sei all’altezza.

Da allora ho capito che un uomo così non è l’uomo giusto per te, ma per nessuno, un uomo così si ciba di te.

Perché un uomo che si nutre delle tue insicurezze lo fa solo per nutrire il suo ego.

Photo by Tim Walker

(*) Scrivo uomini solo perché son femmina etero (per il momento), ma al suo posto a vostro piacimento potete inserire quello che più vi aggrada

COME STAI?


Vedi tra amici veri, il come stai non dovrebbe mai esistere, tranne quando sai già che l’altro non sta bene e domandi non per chiedere, ma per affermare “sono qui per te”.

Tu forse non lo hai ancora compreso, ma i tuoi “Come stai?” sono la prova che amici non lo siamo più. Gli amici sanno sempre come stai. Se lo domandi, è perché non sai più nulla di me, a parte le parole che io dico. Quelle che uso per ricoprire le mie nudità davanti al mondo.

Spesso rimaniamo legati a un’idea, un’immagine, un’emozione, una persona che ha radici nel passato che ora non c’è più. La vedi la catena? Ed io odio le catene.

Sento l’impulso ad andarmene, a chiudere dietro di me la porta, perché almeno dietro quell’uscio ci sarà il ricordo di qualcosa che è stato speciale, mentre ora lo vedo ricoprirsi di muffa e decomporsi lentamente nel vuoto.

Mi freme il cuore nel vederlo agonizzare, preferisco l’illusione che lo spazio e il tempo si sposteranno in mondi paralleli, in questo non c’è più ossigeno.

In questo ti lascio libero dalla tua promessa.

Photo by Anuchit Sundarakit

SCATTI


Non sono una fotografa. Non ho macchine sofisticate, se mi parli tecnico, ti guardo come se l’aramaico fosse la tua lingua. Uso un cellulare, non so photoshoppare, non so alterare, insomma non so, o meglio so di non sapere.

Fotografo prima con la mente, poi con gli occhi, poi ascolto l’immagine con il cuore e infine scatto.

A volte quello che esce non è quello che ho visto, rimango delusa dal non riuscire a portare nei pixel quello che ho visto. Altre invece, rimango stupita, nell’essere riuscita a tirare fuori più di quello che avevo visto. Rimango lì a osservare quello che prima non avevo scorto.

Tutto questo dire di foto, non è per disquisire di foto, ma per parlare di una foto che ho scattato ieri sera e stamattina mi son riguardata. Nulla di che. Tuttavia.
Red Wine ©Diamanta
Tuttavia io guardo e vedo in ogni sfumatura di rosso, in quel punto di luce, in quei giri concentrici, in quelle impronte è racchiusa una vita, la mia, ma non solo. In quei pixel ho fissato una sera, le risate, un affetto di sedici anni e uno che l’anno non lo ha ancora compiuto. Il sapore tannico, vellutato, armonico dei miei anni. Una progenie lontana, felice dové, ma che il quarto insieme l’avrebbe fatto. In quel rosso c’è il mio cuore che si apre alla vita insieme a cuori acciaccati come il mio, ma che di necessità virtù, brindiamo e ridiamo insieme.

La foto no, non è perfetta. Non è patinata, sofisticata, manca tecnica, manca perfezione. Però è viva. Io sono viva e ci son attimi di vita in cui la perfezione la rasento.

FARE II – ANDREA CISTERNINO


Ogni promessa e debito. Almeno a casa mia.
Quindi proseguo con il mio fare come già detto in altro post.

Questo mese il mio cuore ha scelto Andrea Cisterino e la sua associazione. Ho conosciuto Andrea Cisterino per caso, trovando un suo post. Parlava della strage di cani in Ucraina in concomitanza con gli Europei di calcio, anzi la strage era per “pulire” le strade e renderle “belle” proprio per gli Europei. Quando parlo di stragi, sappiate che parlo di stragi con tutto il loro orrore, dolore e sangue, poco importa la specie.

Da allora lo seguo. Mette tale passione, tale dedizione, tale amore in quello che fa, che il minimo che posso fare è dar voce alla sua voce. Oggi con questo post oltre alla voce, do atto di aver contribuito (seppur poco) materialmente.

Se volete far un giro, sapere che fa, come e con chi, oltre a cliccare sul logo qua sotto, potete andare sulle sue pagine di facebook che metto in calce.

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Io non posso parlare … sei tu la mia voce ( in favore degli animali )

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