La vita chiacchiera con noi umani attraverso molte cose, tra cui le parole, i suoni, le immagini.
Ognuno di noi ha uno o più canali preferenziali. Io ne ho due: parole e immagini.
Posso assicuravi che la vita ha chiacchierato spesso con me e mi ha dato degli input, consigli e spunti di riflessione che si sono ripercossi con un cambiamento in meglio della mia vita, attraverso questi “canali” inusuali.
Perché ne parlo? Perché qualche giorno fa scorrendo tra i pochi blog superstiti all’era dei social, ne ho trovata una che mi ha colpito particolarmente.
Postata da Maurizio “Mag” Vagnozzi (di cui lui è l’autore) sul suo blog:
Un blog in cui racconta attraverso parole, ma sopratutto le sue immagini quello che vede camminando e chiacchierando con il mondo
Una di quelle foto su cui mi verrebbe voglia di inventare almeno un paio di storie, per quanto la mia immaginazione sia volata, una di quelle foto che riescono a smuovere qualcosa dentro, tanto che dopo millantanni scrivo qui di me e non scrivo di storie altrui (le recensioni dei drama).
Basta altro da dire non ho, metto solo la foto. Grazie a “Mau” che mi ha mandato la foto e mi ha concesso il permesso di usarla.
BE MY FAVORITE Romantico, Life, Soprannaturale Anno 2023 12 episodi da 55 minuti Su: Akc & Bl Asia e My Bl Love
TRAMA
Botkawi (Krist Perawat Sangpotirat) è innamorato di una ragazza, Pearmai (Aye Sarunchana Apisamaimongkol) fin dal suo primo giorno di università. Il suo carattere e il suo modo di fare chiuso e introverso, l’hanno però portato lontano da lei, e dalla vita che avrebbe voluto condurre. Si ritrova ormai uomo adulto con una vita insoddisfacente.
Un giorno, la sua vita cambia, quando ritrova una sfera di cristallo, sfera che aveva comprato ai tempi da regalare a Pearmai, ma che non consegnò mai alla ragazza. Questa sfera per una serie di circostanze diventa magica e può trasportarlo indietro nel tempo fino all’età dei suoi 18 anni. Questo rappresenta la possibilità di cambiare il suo futuro, ritorna così nel passato, ma invece di riuscire a realizzare le sue speranze e sistemare le cose con Pearmai, Botkawi finisce in qualche modo tra le braccia, senza volerlo, di Pisaeng (Fluke Gawin Caskey).
Iniziano così dei viaggi avanti e indietro nel tempo, in cui Pisaeng insegue Botkawi, e quest’ultimo cerca di sistemare le “variazioni” di storia non volute, creandone sempre altre di nuove.
Riuscirà Botkawi a far innamorare di sé la ragazza che ama? E nel farlo riuscirà a sistemare il “casino” che ha creato con Pisaeng?
OPINIONE PERSONALE
Molto carino, belle le luci, bella la fotografia, la regia, bravi gli attori, la sceneggiatura diversa dal solito, ne fanno un bl da vedere. Durante le puntate poi sviluppano bene le difficoltà di genere, e la voglia che (anche) in Thailandia scompaiano queste diversità.
Il regista e lo sceneggiatore, hanno saputo sviluppare davvero bene le paure (nei limiti di un bl) di essere “diverso”, del rimanere ancorati alla propria “etericità” anche quando non ci appartiene. In questo bl i ruoli femminili, sono positivi e amici, e meno male penso io, perché di bl dove le donne sono o brutte o stronze, non se ne può più.
CURIOSITA’
Questo bl è un adattamento del romanzo “Sei il mio preferito” di Jitti Rain.
INTERPRETI
Le recensioni le trovi anche su facebook. Clicca sulle immagini a fianco e arriverai alle pagine di Diversamente Intelligente e di Drama Universe.
Only Just Married (Konin Todoke Ni Han Wo Oshita Dake Desu Ga) Anno 2021 Commedia, Romantico, Vita 10 episodi da circa 1 ora Su: Viki Rakuten
TRAMA
Okado Akiha (Seino Nana) è una ragazza decisa a non sposarsi mai. Un giorno Shu Momose (Sakaguchi Kentaro), un giovane pubblicitario, le fa una strana proposta di matrimonio.
Vuole sposarla non per amore, ma perché ha bisogno del titolo di “sposo” per qualche motivo che non specifica. Akiha rifiuta la proposta, ma in seguito per una sua personale questione finisce per accettarla. Inizia così il loro matrimonio per finta.
La convivenza porterà a una relazione romantica, o il motivo per cui Momose vuole sposarsi sarà un ostacolo a loro due?
OPINIONE PERSONALE
Una commedia gradevole, piacevole, che fa sorridere. Certo un po’ irreale per i comportamenti di Momose a volte, ma glielo si perdona, perché il suo ruolo 1% tsundere e 99% tontolone lo si ama. Come si amano i timori e i tentennamenti di Akiha nel capire prima i suoi sentimenti e poi quelli di Momose.
Da vedere quando si ha voglia di qualcosa di leggero.
CURIOSITA’
La sceneggiatura è tratta dal manga che porta lo stesso nome del dorama.
INTERPRETI
Le recensioni le trovi anche su facebook. Clicca sulle immagini a fianco e arriverai alle pagine di Diversamente Intelligente e di Drama Universe.
Ci sono quelle fasi di vita in cui non sei né carne né pesce, ecco io sono in quel frammento di vita in questo momento.
Non sono più quella che ero non sono quella che potrò essere. Non sono più la stessa rimanendo la stessa. Sono la stessa ma non lo sono più. Cambiano gli interessi, alcuni rimangono, altri se ne vanno. Tutto mi attira, niente mi entusiasma.
Sono in una fase di cambiamento che assomiglia al ricambio cellulare del nostro corpo. Il nostro corpo ogni sette anni ha un ricambio cellulare completo, esternamente sei la stessa, dentro sei diversa.
Con un piede nello ieri e uno nel domani, non so decidermi quale piede staccare da terra e prendere una direzione. Da una parte la versione migliore di me (nello ieri) e da una parte le infinite possibilità di me (nel domani), ma la percentuale nelle infinite possibilità di versioni peggiorative è alta.
Eh niente, su questo son sempre la stessa da sempre, come direbbe Willy. “Sei una segaiola mentale”, e devo ammettere che ha ragione, ma del resto i difetti mi amano e mi seguono nel tempo, mentre i pregi tendono ad abbandonarmi.
Non ci ho dormito stanotte, mi sono svegliata ogni millanta minuti, sempre quella percezione nel cuore. Nel dormiveglia cercare di capire perché rivedevo immagini senza immagini della serie vista ieri, una serie che mi ha “rubato” (apparentemente) solo sorrisi e risate, e sì, ammetto anche qualche emozione visto che parla di “emozioni”. Cosa mi svegliava e rendeva il mio sonno così tormentato? Perché quel titolo era la prima cosa che pensavo in quei risvegli cadenzati?
Intuirlo stamattina quando il conscio ha occupato il posto dell’inconscio, ma trovare un suggerimento, un promemoria, da lui lasciato.
Le lacrime della protagonista tenute dentro per mesi che si sciolgono in quella stretta, quel lasciarsi andare, quel ricominciare, sapendo nel suo inconscio che è solo un preludio ad un nuovo addio.
Avete mai lasciato qualcuno da innamorati persi di quel qualcuno?
Io l’ho fatto, è una cosa che lascia il segno, talmente tanto e in profondità, che, a quanto pare, bastano pochi fotogrammi per portare in superficie tutto quel dolore, e non basta dirsi che è la stata la scelta migliore, che non avevi alternativa, che era una questione di sopravvivenza emotiva, che sei quella che sei anche grazie a quello, non basta…
La storia è alle spalle, quell’amore è alle spalle, ma quel segno è ancora lì è ha tracciato il solco del mio vivere da quasi vent’anni.
Scelgo la musica da mettere nel breve tragitto casa lavoro, leggo Key, clicco, parte Hate That.
I primi sei secondi sono destinati a pensare “Oggi la posto, bellissima, e poi chi non ha avuto un amore che ha “odiato”?“. Il resto del tempo è stato riempito da quel nodo in gola e da un’anomala leggera idratazione agli occhi.
Io l’ho avuto un amore che si “odia”, consapevole che l’odio è solo la parte ombra dell’amore. Io l’ho avuto un amore che si “odia” e ne sono sopravvissuta. Ne scrivo periodicamente quando sono distratta o quando vivo nel mondo di Morfeo, “qualcosa” subdolamente risale e mi stende.
Sopravvivi a un amore che si “odia”, e smetti di parlarne anche alle persone più care dopo un po’, perché lo senti il loro pensiero di sottofondo: “Hai scelto tu di andartene, perché ci pensi? Ancora a parlarne. Vai oltre.”, e hanno ragione.
Come fai a giustificare che hai lasciato ma eri ancora innamorata persa? Come fai a far comprendere che è stato solo l’istinto di sopravvivenza? Per un attimo è riuscito a prendere il sopravvento, ti ha fatto scappare via, ma una parte di te è rimasta sempre là. Come fai a spiegare che quell’amore ti ha reso quella che sei oggi, nel bene certo, ma anche nel male, e il male è questa torre di vetro dove vivi da sola, e a nulla solo valsi i tuoi tentativi di fuga da essa.
Questo aspetto di te, questo tua capacità di vedere i potenziali degli uomini, ma non riuscire a scindere tra potenziale e realtà, (perché un potenziale non indica la piena e completa realizzazione, ma solo la possibilità che accada) è stata una rovina.
Posterai la canzone, guarderai cose allegre, farai la buffona e dirai cose stupide, e quel “qualcosa” tornerà in profondità. Nel frattempo tu continuerai a cercare di evadere da quella torre di vetro.
Leggo e scorro le pagine, penso infastidita della protagonista “Non si può essere così ingenua, sacrificare se stessa per lui”. Poi, un pensiero veloce, mi blocca. Ho appreso che quando una cosa ti crea un forte disagio o un’antipatia, semplicemente stai vedendo una parte di te che non accetti, riflessa, nell’altro. Noi vediamo solo ciò che conosciamo e conosciamo solo quello che, in qualche modo, fa parte di noi.
Perché in fondo io lo so, ho nascosto di me, nel posto più profondo e oscuro quella me sognante e disposta a tutto per amore. Quella parte è una delle mille me.
Dovremmo far tesoro quando scopriamo una persona, un atteggiamento o, come in questo caso, o un personaggio che ci infastidisce. Ringraziarlo per avere portato alla luce una parte di noi che rifiutiamo o non accettiamo. Quindi io devo ringraziare questo romanzo, e nel farlo, dopo, ho amato e compreso Bee.
Bee mi ha rammentato quanto io sia stata capace di rinunciare a me stessa, e per questo esser quasi “evaporata”, era quello che mi dava fastidio di lei, portava in superficie quella me che ho relegato nel posto più profondo e oscuro. Bee mi ha fatto capire che vive ancora e potrebbe farlo nuovamente, se lasciata libera. E questo, contemporaneamente, mi rallegra e mi spaventa.
Bee mi ha ricordato che ho amato così in questa vita, come lei ha ama Lee Hyun-min. Ho amato un uomo così tanto da sospettare che questo amore venisse da vite precedenti e aver timore che si estenderà in quelle future.
Chi è Bee? E’ la protagonista femminile di un music romance che ho letto, Perhaps Love, in cui entrano in gioco due emisferi, quello occidentale e quello orientale, dove si incontrano l’amore e la passione, sia quella per la musica che quella che avvolge il cuore e i corpi.
drawing by Eli – IG Bathory_85
Perhaps love è il primo libro di BluBird, ed è il primo volume della Sky Serie. E’ un romanzo autoconclusivo, non si rimane in fremente attesa del finale, cosa che io amo, detesto aspettare. Nei successivi quattro volumi si scopriranno man mano gli altri personaggi conosciuti nel primo volume. Io son curiosa, avendo già cominciato ad amarli in questo.
L’ho letto in brevissimo tempo, nonostante in questo periodo non abbia avuto molto spazio per la lettura. Parla della Corea, del dietro le quinte di una kpop, parla di una parte di me, ma credo di molte, che nonostante tutto credono nell’amore.
E’ la storia di due ragazzi, di una notte e di un incontro casuale. Lei inglese, con dna per metà italiano e una vita non proprio semplice che l’ha resa “una tipa tosta”. Lui coreano, idol, membro di una famosa band kpop in trasferta nel Regno Unito, che fugge per qualche ora. Scatta qualcosa, in quella notte, dove si incrociano per un attimo, non sapendo nulla uno dell’altro. Ma il destino non regala loro tempo.
La storia prosegue e si trasferisce in Corea mesi dopo. Qui si intrecciano i destini dei due ragazzi, l’amore e la passione scoppia, ma la possibilità di viverli è costellata da impedimenti esterni che mettono a dura prova. Del resto come scrisse Gibran: “Come covoni di grano vi raccoglie in sé. Vi batte finché non sarete spogli. Vi setaccia per liberarvi dai gusci. Vi macina per farvi neve. Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli. E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio. Tutto questo compie in voi l’amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.”
A chi consiglio questo libro? A chi ama il genere, a chi vuole una lettura che scorra veloce e piacevole, a chi vuole che l’estate sia un pò più calda anche nella lettura, e a chi vuole leggere un libro leggero ma appassionato, a chi vuole farsi trasportare in una favola moderna.
Se poi volete ascoltare la musica di questo music romance, quelle che scorrono in sottofondo alle parole scritte, potete farlo qui, cliccando qua sotto sul nome:
SCHEDA DEL LIBRO Titolo: PERHAPS LOVE Autore: Bluebird Data di pubblicazione: 30 dicembre 2020 Editore: Self publishing Genere: Music romance Perhaps love è un romanzo autoconclusivo ed è il primo volume, di cinque, della Sky Series.
Disponibile su Amazon in versione digitale e cartacea. Digitale: 353 pagine, 1,99 Euro – Link Amazon: https://www.amazon.it/dp/B08RJ37ZX7 Cartaceo Flessibile: 351 pagine, 8,96 Euro Cartaceo Rigido: 375 pagine, 15,60 Euro E’ incluso nell’abbonamento Kindle Unlimited
Casa non è dove sei nato. Casa è dove cessano tutti i tuoi tentativi di fuga. (Nagib Mafhuz)
Questa mattina trovo questa frase e mi colpisce, come uno spintone dato alle spalle all’improvviso, che ti catapulta in avanti. Lo capisco, mi rendo conto che sto cercando di fuggire.
Non ho più casa nonostante abbia una casa, non ho più il senso di appartenenza a nulla (il che forse è un bene, ma forse è anche un male). Mi domando quanto questa pandemia mia abbia cambiato, perché lo ha fatto, me lo sento. Mi chiedo se questi desideri di fuga derivino da questo, o forse no, in fondo ho questa parte di me, che periodicamente tende al cambiamento e quindi al tentativo di fuga di dove sono, e da chi sono.
Rileggo la frase, e li sento tutti dentro di me, quei tentativi di fuga, che non trovano sbocco. Paure, limitazioni, confini mentali, li depistano e gli fanno percorrere complicati labirinti senza uscita.
Rileggo la frase, mi manco. Mi manca la me creativa, mi manca la me percettiva, mi manca la me che ama e che vede la sfumatura impercettibile delle cose. Da qui i miei tentativi di fuga? Mi sto cercando mentre disseco in questo immobilismo? Sento la potenzialità di chi sono e non riesco a portarla in superficie?
Casa, dove è ora casa mia? Cosa è casa mia?
Nella mia lingua, l’italiano, manca quella definizione, così ben chiarita inglese, la differenza tra house e home. Io ora ho una house, ma non ho una home.
Ho pezzetti di home sparsi. Ho un pezzetto di home in Emma, la mia cagnolina. Ho frammenti di home in Loki, Moka, Athena, Smilla, Morgana e Sophie, i miei sei gatti. Ho una particella entangled di home a Berlino, Progenie.
Ho tutto ciò, ma non ho la mia di home. Manca il pezzo importante, il collante. In questo mondo, mi percepisco sempre, in una posizione instabile e incompleta.
Ho una mia house, ma butto lo sguardo sempre altrove, un paese nuovo, una casa nuova, un luogo nuovo. Tentativi, maldestri di fuga, poichè non cesso di cercare la mia “home”.
Quelli che ho conosciuto e che mi hanno fatto conoscere il “buono” che c’era in loro e a quelli che mi hanno inflitto qualcosa di “cattivo”. Mi avete aiutato a crescere e a comprendere quello che non volevo essere.
Quelli che mi hanno amata e che io non ho amato, non come avrebbero voluto loro. Attraverso voi ho acquisito la capacità di accettare il rifiuto.
Quelli che ho amato e che mi hanno forgiato attraverso il dolore, anche grazie a loro, sono la persona che sono oggi.
Quelli che mi hanno compresa nell’anima e fatta sentire, per un attimo, meno sola in questo mondo. Voi avete riempito il mio cielo.
Quelli che mi hanno chiamata puttana, perché nel loro ferirmi mi hanno resa libera dal giudizio altrui.
Quelli che mi sono amici, quelli veri, che mi hanno fatto conoscere la bellezza, la profondità e la delicatezza del lato maschile.
Quelli che mi hanno resa così insicura, da determinarmi a trovarmi e con me, la mia sicurezza.
Quelli che non sanno neppure loro che vogliono da me, e spesso dalla vita, perché mi hanno dato la capacità di decisione.
Quelli che ho ferito, a volte per codardia a volte senza rendermene conto, perché mi hanno insegnato che a volte che è un attimo passare da vittima a carnefice.
Quelli che “Ci sono per te” e poi non ci sono mai. Mi hanno insegnato il valore di chi invece c’è.
A Voi regalo le parole di questa canzone che amo. Stamattina passava per radio e mi ha fatto venire in mente tutti voi.
Grazie. Sia che siate stati carezze o siate stati lame nella mia vita, mi avete dato il massimo di cui eravate capaci in quel momento.
La dedico anche a me, alla mia parte maschile. Oggi, scrivendo queste poche righe insieme alla mia parte femminile, mi ha fatto amare tutti voi, e così facendo, mi ha liberato.