UN SILENZIO ASSORDANTE


Scrivo poco nel blog perché ho tanto da dire. Ossimoro veritiero.

Parole che sfrecciano nella mente ed emozioni che navigano placidamente.
Pensieri che in fila si accalcano per uscire dalle dita e facendolo ingolfano l’uscita.
Il cuore trabocca, tento inutilmente di sorvegliarlo, mentre cerco un contenitore in cui versare.
Silenzi rumorosi mi assordano l’anima.

Mi manca il tempo manca per scrivere delle mie parole, delle emozioni, dei pensieri e di questo cuore che ogni volta pensa di non farcela più e ogni volta risorge.

PIOGGIA


Certo aver un continuo mal di testa al lato sinistro da due giorni, notte compresa non aiuta. E non aiuta neppure sentire la carne delle gambe e delle braccia dolente. Sentire i lombari pesanti e sofferenti men che meno.
Lo so che come stai dentro stai fuori. Solo che non riesco più a capire se è il mio corpo che influenza il mio “dentro” o è il mio dentro che influenza il mio corpo.

Poi ci son giornate come questa. Sento solo la testa che batte, il cuoio capelluto ipersensibile, le gambe stanche e sospiro. Mi domandando se i giorni di pioggia cesseranno mai.

E’ una domanda retorica, non la faccio a voi, la faccio a me, sapendo che mi risponderò “Non può piovere per sempre“. Peccato che in giornate come questa, sinuoso parte il dubbio “E se vivo in un posto dove piove 350 giorni all’anno?

Shhhhhhh zitte tutte (sto parlando alle mie personalità), silenzio! Decido io per tutte! Proseguiamo il cammino, vediamo che accade quando passa il mal di testa, su su tiremm innanz.

NUVOLE CONTRAFFATTE


Osservo le verità modificarsi, intrecciarsi e confondersi tra omissioni e bugie. Mi domando chissà quante volte pensavo fosse vero e non lo era, chissà quante volte quello che ho tra le mani è la verità o solo un pezzo di nuvola contraffatta.

Non che abbia importanza a questo punto della vita, ormai bado al sodo, sono qui, sono viva, sono tra i sopravvissuti il resto è aleatorio.

E come quando stai male, ma veramente male con il corpo, ti rendi conto che tutti i discorsi filosofici e le seghe mentali del mondo non servono a niente, eppure non son stata e non sono materiale, ma ho compreso l’importanza della carne legata allo spirito.

E nulla… solo questo, un pensiero fissato con un sorriso e un sospiro in questo mondo, la rete, fatto di niente e allo stesso tempo fatto di materia.

TRENI


Ci son treni che abbiamo perso e non torneranno più e quelli che son passati e non abbiamo voluto prendere.
Ci son treni di cui ci hanno parlato e che avremmo voluto prendere, ma non avevamo il biglietto.
Ci son treni che son passati in anticipo e quelli che son passati in ritardo.
Ci son treni che avevamo preso, ma dai quali siamo scesi.
Ci son treni che ripassano, ma noi continuiamo a non prendere, e quelli che guardiamo pensando che prima o poi quel treno lo prenderemo.

I treni passano, sfilano e toccano la nostra vita in ogni momento.

L’incognita è quando aspetti a un binario morto. Anzi quando TI aspetti a un binario morto, perché tanta voglia di viaggiare non l’hai più.

SENZA PELLE


Sentire il mondo senza pelle. Poi metti la corazza. E' sopravvivenza. Ma a volte la corazza diventa prigione.
Sentire il mondo senza pelle.
Poi metti la corazza. E’ sopravvivenza.
Ma a volte la corazza diventa prigione.

PUNTO DI NON RITORNO


E’ una di quelle giornate in cui non riesci a capire se l’aria ti opprime come un’incudine sopra i polmoni o se cerca una via d’uscita dagli stessi e nel farlo ti squarcia il petto in due.
Pensieri si attorcigliano tra di loro rimanendo distinti. Groviglio lineare di cui non trovi il capo per scioglierlo.

Vorrei tanto avere ancora quella fiducia. Quando pensavi a me, pensavi anche a quel lato sorridente. E invece no, invece basta.
Cé un punto di non ritorno anche da noi stessi.

Rientro nel mio pianeta, in cui ascolto e sto in disparte.
Al mondo non parlo più, ma ringhio soltanto.

La follia diviene culla in cui adagiarsi e farsi dondolare in un abbraccio consolatorio nell’attesa del nulla.

ABITUDINI


E che mi son disabituata ad essere felice

Minchia che fatica la vita a volte. Tipo oggi un mal di testa che non lascia tregua, le spalle contratte, la pioggia continua, il distrarsi continuamente alla finestra, il mettere a posto pensieri disordinati e disubbidienti, la stanchezza, il mio oroscopo è confuso, non sa, non capisce se sarà un anno di guano o di spine, almeno fino a luglio. Poi probabilmente pure, ma non si sa.

Serve la bacchetta magica, però non ricordo dove lo messa dall’ultimo trasloco, probabilmente sarà in solaio come tutte le cose che non trovo negli ultimi due anni.

Sbuffo, si lo so devo esser propositiva, positiva, ridente, propedeutica allo smile e il mondo mi sorriderà.  Però… fateci caso quando sorridiamo, mostriamo i denti, se fossimo del tutto bestie (e in parte lo siamo) sarebbe un segnale di pericolo. Mostrare i denti è l’avviso di un prossimo attacco.  Vuoi vedere che il problema è questo, io pensavo che la vita mi sorridesse e invece si preparava a sbranarmi.
Non pensiate che sia triste o depressa, anzi in questo momento ho un ghigno sorriso sul viso, semplicemente credo di essermi disabituata ad esser felice.

Se vi domandate della foto, non so, così, mi piaceva, tutto quel nero spezzato dal rosso, gli occhi che osservano dalla maschera. Mi ha ricordato la prima poesia che ho scritto, era il 2004 i colori erano quelli e credevo ancora.

LA TELA DELLE ANIME


Come gocce di rugiada, siamo anime posate sulla ragnatela della vita, quando un’anima freme, quelle intorno a lei vibrano insieme.

Ieri scorrazzando per un attimo sulla pagina di un noto social, mi soffermo su uno stato postato dalla mia amica Laura.
Leggo, rileggo, leggo ancora e cerco il nome dell’autore di quelle parole. Lo trovo, anzi la trovo e così mi ritrovo a cercare e leggere i pensieri sparsi di Susanna Casciani.

Ho trovato parole mie che non sono mie, eppure mi appartengono come la mia pelle e fanno parte di me come il respiro che mi sostiene per vivere. Scopro che una parte di me vive in un altro viso, in un altro corpo, con un altro nome Susanna.

Leggo quello che ha scritto, che scrive, quello che dice di se. Ne ho la sicurezza, non so quando e come, ma mi è entrata “dentro”. Nella notte ha rovistato nel mio cuore, aperto la mente e copiato quello che avevo celato. Sì, ha fatto un copia e incolla di una parte della mia anima.
Mi sento come denudata, qualcuno vede queste parti di me e le descrive. La sensazione è la stessa del sognarsi nudi in mezzo alla folla.

Ho letto molte parole di Susanna, ma queste sono quelle che ho letto da Laura:

Non ci credere a quelli che ti dicono che un giorno ti alzi e non ci pensi più.
Non è vero, ti stanno prendendo in giro, ti stanno tenendo nascosto che è faticoso uscirne e iniziare a stare meglio.
Ti stanno tenendo nascosto che c’è da perdere ogni energia, da sforzarsi di fare cose che si odiano, da cercare di piangere quando non ci riesce farlo e da cercare di smettere di piangere quando non ci riesce farlo.
C’è da ingrassare e da dimagrire e da rovinarsi un po’, e da distruggersi e da ricostruirsi e si suda, e si va a letto stremati, e ci si trasforma e si diventa freddi e poi ci si inizia a mancare e allora ci si rincorre e si ricomincia a fare quello che si è sempre fatto per non perderci del tutto, anche se continua a fare male.
Non ci credere a quelli che ti dicono che è una cosa automatica, che passa da sé, che l’amore è così.
No.
Sei tu, ti vedi?
Tu devi darti da fare, devi impegnarti, perché rimanere soli non è un gioco da ragazzi, non è una di quelle cose che “poi passa”.
Devi farti il culo per fartela passare.

Laura e io siamo diverse, di età, di scopi, di intenti, di frequentazioni. Ogni tanto incocciamo nella vita dell’altra, quando ciò accade, ci comprendiamo subito. L’anima parla la stessa lingua per quello lei ha postato quello scritto, per quello io l’ho letto, per quello entrambe ci siamo ritrovate nell’anima di Susanna.

FATTI E STRAFATTI D’AMORE


Non so spiegarvelo, ma arriva un momento in cui non ne puoi di tutte queste parole d’amore, sull’amore, intrise d’amore, grondanti amore, arriva un momento che le parole d’amore non bastano più. Io voglio i fatti d’amore!

E’ così difficile riuscire a farmi comprendere dagli altri a volte, anche questa volta ho difficoltà a farlo. Non sono cinica, non sono dura e non sono bastarda ma non riesco (più) a considerare amore gli ormoni travestiti e i bisogni nascosti. Voglio fatti d’amore, non grandi parole e intenti.

E’ un fatto d’amore il mio gatto che si struscia sulle gambe e mi fa le fusa, è un fatto d’amore il sorridermi per strada (chiunque tu sia), è un fatto d’amore regalarmi il tuo tempo, è un fatto d’amore lasciarmi spazio, è un fatto d’amore stendere la biancheria, è un fatto d’amore un buonanotte poggiato sulla rete, è un fatto d’amore leggermi cercando di capirmi.

Questo è l’amore, quello che tira fuori il meglio di noi, non il peggio. Quello che ti donano facendo si che a tua volta lo ridoni triplicato a chi sta intorno a te. Lo stesso che fa dire in una giornata grigia e fredda “che bellissime nuvole grigie” poichè ti va vedere la bellezza in ogni cosa.
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Io voglio essere fatta, anzi strafatta d’amore quotidiano. Il resto è noia.

PETALI E SPINE


Volti filistei, sguardi farisei Petali di parole, spine di cuore Disciolgono nell'acido
Filistei e farisei
Spine di parole  petali di cuore
Disciolgono nell’acido