ZELENSKY VUOLE LO 0,25% DEL PIL. IO LE MIE OVAIE INDIETRO


Leggo questo titolo: “Zelensky: ci serve lo 0,25% del vostro Pil nel 2026”.
Mentre le mie ovaie rotolano a terra, penso: “Ci vogliono per forza portare in una guerra non nostra”.

PREMETTO, SUBITO, A SCANSO DI EQUIVOCI che condanno con tutte le mie forze l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Appartengo alla categoria delle persone che odiano le guerre e le armi, a loro preferisco una mediazione e un accordo pacifico. Detto ciò, proseguo nel mio dire.

Dicevo, leggo questo titolo, e non contenta proseguo la lettura dell’intero articolo. Nel farlo mi soffermo su questo pezzo:
In parallelo, la Germania prevede di investire 10 miliardi nei prossimi anni in droni di ogni tipo, offensivi e difensivi. “Il comportamento aggressivo di Putin dimostra che non possiamo allentare la nostra prontezza alla difesa”, ha dichiarato Pistorius.”

Al concetto “tipo offensivo” e alla parola Germania mi ricordo che dalla seconda guerra mondiale in poi, ci sono alcuni stati che possono avere solo eserciti e armi a scopo difensivo e non offensivo. Inizio la mia ricerca, scoprendo così che mi ricordo bene e che dopo la seconda guerra mondiale ci sono quattro stati in questa condizione:
1 Giappone
2 Germania
3 Italia
4 Costa Rica.

Di questi, solo uno è frutto di una sua libera scelta. Parlo della Costa Rica. Nel 1949 abolì completamente l’esercito inserendo questa scelta nella costituzione. La Costa Rica ha solo forze di polizia e sicurezza interna. Se c’è un’invasione, deve sperare nel diritto internazionale (e che non ci sia di mezzo israele che il diritto internazionale lo ha dimenticato, forse mai pervenuto).

Per gli altri tre il discorso è diverso. Sono stati obbligati. Il perché è palese, l’ultima volta che si sono associati, chi prima chi dopo, hanno scatenato, insieme, la seconda guerra mondiale.

Nella nostra costituzione, l’art. 11, cita testualmente “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli”. Cosa che molto spesso, ultimamente, i nostri governanti dimenticano o di cui danno un’interpretazione personale.

Ribadisco, pur condannando con tutte le mie forze l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, non posso esimermi di fare questo pensiero e pormi domande.
Il pensiero:

L’UCRAINA NON FA PARTE DELL’UE.
L’UCRAINA NON FA PARTE DELLA NATO.

Quindi per tutti gli accordi stipulati negli anni tra i paesi membri della NATO, per il principio di aiuto reciproco e per il patto stipulato con la Russia di Gorbacev di non espandersi a est, mi chiedo:
° perché dobbiamo pagare una guerra non nostra?
° perché rischiare di entrare in una guerra con un paese che non ci ha aggredito né ai confini né altrove? perché l’Italia ha fornito armi ed equipaggiamenti miliari all’Ucraina che non è un membro né UE né della NATO?
° perché ha inviato un sistema di difesa aerea SAMP/T,  e ne prevediamo un secondo, a uno stato che non fa parte delle nostre alleanze?
° perché inviamo armi leggere, munizioni e mezzi ausiliari a un paese che non appartiene alla nostra Unione, né alla nostra Alleanza?
° perché tante informazioni sulle forniture all’Ucraina non sono pubbliche?
° perché ci stiamo armando così tanto?
° perché continuiamo a descrivere la Russia come una minaccia diretta ai nostri confini?
° davvero qualcuno pensa che la Russia voglia invadere l’Italia?

Per quanto concerne la Germania, che ogni giorno diventa sempre più aggressiva nei toni, nei modi e nel modo in cui usa la parola “difesa”, non posso che preoccuparmi e chiedermi:
° perché ha inviato carri armati Leopard 1 e 2 a un paese che non fa parte né dell’UE né della NATO?
° perché continua a fornire munizioni, sistemi di difesa aera, droni, veicoli blindati e radar a uno stato che non fa parte della nostra Alleanza?
° perché ha firmato un accordo con Kiev per finanziare la produzione di armi a lungo raggio direttamente in Ucraina, che non appartiene all’UE né all’Alleanza Atlantica?

E soprattutto:
perché due Paesi, come l’Italia e la Germania, che hanno limitazioni costituzionali sull’uso dell’esercito e degli armamenti, e possono impiegarli sono a fini difensivi, stanno inviando mezzi e tecnologie a scopo offensivo a un Paese che non è parte dell’Unione Europea né della NATO?

Con quale lucidità stiamo accettando il rischio di essere trascinati, passo dopo passo, dentro una probabile terza guerra mondiale?

E poi c’è Zelensky.
Perché chiede all’Europa di stanziare lo 0,25% del nostro Pil per aiutare Kiev (oltre agli aiuti già concessi) per aumentare la produzione di armi?
Perché avanzare una simile richiesta quando abbiamo già portato, ahimè, al 5% del PIL le spese militari destinate alla NATO, comprando armi quasi esclusivamente dagli americani?

Sono domande cui mi sono data già alcune risposte, altre sono lì in attesa di una comprensione maggiore, altre ancora so già che probabilmente noi contemporanei difficilmente avremo accesso, saranno i posteri a sapere la verità, forse.

Vi dico già che risposte tipo: La Russia è un pericolo per noi; La Russia ci invaderà; Sono stati loro a iniziare (non è vero, è stata la Nato avvicinandosi ai confini della Russia, infrangendo i patti di un contratto stipulato negli anni 80), sono già state scartate dal mio encefalo.

Perché ne scrivo? Perché magari qualcuno di voi ha fonti certe e vere, che posso verificare, per capire meglio cosa si muove nel mare profondo della propaganda cui siamo destinati.

LITTLE BOY AND FAT MAN


Si riempiono tanto la bocca di attacco preventivo contro un presunto attacco nucleare, ma a parte che l’Iran al momento non l’ha ed è ancora lontana da averla (a differenza di Israele che le ha “illegalmente”), vorrei ricordare che GLI UNICI CHE AD AVER USATO BOMBE ATOMICHE CONTRO CIVILI sono stati proprio gli Americani durante la seconda guerra mondiale, con DUE BOMBARDAMENTI atomici sul Giappone:

HIROSHIMA – 06.08.1945
Hanno chiamato la bomba “Little boy”(*). 70000/80000 vittime immediate, e decine di migliaia di morti e feriti successivi per ferite e radiazioni.

NAGASAKI – 09.08.1945
Hanno chiamato la bomba “Fat Man”(*). 40000/75000 vittime immediate, e decine di migliaia di morti e feriti successivi per ferite e radiazioni.

Questi sono LE UNICHE OCCASIONI NELLA STORIA in cui armi nucleari sono state usate in guerra contro popolazioni civili. Giusto per ricordarcelo.

Ah e ricordiamoci anche che sono stati gli USA ad attaccare l’Iran e non viceversa.

(*) mi sembra giusto umanizzare delle bombe atomiche mentre chi le lancia si disumanizza (e per chi non lo comprende, questa frase è ironica).

PREZZEMOLO VELENOSO


Questo è un articolo molto breve, mi serve solo per aggiornare il post precedente, aggiungendo in fondo, purtroppo, un’altra riga alla tabella.

Se interessati il post precedente lo trovate cliccando QUI

Non aggiungo altro (ma penso molto). Ognuno si farà la propria idea. Vi prego solo di ricordare che ciò che conta non sono le parole, ma i fatti. Le parole spesso (specialmente in politica e ancor di più in periodi come questo) sono usate per manipolare.

La prima vittima a morire in guerra è la verità
Eschilo

PAESEANNI (inizio-fine)Note
Cina1950-1953Guerra di Corea. La Cina non è stata bombardata a tappeto, ma ha subito incursioni e bombardamenti mirati
Corea del Nord 1950-1953Guerra di Corea
Guatemala1954Colpo di stato supportato dagli USA
Indonesia1958Supporto ai ribelli
Cuba1959-1961Invasione della Baia dei Porci, bombardamenti e operazioni segrete
Guatemala1960Interventi post 1954
Vietnam1961-1973Guerra del Vietnam
Congo1964Operazioni militari di supporto
Laos1964-1973Campagna massiccia
Repubblica Domenicana1965-1966Intervento militare con supporto aereo
Cambogia1965-1973Operazione 1969 (anno intensificazione)
Perù1965Aiuto per rafforzare il governo
Cipro1965Operazioni militari durante la crisi di Cipro
Cambogia1969-1970Bombardamenti durante la guerra del Vietnam
Guatemala1967-1969Supporto al governo controinsurrezione
Grenada1983Invasione
Libano1983-1984Colpiti obiettivi in Libano e Siria
Libia1986Operazione El Dorado Canyon
Iran (golfo)1987, 1998, 2020 (?)Prima guerra navale nel golfo
El SalvadorAnni 1980Supporto militare durante la guerra civile, con anche attacchi aerei e operazioni sul campo
NicaraguaAnni 1980Supporto ai Contras
Iran1987Operazione Praying Mantis- attacchi navali e bombardamenti aerei non estesi
Panama1989-1990Operazione Just Cause – Invasione
Iraq1991Guerra del Golfo
Kuwait1991Parte della Guerra del Golfo
Somalia1993,2007-08,2011Operazione Restore Hope, interventi multipli
Haiti1994-1995Intervento via ONU
Bosnia ed Erzegovina1994-1995Operazione NATO
Sudan1998Attacco missilistico a una fabbrica farmaceutica
Afghanistan1998, 2001-2015Attacchi missilistici e invasione
Serbia e Montenegro1999Operazioni NATO
Kosovo1998Operazioni NATO
Yemen2002,2009,2011,
IN CORSO
Attacchi principalmente con aerei e droni
Iraq1991-2003Operazione No-Fly Zone, attacchi mirati Congiuntamente con UK
Pakistan2004 IN CORSO
(con interruzioni)
Operazioni con droni contro gruppi terroristici, sebbene sempre meno frequenti
Iraq2003-2011Invasione e
Iraq2014 IN CORSOOperazione Inherent Resolve – operazioni in corso in supporto alle forze irachene contro ISIS
Afghanistan2001-2021Invasione e successiva Operazione Enduring Freedom – Freedom’s Sentinel
Somalia2007 IN CORSO
 (con interruzioni)
Operazioni antiterrorismo contro Al-Shabaab
Yemen2009,2011 IN CORSOOperazioni, principalmente con droni e supporto alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita
Libia2011,2015 IN CORSO
(con interruzioni)
Intervento NATO nel 2011 e operazioni contro ISIS
Siria2014 IN CORSOOperazione Inhherenet Resolve contro ISIS – Operazioni in corso contro l’ISIS
Iran22.06.2025bombardamento e dichiarazione di guerra unilaterale (USA)

Detto ciò, ricordo che, nel frattempo a Gaza, nel silenzio dovuto all’innesco di questa ultima guerra (che sembra quasi voluta per questo), continuano a morire civili: uomini, donne e bambini, sotto ciò che il governo israeliano chiama “aiuto ai palestinesi”.

ACCANTONO


Due parole in chat con Progenie di mattina presto. Tra un come stai e un come stai tu, tra un cosa fai e come sta Pecetta, è sbucato il discorso sulla serietà. La mia. Da qui questo post.

Sinceramente io mi vedo meno seria di quello che gli altri vedono.
Probabilmente sono io che non vedo come mi vedono.

Concordo sul fatto che l’usare parole come “responsabilità” e “verità” (la ricerca, io ancora non la posseggo) mi fa apparire seria e rompiballe (sospetto più quest’ultima). Eppure io son meno seria di quello che sembro, solo che, come molte altre persone, vivo con un tipo di sensibilità sottopelle. Quella che a qualcuno fa dire che son “esagerata”. Mentre a me fa vivere con la presenza costante, inconsapevole, di “emozioni”.

“Emozioni” che negli anni si sono sommate. Qualcosa, ogni tanto, le riporta in superficie, come stamattina appena finito il discorso con Progenie. Facebook mi ricorda un mio vecchio post (se clicchi sulla foto ti ci porto, se non ti interessa vai sotto la foto).

Anno dopo anno, ascolto dopo ascolto, la crudeltà umana mi appare sotto forma del massacro di Sabra e Shatila eseguito da chi alle spalle aveva subito i massacri dei campi come Auschwitz. Mi rammento i Gulag e i campi di concentramento Serbi come quello di Omarska. Ricordo i campi di “educazione” cambogiani degli anni 70 e gli attuali campi di detenzione libici, di cui l’europa è socio di capitale.

Ho un bimbo di tre anni nel cuore, il suo nome è Aylan, morto affogato nel mare, cercando di scappare dalla violenza. Nel muscolo cardiaco, insieme, tutti quelli morti dopo lui, senza nome, anche pochi giorni fa.

Potrei parlarvi del genocidio degli Aborigeni in Australia e perché non ricordare cosa è stato fatto agli Indiani d’america?
Ecco perché sembro seria. Non so voi, queste cose vivono costantemente con me. Anche quando rido e scherzo, anche quando non ne sono consapevole, anche quando faccio la cogliona e all’ennesimo bicchiere di rosso divento una buffona.

Io non dimentico. Accantono solo per un pò.

(click sulla scritta)

PIUTTOSTO CHE NIENTE, MEGLIO PIUTTOSTO


Mai come in questo momento il mio progetto personale fare ha un senso.
Mai come ora, so che c’è bisogno di ogni goccia di aiuto in questo mare di sangue e dolore. Non c’è solo Aleppo ne sono consapevole, ma in questo momento l’urlo che arriva più forte a me, è questo.

aleppo1

Ho letto un articolo in cui spiegavano “cinque cose che puoi fare” da qui, anche se non sei un potente, anche se non sei nessuno, anche se sei solo una goccia in un mare immeso. Persone normali, come noi insomma. Un paio le ho messe in pratica subito.

Una è firmare una petizione e fare pressione sulle forze politiche. Ho iniziato a farlo tramite AMNESTY INTERNATIONAL.

L’altrà è fare una donazione a un’organizzazione umanitaria, ed allora, il mio piccolo contributo mensile per le Anime Umane ancora una volta è per MEDICI SENZA FRONTIERE .

Me ne rendo conto, è poco, pochissimo, ma piuttosto che niente….

Infine ricordo che con me porto sempre il pensiero delle Anime di Animali e un micro aiuto lo mando anche chi in prima persona dà molto:
Andrea Cisternino, il codice IBAN IT02O010300166100000139677 per aiutarlo.

ALEPPO


Se fossi Dio, io non ci perdonerei.
Se fossi Dio, ridarei la terra ai dinosauri.
Se fossi Dio, depennerei la razza umana dal pianeta.
(Senza dolore o sofferenza, solo un soffio divino a spazzarla via).

Non impariamo dai nostri errori, non ci eleviamo, strisciamo nelle nostre feci e ridiamo gaudenti di ciò.

Scrivo questo post, comprimendo dolore e lacrime, per non farmi vedere, per non sentirmi dire il solito “Sei troppo sensibile”. Non sono troppo sensibile. Ho solo un’anima. Mi domando come, si possa non sentire il dolore altrui, così tanto, nella propria carne.

Io di quella guerra non ho capito niente, non ho capito dove stavano i “buoni” e dove i “cattivi”. Non ho capito chi era seduto tra i “giusti” e chi tra gli “sbagliati”. Ho provato a cercare di capire, ho provato ad informarmi. Niente, non capisco, non capisco, non capisco.
Sento solo il dolore lacerante della gente, dei bambini, dei civili. Del resto cosa vuoi capire della guerra, non esiste mai un “buono” nella guerra, non esiste mai un “giusto” nella guerra.

E mentre scrivo questo dolore di sottofondo.
Oh non son migliore di nessuno, credetemi non mi reputo tra i “giusti”. Son come la maggior parte di tutti noi, una lacrimuccia, un parlare, poi una battuta a stemperare, un sorriso e un cazzeggio e si va oltre.
Ci si pensa fortunati a esser qui e non là, e si continua a vivere.

Mi rimane dentro questo dolore di sottofondo, fisico, persistente, continuo.
Meno male che non son un Dio, perché sarei il dio del vecchio testamento.

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Fonte: Il Fatto Quotidiano
«Ma secondo l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Al Hussein, che ha esortato il mondo ad ascoltare “il pianto delle donne e dei bambini terrorizzati e macellati ad Aleppo”, molti civili che erano riusciti a fuggire sono “stati catturati e uccisi sul posto” ed altri ancora arrestati dai governativi siriani. I soldati “entrano nelle abitazioni e uccidono chiunque si trovi all’interno, anche donne e bambini»

«Onu: “Strage di bambini, è carneficina”»

Fonte: La Stampa
«L’Agenzia per i Diritti umani, ha riferito di resoconti credibili «su 82 civili freddati» in quattro diverse zone della città, in una «totale mancanza di umanità ad Aleppo»

«L’Unicef lancia un altro allarme. Un medico ha riferito di molti bambini soli, probabilmente più di 100, «intrappolati in un edificio, sotto pesanti attacchi e bombardamenti». Amnesty International ha lanciato un appello per l’apertura di corridoi umanitari per portare aiuto, e l’invio di «osservatori indipendenti»

Fonte: Repubblica
«L’Onu denuncia che decine di civili sono stati trucidati dalla forze lealiste che hanno riconquistato la città, mentre i ribelli parlano di “stop all’evacuazione dei civili da parte delle forze sciite, per motivi non chiari”»

Non vi posto i messaggi e i video di addio delle persone di Aleppo di ieri e stanotte. Video che hanno postato su twitter o facebook. Se volete potete cercarli in rete, non ho più cuore nel vederli, sentire e leggere. Mi sale, prepotente quel senso d’impotenza per cui… meno male che non son un Dio, perché sarei il dio del vecchio testamento.

NON IN MIO NOME


Quando ero piccola, guardavo film in bianco e nero, parlavano dei campi di concentramento nazisti, di uomini che soffrivano e di uomini che torturavano.
E io mi domandavo perché? Come può essere accaduto? Rimanevo in silenzio davanti a quelle immagini e pensavo meno male non accadrà mai più.

Quando ero piccola, ma un po’ di meno, il film era a colori, “Urla del silenzio”, sempre campi di concentramento ma in Cambogia, gli uomini soffrivano ancora e altri uomini stupidi uccidevano. Io sentivo dolore, profondo, intenso che risaliva fino al respiro trasformandosi in rabbia attraverso le domande. Perché? Come può essere ancora accaduto? Nessuno li ferma? Come possono gli uomini far questo? Forse non sanno di quello che hanno fatto i nazisti, non sanno che non porta a niente E nel buio del mio letto stemperavo rabbia e lacrime insieme. (Chi l’ha detto che l’empatia è sempre una bella cosa?)

Quando ero piccola, ma molto molto meno, non guardavo un film ma sfogliando una rivista, rimasi bloccata. Vedevo le foto delle persone dei campi di concentramento nazisti, uguali identiche, ma a colori. Come era possibile? La scritta “Campi di concentramento serbi in Bosnia” sotto le foto fu un colpo allo stomaco. Perché? Ancora?! Come era possibile? Come poteva ripetersi questo in europa mentre la cicatrice degli orrori nazisti era ancora pulsante? Come potevano ripetersi le stesse ferite in europa? Incredulità e rabbia, profonda. Come è possibile, che accada ancora?

E oggi vedo Aleppo, la Siria (ma in mezzo c’è un universo di guerre e dolori) e mi domando ancora “Ma come è possibile, come possono farlo, a che pro, secoli di guerra di sangue e di morte non insegnano niente”. I campi di concentramento non li vedo (ma so che ci sono) in compenso vedo i bombardamenti e sotto loro le persone, uomini, donne, bambini, animali, essere viventi come me.
COME CAZZO E’ POSSIBILE?! Io non mi capacito, non riesco, ci provo a dirmi è la natura umana, ma non riesco a crederci.

Perché, no, non è la natura umana, è una scelta di ogni singolo uomo.
Caino o Abele.
Abbiamo tutti nel dna i filamenti di entrambi, ma la scelta di chi essere è nostra. Io so di esser Caino, a volte sale prepotente, credo anche di esser capace di uccidere se costretta in alcune circostante, ma scelgo ogni volta di esser Abele.

Quindi no, sappiatelo voi che dirigete il mondo, spostando uomini e armamenti sulla carta, pensando che quella sbavatura sul foglio sia inchiostro e non sangue, voi non mi rappresentate.

Vittime che diventano carnefici e carnefici che diventano vittime, in una ruota perversa di dolore.

Quello che hanno fatto, quello che fanno, quello che faranno, sappiatelo NON è IN MIO NOME.

yesod by peter mohrbacher

Sarà un viaggio senza ritorno
Con un biglietto di sola andata
Ci sta chiamando la propaganda
Non in mio nome, non in mio nome.

Non ha insegnato il dolore
Più di una guerra mondiale
Non sarò io a farli andare
Non in mio nome, non in mio nome.

Contro un presunto nemico
Di civiltà e religione
Bocca che beve petrolio
Non in mio nome, non in mio nome.

Vogliono fare una nuova guerra
E noi dovremmo partire
Come animali al macello
Non in mio nome, non in mio nome.

Non certo in nome di mio fratello
Cuore migrante a lavorare
Nemmeno in nome di mio padre
Che mi ha insegnato a rispettare
Neanche in nome di mio nonno
Che dalle bombe dovette scappare
Perché mio figlio guarda sempre avanti
E noi avanti vogliamo andare.

Perché il mercato e l’economia
Contano più delle persone
Per i dollari e l’oro nero
Non in mio nome, non in mio nome.

Non partiranno i governanti
Né Sua Eccellenza, né il Parlamento
Ci manderanno giovani in armi
Non in mio nome, non in mio nome.

Non certo in nome dei bambini
Che vogliono solo giocare
Nemmeno in nome del vostro Dio
Che si è perso e non sa tornare
Neanche in nome dei soldati
Che la paura li fa tremare
Perché non sono pronto alla morte
Non ho bandiere da insanguinare.

Non in mio nome, non in mio nome…

Ma ti ricordi i fiori nei campi
Là dove un giorno cadevi in battaglia
Restano solo fiori tagliati
E un mare rosso impastato alla terra.

Il presidente sta vomitando
La sua bugia sulla nazione
Io non rispondo alla chiamata
Non in mio nome, non in mio nome.

Non in mio nome, non in mio nome…

(“Casa del vento” credits)

CASTELLI DORATI


Viviamo nei nostri castelli dorati e non degniamo di uno sguardo quello che accade fuori le mura, convinti che tutto passerà e noi saremo salvi. Non capendo che fuori le mura sono a milioni, solo spingendo le abbatteranno.
siria

LA NUOVA OSSEZIA


OSSEZIA

Malsane anime
spengono grida di bimbi.
Lacrime di sangue.

 

Tre righe buttate giù d’impeto nel settembre 2004, quando lessi di quello che accade in Ossezia, durante la strage di Beslan.

Tre righe che mi ritornano in mente in questi giorni, con quello che accade lontano da qua, ma così estremamente vicino, poiché siamo un tutt’uno. Uomini con gli stessi geni, uno contro l’altro, in una striscia di terra.

Il bombardamento di un orfanotrofio deve aver fatto scattare nella mia mente il collegamento con quello accaduto dieci anni prima in Ossezia. No, non mi meraviglio di ciò che è accaduto ieri e di quello che accade oggi. Non esiste guerra pulita, non c’è una guerra eticamente corretta. La guerra è sporca, scorretta, non ci sono regole, è sangue e merda.
Chi vi dice il contrario vi mente sapendo di farlo.
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Sento il sangue scorrere sulla pelle, scivola e imbratta, ma faccio altro. Mi distraggo, sparo scemenze, rido e guardo altrove. Poi appena tolgo la concentrazione dal non pensarci, la mente si riempie di foto che raccontano una tragedia, da volti deturpati da smorfie di dolore, visi pieni di lacrime, polvere e sangue.

Volgo lo sguardo altrove, penso che posso far io, e mi rispondo con un nulla. Non sono migliore di nessuno lo so, scriverci un post sopra non mi rende tale, avvertire il dolore altrui non evita a chi lo prova di star male. La consapevolezza di avere anche io Caino che scorre nel sangue, di esser capace a mia volta di uccidere, mi lascia la sensazione che quel sangue mi scivoli sulla pelle.

Negli anni hanno provato dirmi che il nemico, il cattivo era sempre quello di fronte e troppo spesso mi son accorta di averlo al fianco. I popoli non si suddividono in razze, in bianchi, neri, gialli o rossi e neppure si frammentano in italiani, americani, palestinesi o israeliani o si segmentano in credo religioso. I popoli si suddividono in persone che coltivano l’anima e persone che non lo fanno.

Non fatemi dei distinguo di sangue, di popolo, di ragazzi, di bimbi, di uomini, di torto o ragione. Non esiste ragione in questi casi. Solo follia.

WE ARE THE NOT DEAD


Non so neppure come ci son capitata, per caso come sempre nelle cose che mi colpiscono.  Scopro così un esperimento fotografico, più precisamente l’idea del fotografo Lalage Snow di imprimere nella “pellicola digitale” i volti degli uomini prima di partire per la guerra e dopo otto mesi di conflitto. Attraverso le sue foto, il linguaggio non verbale, dice molto di più di mille parole. Il suo progetto si chiama ” We are the not dead”, se cliccate sulla foto qua sotto, vi porta al suo sito, le foto rappresentano prima, durante e dopo la guerra.

Io ho solo pensato che siamo pagine su cui la vita scrive e sui nostri volti leggiamo la storia che ci accompagna.