QUESITO


Ho iniziato questo post per dire una cosa e ho scritto e scritto e scritto.
Parlavo di kindle, attività aerobica e astrazione.
Come sempre mi son trovata a scrivere di altro, così ho usato il tasto backspace e ho lasciato solo la domanda scaturita da tutto ciò, che non avevo scritto.

Sono una sociale asociale o sono una asociale sociale?

piggy

E pensare che non mi drogo (più).

E pensare che non mi alcolizzo (più).

E pensare che non mi nicotizzo (più).

IO POSTO GATTINI


Io posto gattini.

Ma parlo di campi. Parlo dei campi di sabra e chatila, dei campi di sterminio tedeschi, dei ghetti in sud africa o dei campi di rieducazione cambogiani. Mi fermo, ma potrei citarne ancora a decine. Sono tutti uguali. L’unica cosa che cambia son la longitudine e la latitudine.

Se solo uscissi dai campi troverei le stragi. Piomberei nella tratta degli schiavi, mi troverei nel genocidio dei nativi americani e mi piegherei davanti alla decimazione degli aborigeni australiani.

Se solo finisse qui. L’orrore spesso abita accanto alla nostra porta. Non si limita davanti a nulla e sceglie sempre le prede inermi.
Guantanamo e i suoi crimini sui prigionieri doveva esser chiusa ma è li ancora aperta a ricordarci che accadrà ancora. Nelle nostre prigioni si muore di botte, senza contare cosa hanno fatto nel luogo atto ad educare al meglio noi.

Non ho postato nel giorno della memoria, posto oggi, un giorno “normale”, perché la mia memoria è ogni volta che vedo qualcosa che mi porta a tutti quegli orrori. Come oggi.

Perché di essere umana mi vergogno così spesso e così tanto, da domandarmi come posso farne parte. Anche se so che dentro me, da qualche parte, esiste il seme di quel male. Non dimentico neppure questo.

Se pensate che chi posti gattini sia fuori dal mondo, sbagliate. Siamo così coinvolti, lo percepiamo così tanto, da doverne fuggire ogni tanto per poter sopravvivere. Il dolore del mondo ha un suono insopportabile.

Io posto gattini, ma non dimentico niente.

kitten

TAROT


Tra una tisana allo zenzero liquirizia e due chiacchere con un’amica, ci si son infilati anche loro dopo tanto tempo. I tarocchi.
Il mio problema e che non avevo niente da chiedere, perché ho smesso di chiedere, e questo è un problema. Se niente chiedi, niente avrai.

E così mentre la tipa mi chiedeva: “Argomento?” il vuoto assoluto si impadroniva di me. Alla fine ho farfugliato qualcosa su star bene, emozioni, benessere. Lei, mischiando le carte, mi ha fregato intimandomi pensa alla domanda.
Quale domanda?! Dove?! Come?! Quando?! Perché?! Che cosa è una domanda?! Vabbè ho detto emozioni, ma non intendo solo uomini, star bene, progetti, benessere… oddio come si dice quando vivi la vita bene? Stavo dicendo? Ah sì, non mi ricordo più la domanda. Che significa domanda poi?!
Però lei ha buttato le carte è ha iniziato ha parlare.

Sappiate che a mia insaputa, ho (attualmente) un paio di persone che mi filano (solo che io non me ne accorgo, così mi è stato detto, ma è una costante nella mia vita questa). Una è più giovane di me.
Tarocchi woman mi dice “Ma davvero non vuoi dar una possibilità a questo?”. Oddio io gliela darei anche (la possibilità intendo) sapessi solo chi è…

Visto che non mi vede molto interessata ai miei spasimanti del presente, butta un occhio nel futuro. Dice che ho delle carte bellissime, ma qualcosa blocca la parte fortuna, non capisce cosa, forse son io che son chiusa (Ma và?! Io chiusa agli uomini?! Non avrei mai detto..). Mi incita (ancora) ad aprirmi a lasciarmi andare a far entrate la fortuna (ha detto fortuna, non altro!) e vede nel mio futuro un uomo.
Un uomo benestante (e finalmente una buona notizia), certo ha i suoi difetti e il suo carattere (lo sapevo che c’era la fregatura) ma è intelligente, acuto, interessante. Però con questo vai piano, mi avvisa, all’inizio. Non aprirti troppo (ma se fino a cinque secondi fa mi hai detto apriti apriti), anche perché ne vedo un’altro, normale(*) questo, ma più affidabile.

Ora a parte che di uomini affidabili…. secondo voi tra un tipo intelligente, acuto, interessante e uno normale (*) il cui unico pregio pare sia quello di essere affidabile, dicevo ma secondo voi di chi potrei perdermi perdutamente?!

Fatto sta che stanotte ho sognato che conoscevo un tipo sul lavoro, un pò stronzo, alto, non magro, ma ben tenuto anche se con un pò di pancetta, interessante e benestante. All’inizio mi dicevo “Non mi piace” ma più andavo avanti nel sogno più lo trovavo interessante, meno male che poi mi son svegliata perché alla fine cominciavo pure un pò a innamorarmi.

Ho deciso prossimo mercoledì torno. Però questa volta devo avere la domanda ben precisa in testa. Ecco alla parola domanda, ho il vuoto, aiutatemi che domanda potrei fare!? Datemi una mano.

PS: Stamattina nel cercare immagini per il post ho digitato “tarot”. Mi son balzate agli occhi (nell’ordine in cui son messe) queste, ecco ora interpretatemele voi ‘ste due carte per me, che seppur bella la prima, la seconda un pò mi inquieta.

(*) qualcuno mi spieghi cosa è un uomo normale

FAMOSITA’


Mi dicono che il mio è un blog intimistico (che ancora non ho capito di preciso cosa sia). Io non so, ma posso dirvi che per un periodo scrivo poeticamente, poi sparisco, torno e scrivo cagate. Risparisco, ritorno e vi frantumo le ovaie per quanto son malinconica.
Scrivo per me sinceramente, ma adoro esser letta e raffrontarmi, altrimenti scrivevo sul vecchio e caro diario di carta che ormai tengo nell’armadio. (Non prendiamoci in giro, chi pubblica in rete ha un’arteria femorale di narcisismo insita in se).

Del resto son solo una semplice (ma favolosa) blogger nulla di più. Scrivo di me e leggo di (alcuni) voi. A volte faccio errori di itagliano, sbaglio, le, virgole e; i punti e virgola; non so mai dove metterli. La famosità non può colpirmi, ma ultimamente mi sto ricredendo.

So che sarei potuta diventar famosa per la mia vena (varicosa) poetica, sarei potuta assurgere al podio di grande scrittrice (ma ho difficoltà di scrittura anche con la lista della spesa), sarei potuta diventare una grande opinionista (ma il fatto che penso che la realtà non esista, non aiuta ad avere opinioni certe), ma mai e dico mai avrei pensato che il mio nome e il mio blog, passasse su twitter e su altri siti grazie ai sexy toys!

Così mestamente chino il capo e invidio (benevolmente) altri blogger che assurgono all’olimpo per dei meriti importanti, mentre io…

Poi mi soffermo, alzo il capo e penso: “In fondo… sarò con le persone nei momenti migliori… questa famosità rende deliziosi degli istanti e predispone al piacere… questa famosità porta all’orgasmo amore.”
Confesso, già mi vedo: “Ciao piacere, tu che hai fatto? Hai vinto il Pulitzer? Tzè.. Pensa io ho portato all’orgasmo! Tu invece? Hai vinto il premio Bancarella? Bravino, pensa io ho fatto limonare duro (*) un paio di tipi”

Mi piace questa famosità. Sarò ricordata sempre con piacere e nei momenti migliori, magari anche due o tre volte. Ecco, secondo me, questa cosa non è da tutti.
Sex toy

PS: per i più curiosi, devo tutta questa famosità a un piccolo post fatto tempo fa, nulla di che, era cosa (nel mio intento) ironica. Il post è QUESTO.

PPS: questo spiega come mai giungono a questo blog con ricerche tipo, “clistere felice”.

PPPS:A proposito de famosità, e famose du spaghetti, ciò na’ fame, tutto sto sesso me mette appetito 😉

(*) limonare duro: baciare con la lingua a lungo, pulendo gola e cavità orale altrui.

 

THE RED


La vedo e mi blocco. Vedo qualcosa di me in lei.

TheRed

Ora prima che vi facciate dei film (porno) che non esistono, specifico subito, mi rivedo in lei solo in senso metaforico (ahimè). Culo ed età sono notevolmente diversi.

Vedo… il colore dei capelli (che avrò), lo sguardo un po’ perso in un sogno (che avevo), la posizione alternativa (che metaforicamente spesso ho).
Vedo… quelle mani a sostegno di una testa che vola via (che avevo) o a sostegno di pensieri che pesano (che a volte ho).
Vedo… quelle calze con la riga a sottolineare un lato femminile perduto ma presente (che avevo, che ho, che avrò), il culo in prima vista che distrae e non fa vedere il fiore (metaforico pensiero).
Vedo… i tatuaggi (che ho, che avrò), il pendaglio in mezzo al cuore a ricordare qualcosa e sotto i gomiti fogli con sopra disegni e ritagli di vita (altro metaforico volo).

Mi risulta difficile dire altro, anche se è tutto ben dispiegato nella mente. Mi fermo e penso. Chi mi “vede” tra le righe di questo blog o nella vita reale, non ha bisogno che gli spieghi come sono, e a chi non mi “vede”, non servirebbero milioni di parole.

BUONI PROPOSITI


I miei dieci buoni propositi “immateriali” del 2015:

01) Parlare di meno.
(Otto volte su dieci è inutile farlo)

02) Leggere di più.
(Nutrire la mente e importante come nutrire il corpo)

03) Pensare meglio.
(Siamo ciò che pensiamo)

04) La priorità sono io.
(E che a volte me ne dimentico)

05) Fanculizzerò come non avessi un domani.
(Anni da recuperare alle spalle)

06) Sarò meno seria.
(Ho bisogno di “leggerezza”)

07) Sarò di una serietà, attraverso i canali della non serietà, che neppure vi immaginate.
(E la parte che ha scelto la foto)

Photo by John Wilhelm

08) Sarò meno tollerante.
(Ma forse lo sono già meno)

09) Devo trovare un posto dove seppellire la me morta.
(Mica è semplice, se il terreno non è quello giusto, poi riaffioro, e a me gli zombi spaventano)

10) Devo conoscere la nuova me arrivata.
(Non fai in tempo a conoscere una parte di te, che subito ne arriva un’altra)

NATALE


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

(Natale – Giuseppe Ungaretti)

Avatar di diamantaD&D

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I CRICETI


Ho poco da dire in questi giorni.
La verità e che il virtuale comincia a starmi stretto.
Mi sembra la ruota dei criceti e tutti noi giriamo dentro in tondo.
O forse ormai i criceti li ho in pianta stabile in testa, al posto delle sinapsi.
immagine trovata nella rete

INTOLLERO


Oggi è il terzo giorno che io “intollero” la gente.

Davvero non so dirvi perché. Il primo giorno pensavo “Vabbè dai è lunedì è normale”. Il secondo mi son detta “Dai a volte capita un prolungamento del lunedì”, ma oggi al terzo, niente da fare. Intollero pesantemente la gente.
Non che sia peggiorata, la gente intendo, la gente è sempre quella. Son io che ho una soglia di sopportazione pari allo zero assoluto ormai.

Certo l’aver parlato ieri con l’ipocrisia razzista e beghina, quella che va sempre in chiesa, prega la madonna, dio i santi tutti per poi vomitare il livore di una vita vuota contro gli immigrati, questo non aiuta. I loro insulti a chi lavora regolarmente, con il liquame sotto forma di parole “Loro sporcano, loro approfittano, loro depredano lavoro, loro rubano case, loro loro loro… “. Guardati te, quando sporco hai dentro, solo per la rabbia con cui lo sputi fuori.
Accanto a questa ipocrisia perbenista io ci vivo. E questo non aiuta.
Attacca i più deboli perché i deboli son loro. Sperano di non esser mangiati spostando l’attenzione, dimenticando che tutti siamo a sud di qualcuno.
Ecco io intollero gente così.

Certo che l’aver avuto a che fare con i “politici” del mio comune, ripetere ancora dopo due anni, cazzo cazzo aggiungete un’asse a quella panchina dove vanno gli anziani in modo che possano sedersi. Sentire il peso che sei tu la rompicoglioni e non loro un pò “lenti” a far le cose. Questo non aiuta.
Ecco io intollero gente così.

Certo che anche io son un pò scassamaroni quando scrivo, sempre melanconica, sempre questa vena varicosa di sottofondo. Lì a scrutare, analizzare, verificare, concordare e ravanare fino al midollo gli aspetti emotivi della vita e dell’anima.
Ecco io mi intollero così.

E pensare che invidio (dico sul serio) tanto quei blogger che d’istinto scrivono con ironia le cose. Quelli che fanno risaltare il ridicolo e l’assurdo della vita, togliendo potere così alle cose negative.
Io invece no cazzo! Quando appoggio le dita sulla tastiera ecco che mi si apre la voragine della “segaiola mentale”, ci cado dentro come una pera cotta, eppure vorrei tanto esser come loro, strappare sorrisi alleggerendo cuori.

E sarà che questo tempo grigio non aiuta. Queste nubi ricoprono tutto da sembrare quasi nebbia, nebbia non è, ma avvolge lo stesso.

E non mi aiuta neppure questo tempo che vivo. Tutto è ridotto al minimo: il tempo proprio, i denari, il desiderio, la luce, il cuore, la voglia, l’entusiasmo, le emozioni, le novità, gli stimoli. Questo tempo in cui la “quotidianità obbligata” copre sotto una spessa coltre di piombo la vita e tutto ciò che la rende degna di questo nome.

Ecco, forse alla fine, è solo questo ultimo pensiero che racchiude la verità.

Io intollero sprecare la vita.

Photo by Hossein Zare

PROFEZIA


Che era così lo sapevi già.
Loro appartengono a quelli che comprendono solo quando capita anche loro.
Photo by Erwin Olaf

Lo avevi intuito, quando avevi il petto squarciato, ferita aperta al mondo. Loro non compresero e lentamente scivolarono via da te. Lasciandoti nel buio.

Ti hanno lasciato solo. Lì in quelle giornate vuote in cui precipitavi con il peso delle domande sopra di te. Ti hanno dimenticato nelle loro tiepide serate estive, mentre tu gelavi al freddo. Ti hanno scordato a bordo strada sotto la cocente realtà. E no, non hanno capito, che il tuo ululare era solo la paura di una nuova lama nel dorso, e non l’attacco alle loro gole.

Si lo sapevi, sarebbe arrivato il momento, la ferita aperta sarebbe stata la loro. Sarebbero arrivati a te per chiederti quello che loro non avevano dato.

Pregustavi il momento, quello in cui li avresti coperti d’insulti, li avresti cacciati a malo modo, fuori nel freddo, con le loro ferite aperte a errare da soli, come avevi fatto tu.

Ne eri sicuro, il dolore acuisce la preveggenza, sarebbero arrivati.

Ora che il primo di loro è qui. Ora puoi rivalerti, mentre il silenzio avvolge.
Abbassi lo sguardo sulla sua schiena piegata dal dolore. E’ così facile. La tua mano cinge la lama. Ti chini. Sospiri. Fai cadere la lama e protendi la mano verso lui. Lo aiuti a rialzarsi.

Non capirà, non capirà cosa hai fatto, ma tu sì e questo ti basta.